Il redditest è uno “strumento fortemente innovativo, che migliora quello degli anni ’80. E’ innovativo perche’ il fisco mette a disposizione uno strumento di auto diagnosi fiscale che precede il redditometro vero e proprio e consente prima di presentare la dichiarazione di capire la propria situazione. E’ bene che i cittadini capiscano che non e’ strumento di repressione e di controllo ma di aiuto”. Lo ha detto Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, a Radio 24 stamattina dopo la presentazione dello strumento per l’autovalutazione fiscale del contribuente. “Siamo sicuri che ci sono margini di miglioramento”, ha poi aggiunto. Befera ha ricordato che “Non si vanno a ricercare i singoli beni, ma si vuole controllare tutte le spese. Non cerchiamo la piccola evasione ma quella media. E dal redditest non e’ colpito il grande evasore ma l’evasione di massa”. Ecco come funziona il redditest in questa infografica di Centimetri:
LEGGI ANCHE: Redditometro e redditest, il fisco e la macchina della verità
IL REDDITEST INCOERENTE/COERENTE – I giornali italiani oggi si sono sbizzarriti nel provare il redditest e segnalare i risultati coerente/incoerente, utilizzando degli utenti standard. Il Corriere della Sera trova quattro esempi specifici:
Anche Repubblica riporta alcuni casi-tipo da utilizzare per un pre-test:
Infine, ecco l’accuratissimo schema del Sole 24 Ore:
(I grafici completi dell’analisi si trovano nelle edizioni in edicola oggi dei quotidiani)
LEGGI ANCHE: Redditometro e redditest al via – Foto
SOSTIENE BEFERA – Il redditest, sottolinea Befera, ‘non e’ uno strumento obbligatorio’, ma utile ‘a chi ha dei dubbi’ sul rapporto di coerenza tra uscite ed entrate. Due sono i possibili risultati dell’autoverifica, che ognuno puo’ fare via internet senza preoccuparsi di lasciare tracce sul web: chi vede accendersi una luce verde puo’ stare tranquillo, avendo esborsi a prova di fisco, chi, invece, si trova davanti a un semaforo rosso dovrebbe riflettere sulla propria dichiarazioni dei redditi.
Il redditometro, invece, si basa su 100 voci di spesa, dati certi, come i pagamenti sostenuti e le situazioni di fatto (spese medie di tipo corrente, risultanti dall’analisi annuale dell’Istat). Il controllo incrociato con le dichiarazioni permette poi di misurare la coerenza tra uscite ed entrate. Per rendere operativo il redditometro manca solo un decreto del ministero dell’Economia. Befera assicura che ‘a gennaio sara’ sicuramente utilizzabile’, adoprando ‘la massima cautela e solo per differenze eclatanti’. Tra i punti di forza del nuovo strumento c’e’ l’obbligatorieta’ del ‘doppio contradditorio’. Intanto dalle banche svizzere arriva l’ok per l’accordo fiscale con l’Italia: i nostri ‘clienti italiani lo vogliono e certamente lo vogliamo noi’, afferma il vicepresidente della direzione dell’Associazione svizzera dei banchieri, Jakob Schaad. ‘I soldi arriveranno in Italia senza bisogno di un esercito di finanzieri in giro’, aggiunge Schaad. Gli istituti di credito elvetici, infatti, faranno da sostituto di imposta ai clienti della Penisola che si regolarizzeranno mantenendo l’anonimato.
LEGGI ANCHE: