Renault potrebbe richiamare 700mila veicoli per rimetterli a norma
19/01/2016 di Redazione

Renault potrebbe richiamare 700mila veicoli per regolare il motore e rimetterli quindi a norma. A darne notizia è stata l’edizione online del quotidiano francese Les Echos. Altre 15mila auto saranno invece richiamate negli stabilimenti per controlli ancora prima di essere commercializzati. I proprietari delle vetture da regolare già in circolazione potranno chiedere da luglio un intervento per la regolazione del motore e il rientro nei limiti anti-inquinamento.
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SCANDALO RENAULT, 15MILA AUTO DA CONTROLLARE PRIMA DELLA VENDITA
Ad annunciare che richiamerà 15mila auto prima della commercializzazione è stato il ministro dell’Ambiente Segolene Royal, dopo l’audizione della casa automobilistica davanti alla commissione tecnica che deve far luce sulla vicenda dello scandalo emissioni. Il ministro intervenendo alla radio ha spiegato: «La Renault si è impegnata a richiamare un certo numero di veicoli, 15mila auto, per verificarli e regolarli correttamente in modo che il sistema di filtraggio funzioni» a tutte le condizioni di temperatura. La Royal ha poi aggiunto che Renault non è l’unica casa a non aver rispettoto le regole sulle emissioni, ma non ha spiegato quali altri gruppi automobilistici siano coinvolti. «I controlli – ha detto ancora il ministro dell’Ambiente ad Rtl – dovranno riguardare le emissioni quando la temperatura ambientale è molto alta o sotto i -17 gradi, perché in quelle condizioni l’impianto di filtraggio degli scarichi non lavora più».
SCANDALO RENAULT, SOSPETTI SUL MOTORE TURBODIESEL ENERGY 1.6 DCI
A quanto si apprende finora i controlli delle autorità francesi anti-frode ad inizio gennaio negli stabilimenti Reanult riguardano centraline per la gestione del motore. Secondo indiscrezioni la violazione delle regole riguarda il motore turbodiesel Energy 1.6 dCi (disponibile in due versioni, da 130 e 160 cavalli) che equipaggia diversi modelli, come Reanult Espace, Nissan Qashqai, Mercedes Classe C.
(Foto da archivio Ansa. Credit: EPA / YOAN VALAT)