Quelli che non vogliono la Rho-Monza

Categorie: Economia

Il 3 ottobre la conferenza dei servizi ha approvato la realizzazione del tracciato lungo 9,2 chilometri senza prendere in considerazione le proteste della popolazione di Paderno Dugnano che chiede l'interramento nel loro comune. Tra loro anche Beppe Grillo che il 29 settembre ha promesso l'acquisto di un bilocale per partecipare alla protesta

La zona a nord di Milano è alle prese con un tumulto che dura ormai da cinque anni a causa dell’opposizione degli abitanti di un paese, Paderno Dugnano, alla realizzazione di una nuova arteria che collegherà Rho e la Fiera con Monza, sfruttando la tangenziale Nord del capoluogo lombardo. Il motivo del contendere è semplice: gli abitanti vogliono che la strada passi sotto terra senza congestionare la loro città rendendola invivibile mentre il progetto prevede che la strada passi in superficie, riqualificando la “vecchia Sp46”.



Il progetto del cavalcavia sostituito da un viadotto

L’INTERESSAMENTO DI BEPPE GRILLO – Ed è così che la costruzione della Rho-Monza è entrata nella polemica politica locale. L’arrivo di Beppe Grillo a Paderno Dugnano lo scorso 29 settembre nel corso della manifestazione di protesta ha spostato l’attenzione sul caso ad un livello nazionale. Il Semplice Portavoce dalle colonne del suo blog aveva scritto che l’obiettivo è quello di fermare il mostro «per la tutela del territorio e per il rispetto della salute dei cittadini». Una volta arrivato alla base, a Paderno Dugnano, il 29 settembre, ha poi arringato la folla parlando di un governo a Cinque Stelle, come spiega il Giorno, spostando tutta l’attenzione sulle vicissitudini romane legate alla fiducia e sulla necessità di andare ad elezioni subito.

LA PROMESSA DEL SEMPLICE PORTAVOCE – Ma la questione è molto più complicata di una semplice visita a molti cittadini arrabbiati e cercheremo di spiegarla nel modo più lineare possibile. Partiamo da una frase del Semplice Portavoce, ripresa da Mnb, che ha raccolto i muguni della popolazione per una presenza molto scenica ma poco incentrata sull’evento: «Qua vogliono fare una strada a 14 corsie. Ma che senso ha? Non siamo mica a Los Angeles». Come vedremo la questione delle 14 corsie è leggermente diversa, anche se effettivamente il conto potrebbe tornare. L’intervento si è chiuso con una promessa che ricorda quella fatta da un altro politico, residente a pochi chilometri, che disse che avrebbe acquistato una casa a Lampedusa per farsi carico del problema legato all’immigrazione: «Comprerò un bilocale a Paderno per proseguire la lotta per la Rho-Monza con voi». Il primo mantenne la promessa, il secondo?



Il tunnel fonico

UNA SUPERSTRADA AUTOSTRADALE – Il progetto della Rho – Monza, che prevede il collegamento tra la A52 e la A8, come spiega la Provincia di Milano, dovrebbe rappresentare il pezzo che congiungerà l’anello delle Tangenziali di Milano, evitando la percorrenza dell’A4. La Sp46 Rho-Monza verrà quindi trasformata in una superstrada con caratteristiche autostradali, quindi con due corsie per senso di marcia. I lavori avrebbero dovuto iniziare nel 2012 ma solo in questi mesi si può sperare di dare il via all’opera. Appare evidente che l’opera, che decongestionerebbe la Statale 35, appartiene ai progetti di Expo 2015.

IL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE – La strada sarà lunga 9,2 chilometri, con la Tangenziale Nord, la A52, che “donerà” i primi 700 metri e consentirà il transito di 220.000 veicoli che attraverseranno Paderno Dugnano, Bollate, Cormano, Novate e Baranzate. Il progetto iniziale prevede l’installazione di 8 chilometri di barriere anti-rumore ed una galleria fonica lunga 250 metri che proteggerà Paderno Dugnano. Inoltre saranno realizzati 270 metri quadri di nuove opere a verde, un parco attrezzato di 20.000 metri quadri di fronte alle scuole di Bollate e la riqualificazione di 95.000 metri quadri di verde oggi esistente. Per quanto riguarda Paderno Dugnano, poi, la strada si sovrapporrà con un ponte ad arco sulla Milano Meda collegandosi con la Rho Monza.



A CARICO DI AUTOSTRADE E SERRAVALLE – Le attuali due corsie verranno riqualificate per dare loro caratteristiche autostradali con la costruzione di una variante per allontanare l’opera dall’abitato. A Baranzate invece nasceranno gallerie artificiali e svincoli che collegheranno la nuova strada all’A8 attraverso lo svincolo “Fiera”. I lavori saranno realizzati da Milano-Serravalle, la concessionaria autostradale che gestisce il sistema tangenziale del capoluogo lombardo oltre alla tratta della A7 compresa tra Milano ed appunto Serravalle Scrivia ed Autostrade per l’Italia, titolare del cosiddetto lotto “1”, ovvero quello che riguarda il tratto compreso tra la ferrovia Milano-Varese e la fiera di Rho. L’opera costerà 288 milioni di euro e sarà finanziata direttamente da Serravalle (217 milioni) ed Autostrade (71 milioni). E l’obiettivo, sempre secondo Serravalle, è quello di aprire la strada entro dicembre 2014.

I MOTIVI DELLA PROTESTA – Appare però evidente che i lavori siano in ritardo, visto che forse si potrà pensare di aprire i lavori per i lotti 1 e 2 a fine 2013. Ed ora entriamo nel nocciolo del problema. I cittadini di Paderno Dugnano non vogliono il ponte strallato né la viabilità studiata ed approvata lo scorso 3 ottobre dalla Conferenza dei Servizi. Interramento Padernesi racconta quelle che sono le obiezioni proposte sia dai cittadini sia dal consiglio comunale della località in provincia di Milano, con i Cinque Stelle che hanno accusato la Giunta Pisapia di non essersi interessata al problema perché la strada non passa direttamente nel comune meneghino, anche se molta della sua utilità è relativa alle necessità del capoluogo. Affrontiamo la questione delle 14 corsie. Il conto fatto da Beppe Grillo appare esatto, ma va spiegato meglio.

Il tunnel fonico

LE 14 CORSIE – Al momento chi arriva dalla Tangenziale A52 si trova davanti a due svincoli. Uno che tira dritto verso Rho nel quartiere “Calderara” di Paderno Dugnano e l’altro che immette sulla Milano-Meda. Per unire la fine dell’attuale Tangenziale con la Sp46, in località “Villaggio Ambrosiano”, verrà realizzato un nuovo tratto di strada a due corsie più corsia d’emergenza per un totale di sei corsie. La Milano Meda verrà poi ampliata passando da due a tre corsie più una d’emergenza e siamo ad altre otto. Arriviamo quindi a 14 ma non si tratta di una strada in linea ma di una sovrapposizione tra due arterie concentrate in 70 metri di lunghezza, senza contare gli svincoli e le complanari. E qui arriviamo al secondo problema. 

OBIETTIVO INTERRAMENTO – Il collegamento tra A52 ed Sp46 sarà reso possibile grazie ad un ponte ad arco alto 80 metri e lungo 250 e di notte sarà illuminato, con i residenti che lamentano il pericolo di un’inquinamento luminoso nelle loro zone, il tutto ad un costo di 20 milioni di Euro. Terzo problema, la costruzione della galleria fonica, prevista dal progetto di Serravalle e che costerà 10 milioni di euro. Questa viene definita una galleria di «plastica dal design innovativo» che nascerà in affiancamento con la Milano-Meda nella zona a più ampia densità abitativa. Secondo i critici, la soluzione, dati alla mano, non garantirebbe la riduzione dei rumori entro i limiti normativi trasformando le zone residenziali in zone industriali. Il problema non è quindi solo abitativo ma anche di pregio, visto che l’area residenziale potrebbe addirittura perdere valore.

Le corsie prima dei lavori

LA PRIMA IDEA – I critici nel corso degli anni hanno presentato due proposte d’interramento, entrambe bocciate per problemi di costi. Il primo, presentato dal Ccirm e perfezionato da Proiter, l’azienda che ha ottenuto dalla Provincia il via libera al progetto preliminare, aveva risolto il problema rappresentato dal fiume Seveso e dalla linea ferrata di Ferrovie Nord Milano. Secondo i piani sarebbe stata interrata la variante in affiancamento alla Milano-Meda con talpe che in 320 giorni avrebbero realizzato due gallerie sotto l’attuale superstrada, con la strada che sarebbe tornata in superficie al Villaggio Ambrosiano, con l’esproprio di un’unica unità contro le 80 previste da Serravalle con i materiali di scavo che sarebbero stati usati per la tratta Paderno-Baranzate. Il piano però venne cassato per via dell’aumento dei costi.

IL SECONDO PROGETTO – Il secondo, invece, proposto dalle cinque amministrazioni comunali coinvolte, prevedeva a realizzazione e l’utilizzo di tracce in trincea anziché in galleria, evitando l’uso delle talpe con un vantaggio in termini d’inquinamento acustico ed ambientale estremamente positivo. Secondo il piano dovevano essere realizzate delle tracce in trincea ed in galleria. La carreggiata attuale della Milano Meda sarebbe servita per confluire i due flussi di traffico verso Monza e Meda mentre verso Rho e Milano sarebbe stata realizzata una carreggiata interrata con galleria artificiale per una lunghezza di due chilometri, razionalizzando la viabilità per circa 800 metri ed evitando espropri di alcun genere, semplificando la viabilità locale.

Il progetto del cavalcavia sostituito da un viadotto

L’AUMENTO DEI COSTI – Nel maggio 2012 però Serravalle ha detto no. I comuni avevano stimato un sovrapprezzo nei lavori di circa 40 milioni di euro mentre l’ingegner De Vincenzi della concessionaria autostradale ha stimato l’aumento in 150 milioni di euro per un totale di 330.000.000. I cittadini all’epoca se la presero per il comportamento del consigliere in Provincia Giovanni De Nicola che li aveva accusati di voler imporre un «pizzo» alle autorità pubbliche in termini di compensazioni territoriali. La situazione nel corso dei mesi è andata degenerando. Non tanto dal punto di vista dei lavori, visto che, come spiega Il Cittadino, lo scorso agosto grazie al decreto del Fare sono stati sbloccati 55 milioni di euro per la realizzazione del lotto “2” e dell’interramento della ferrovia Milano-Saronno, ma dal punto di vista delle proteste.

LO SCIOPERO DELLA FAME – Il Giorno ci svela che lo scorso 2 settembre l’architetto titolare del progetto alternativo, Fabrizio Allegro, ha iniziato uno sciopero della fame durato fino alla conferenza dei servizi in modo da dimostrare che un altro progetto è possibile: «Ho sempre pensato che le azioni di dialogo con le istituzioni fossero quelle giuste per portare alla ragione sordi e muti in Provincia e in Regione […] Peccato che il leitmotiv sia sempre stato “non c’è tempo” e “non ci sono i soldi”. Quando non c’erano i soldi c’era tempo. Adesso che non c’è tempo si fa lo stesso». I cittadini dal canto loro protestano suonando pentole nelle sere di Paderno per manifestare la loro contrarietà mentre il 27 settembre una delegazione ha fatto irruzione a Palazzo Marino per chiedere il sostegno di Giuliano Pisapia.

La situazione di Paderno Dugnano prima dei lavori

MILANO HA DETTO SI – La questione è stata però chiusa dallo stesso comune meneghino, come spiega il consigliere pentastellato Mattia Calise che il primo ottobre riferisce del dell’assenza dell’assessore alla mobilità Pierfrancesco Maran all’incontro sull’interramento dell’opera, previsto mercoledì 25 settembre, con l’annuncio di un funzionario che ha confermato come Milano sia favorevole all’opera. Il primo ottobre sono poi arrivati gli “spifferi” dalla conferenza dei servizi che ha dato il via libera all’autostrada metropolitana. Gli onorevoli Eleonora Cimbro ed Ezio Casati, Pd, come spiega il Giorno, hanno chiesto al ministro Andrea Orlando di non firmare la valutazione d’impatto ambientale. La conferenza dei servizi ha però avallato una serie di variazioni sul progetto originario che è necessario far notare.

LE CONCLUSIONI E LE MODIFICHE – La Provincia si è rivolta al ministro per chiedere un finanziamento che riguardi anche l’interramento del tratto di Paderno ma la cosa sembra difficile anche perché la conferenza ha approvato al realizzazione dell’interramento tra Novate e Bollate in extremis. In sostanza si è rischiato di perdere anche i 55 milioni del Cipe. Il ponte ad arco è stato trasformato in un viadotto ed è stato modificato il progetto relativo alle rampe d’accesso. Previsto poi l’interramento della ferrovia tra Cormano e Novate con un cambio di traiettoria. Di più non è stato possibile.

Il tunnel fonico

 

LE GESTA DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE – Il Movimento Cinque Stelle di Cusano Milanino ha invitato le amministrazioni comunali, qualora non dovesse arrivare il sostegno economico da Roma per il lotto 1 di Paderno Dugnano e per il lotto 3 di Baranzate, di

adottare tutte le misure amministrative utili per creare difficoltà alla realizzazione di una Rho Monza dannosa per la salute e per l’ambiente.

mentre quello lombardo ha segnalato che il giorno 4 ottobre i consiglieri (o portavoce) Silvana Carcano, Stefano Buffagni e Giampietro Maccabiani, che avevano chiesto di assistere ai lavori della Giunta regionale sentendo gli amministratori implicati nella Rho-Monza, sono stati fatti uscire dal palazzo in quanto non autorizzati a presenziare alla seduta nonostante la richiesta di assistervi, alla quale non hanno mai ricevuto una risposta scritta. I comitati dei cittadini invece hanno promesso le vie legali per far valere le loro ragioni mentre Serravalle dice di poter rispettare i lavori entro la scadenza prevista e comunque prima di Expo. La questione è quindi bel lontana dall’essere definita chiusa e probabilmente si arricchirà di nuove pagine, con tutta la politica contraria ad un’opera che comunque procede inesorabile nel suo cammino. (Photocredit interramento.padernesi.com)