Renzi: «Abbassare le tasse non è di destra o sinistra. È giusto»
17/10/2015 di Redazione
«Sui giornali si legge che ‘Renzi abbassa le tasse: è di destra o di sinistra?’. Trovo questo dibattito surreale. Abbassare le tasse in Italia non è di destra né di sinistra. È semplicemente giusto, è normale». Da Udine, Matteo Renzi torna sulla legge di stabilità presentata giovedì: questa mattina il premier ha presenziato alla presentazione dello stabilimento della Danieli e poi si è spostato al Teatro Nuovo di Udine dove ha parlato della sua ricetta per far ripartire l’Italia.
«RIDURRE LE TASSE SIGNIFICA RIDARE FIDUCIA AL CONSUMATORE» – «L’Italia sta viaggiando a gran velocità ma non è ancora sufficiente – ha detto Renzi – Dopo tre anni di recessione torna la crescita, l’occupazione riprende, anche i consumi interni danno segnali di ripresa. Se riusciamo a crescere nell’export – e i dati vanno in questa direzione – sicuramente saremmo in grado di costruire un futuro più avvincente». E ancora: «Ridurre le tasse serve a restituire fiducia al consumatore. Non so cosa succederà all’estero, ma so che se l’italia fa la propria parte non ce n’è per nessuno».
«L’ITALIA HA DIMOSTRATO CHE LE SFIDE SI VINCONO» – Legge di stabilità, scuola, riforma della pubblica amministrazione: Renzi ringrazia «chi tiene alta la bandiera italiana» ed esorta a dire «Basta con questo piagnisteo e vittimismo che gli italiani non sanno fare le cose: le sanno fare ma vanno aiutati» ha sottolineato Renzi, prendendo a esempio sia la riforma della scuola che l’Expo: «L’Italia ha dimostrato che le sfide si vincono, anche se un anno fa c’era chi diceva di non andare a Rho» – dice, ricordando il discorso di Beppe Grillo ai cantieri dell’Esposizione Universale.
«NEL 2018 SAPRETE CHI HA VINTO» – E sul suo futuro politico dice: «Ci sono due anni senza elezioni. In questi due anni pensiamo al bene comune. Poi si andrà alle elezioni e con la prossima legge elettorale si saprà chi ha vinto o perso». Ma per il momento, dice Renzi, «vado avanti senza fermarmi. Dobbiamo ripartire tutti insieme».
(Photocredit copertina: ANSA/ ANDREA MEROLA)