Report e gli affari Berlusconi-Putin

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La puntata di stasera su Eni

La puntata di Report di stasera si apre con l’inchiesta di Paolo Mondani su Eni, il colosso degli idrocarburi. Racconta Repubblica che un ex manager del Cane a sei zampe, che ha lavorato nel giacimento kazako di Karachaganak dal 2009, ha spiegato così a Report alcune scelte strategiche dell’azienda italiana:



«Per favorire i russi, il governo Berlusconi ha svenduto gli idrocarburi in loco, e ha appoggiato il gasdotto South Stream, così è Gazprom a imporre il prezzo del gas e l’Eni, che appoggiando il gasdotto alternativo Nabucco avrebbe potuto ridurre i prezzi, si è tagliata le palle». Secondo il dirigente, che ha accettato di parlare sotto anonimato, «all’ad Paolo Scaroni glielo ha detto Berlusconi, che ha i suoi rapporti con Putin. È una questione geopolitica e di interessi personali: l’Italia ci perde, ma qualche italiano ci guadagna. Esiste una società kazaka chiamata Zhaikmunai controllata dai paradisi fiscali, che ha un piccolo campo di esplorazione in Kazakistan e tira su dei ricavi nell’ordine di un milione di dollari al giorno con margini del 50%. Io chiesi a Eni chi erano i proprietari e mi dissero: occupati del tuo lavoro e non rompere i coglioni. Parlai con dei dirigenti della petrolifera di stato kazaka: mi dissero che in Zhaikmunai si nascondono interessi di politici kazaki e italiani». Chi? «Uomini importanti del centrodestra, i soliti. I nomi me li hanno fatti, poi in Eni mi hanno chiaramente detto di stare attento al fuoco amico, quindi io sto zitto».

Repubblica riporta in un articolo a firma di Andrea Greco che Bill Emmott, ex direttore dell’Economist, ha detto:



«Ho parlato con uomini dei servizi segreti britannici e sanno bene che il rapporto politico Berlusconi- Putin è anche d’affari, con relazioni personali e corrotte che riguardano il gas». Zhaikmunai è un affare per pochi. La società esiste, ha un sito, prospera, con una redditività superiore al 50% dei ricavi (saliti da 108 milioni del 2007 a 340 milioni l’anno scorso). Ha anche titoli quotati a Londra. Ma ha una trasparenza tutta sua, che si limita all’operatività ed esclude l’azionariato. Fra le tracce lasciate negli archivi c’è il curioso legame con due Sicav lussemburghesi — World Invest e Aerion Fund — che l’anno scorso hanno acquistato suoi bond per 450mila dollari. Pochi, ma perché tra tutte le società mondiali puntare proprio su un’anonima piccola estrattrice kazaka? Forse si capirebbe meglio tenendo a mente che le due Sicav sono emanazioni della Banca Arner. Di fatto gestite dall’istituto svizzero dove Silvio Berlusconi è titolare del conto corrente numero 1.