“Queste storie mi affascinano”, “Starei due ore a sentirti”
03/12/2014 di Alessio Barbati
Qualcuno lo aveva detto che le fiction di Stefano Sollima, regista di Romanzo Criminale e Gomorra, avrebbero potuto creare miti sbagliati ed eroi negativi negli spettatori più ingenui. Tutto ci si aspettava tranne che i “soggetti più fragili della società”, per dirlo con il direttore generale della Rai, fossero proprio alcuni agenti di Polizia.
Lo conferma l’inquietante intercettazione del 4 Ottobre 2013, eseguita dal Ros nell’area di servizio di Corso Francia, a Roma. Due poliziotti scendono da un’Alfa 156 grigia con la targa della Questura di Roma e avvicinano Massimo Carminati, negli anni ’70 collettore tra i Nar e la Banda della Magliana e fino a ieri a capo della Cupola malavitosa della capitale. Dopo averlo inviato a cautelarsi, perchè sotto indagine, i due non resistono al fascino malavitoso di Carminati e lo spingono a raccontare della sparatoria con il carabiniere a Prima Porta, di cui si parla in libri e trasmissioni tv. Ma il Nero racconta che la vittima degli spari era proprio un collega della polizia e i due agenti ascoltano esaltati «Io starei due giorni a sentirti» dice uno «Queste storie mi affascinano» commenta l’altro. Carminati però è infastidito da come sono stati raccontati i fatti in tv «Mi rode il culo che tutto questo sia trasformato in burletta» taglia corto il boss.
Secondo lui, infatti, la storia che più si avvicina alla realtà è “Romanzo Criminale”, il film di Michele Placido del 2005. In una conversazione del gennaio 2013 Carminati racconta al suo braccio destro Roberto Brugia le fiction che lo riguardano. «Romanzo Criminale è la storia che si avvicina di più alla realtà – sentenzia – la serie è una buffonata. Poi il libro di De Cataldo è abbastanza veritiero… ma tu l’hai visto su History Channel “Banda della Magliana, la vera storia”? Quella è la storia vera compà»