I ridicoli hobby segreti di sei leader brutali
13/09/2010 di Pietro Salvato
Anche i dittatori ed i più pericolosi criminali hanno bisogno di rilassarsi un poco. Cosa c’è meglio che coltivare un salutare hobby?
Avere un hobby non è cosa solo per comuni mortali. Anche molti leader politici e persino feroci e sanguinari dittatori, nel corso degli anni, ne hanno coltivato almeno uno. Spesso un hobby viene utile per rilassarsi o semplicemente per sfuggire alla routine quotidiana. Così capita di trovare che un esperto meccanico ama il bricolage domestico oppure un ballerino si diletta con la boxe ecc. Ma chi ha la responsabilità sulle sorti di un paese e su quelle di milioni di persone, che hobby può avere? Se lo sono chiesto quelli di cracked.com i quali hanno scoperto che dittatori sanguinari del calibro di Adolf Hitler, Stalin, Saddam Hussein o inafferrabili terroristi come Osama Bin Laden e spietati capimafia come Al Capone sono stati tutti accumunati dal aver avuto un hobby sempre molto diverso dalle pratiche quotidiane che loro hanno disbrigavato.
VI, HITLER ED I PERSONAGGI DISNEY – Cominciamo questo nostro countdown con Adolf Hitler. Tutti sanno che il fuhrer era un artista o almeno amava farsi considerava come tale. Si dilettava a dipingere, specie panorami, e si ha prova certa dell’esistenza di alcuni suoi disegni. Molti meno invece sanno che tra i suoi hobby c’era anche il disegno di personaggi della Disney. La scoperta è recente, del 2008 per la precisione. Si tratta di due dei sette nani e dello schizzo ancora incompleto di Pinocchio. Hitler sembra fosse un vero e proprio fan dei personaggi Disney, si racconta che possedesse persino una copia personale di Biancaneve che considerava come uno dei più grandi film mai creati. Il suo amore per tutto ciò che Disney creava era noto persino a Goebbels, il quale più tardi lo annoterà nel suo diario.
V, OSAMA BIN LADEN E I SUOI COLPI DI VOLLEY – Osama Bin Laden non ha mai fatto mistero di odiare l’America ed i suoi valori, ne contesta l’anima corrotta ed infedele. Eppure, ha un amore sviscerato per la pallavolo. Sport nato proprio negli USA più di un secolo fa. Una passione coltivata dalla gioventù quando si divertiva a giocare come schiacciatore. Le sue prodezze, grazie al suo fisico possente che supera i due metri, sul campo di volley sono state confermate anche dalla sua ex guardia del corpo, Nasser al-Bahri. Sembra che persino in un suo campo di addestramento all’epoca dell’invasione sovietica dell’Afghanistan , il capo terrorista si fosse fatto costruire un campo da volley con tanto di rete dove regolarmente partecipava a partite di pallavolo. Inoltre, ma qui si tratta più che altro d’illazioni, il suo odio verso gli americani si sarebbe cementato con la considerazione che gli “yankee” al volley preferissero il basket o il baseball, sport questi ultimi letteralmente detestati dal leader terrorista arabo.
IV, UNO SCRITTORE DI ROMANZI ROSA. SADDAM HUSSEIN – Il passatempo dell’ex dittatore iracheno era invece la scrittura, in particola la scrittura di romanzi d’appendice a sfondo storico. Il più celebre tra questi è sicuramente Zabibah e il re, pubblicato persino in occidente. Saddam si firmò con un originalissimo pseudonimo: “S”. Zabibah e il re – secondo l’autore – è una sorta di romanzo allegorico che narra della storia dell‘Iraq. In realtà, secondo molti esperti, i dubbi stilistici e storiografici sulle capacità del Saddam come scrittore sono molto forti. Una recensione piuttosto tagliente ha sentenziato addirittura che il romanzo sta alla storia dell’Iraq allo stesso modo che Transformers (il film tratto dall’omonimo cartone animato) sta alla rivoluzione industriale. Il libro è ambientato nell’antico Iraq, dove il re non sarebbe altro che lo stesso Saddam, il quale si sarebbe innamorato della bella ed innocente Zabibah, che invece rappresenterebbe le doti e le virtù dell’Iraq. Dopo lunghe e diverse discussioni dove si tratta di Dio, amore, poesia e felicità, la bella Zabibah cade nelle braccia robuste e forti del re, coronando il suo sogno d’amore. Peccato che Zabibah era già sposata. Il marito crudele e geloso, per punirla, la fece violentare. Ecco come nel libro Saddam spiega lo stupro: “Lo stupro è il più grave dei crimini, se si tratta di un uomo violentato, di una donna o di eserciti invasori che violentano la patria ed usurpano i diritti”. Insomma, la bella ragazza fedifraga rappresenta l’Iraq, il buon Re è lo stesso Saddam, e il marito crudele, manco a farlo a posta, sono gli Stati Uniti d’America. Nel happy end, “S”si è però dimenticato del popolo iracheno. Quello che ancora oggi non vive come nelle fiabe, felice e contento.
III, AL CAPONE, CANZONI D’AMMORE, CHIACCHIERE E DISTINTIVO – sul gradino più basso del podio predisposto da cracked.com troviamo il gran capo della mafia americana d’inizio Novecento. Alfonso Capone, detto Al. Anche lui aveva un hobby. Essendo un italiano, anzi un napoletano, non poteva essere altrimenti che il canto. Sì al Capone, nei suoi ritagli di tempo libero… scriveva canzoni d’amore. Dite quello che volete su Al Capone, ma è stato indiscutibilmente un duro. Forse è stato il più famoso criminale del mondo di tutti i tempi. Spietato, sanguinario ed arrogante. Un uomo senza sentimento, con decine di omicidi sulla coscienza. Ed invece pure Al, da qualche parte, aveva un cuore ed uno spirito romantico e sognatore. Sembra si dilettasse anche a suonare chitarra e banjo. Si ha prova certa di almeno una sua canzone scritta e pubblicata (ma sembra siano molte di più) come quella intitolata “Madonna Mia”, essenzialmente una straziante ode alla sua amata moglie. Parole d’amore che trasudano sentimento da ogni poro, che mal si conciliano all’immagine di pericoloso e sanguinario boss mafioso che ha ucciso, con le sue nude mani, un rivale già in tenera età.
II, A STALIN PIACEVANO I NUDI MASCHILI, MA NON ERA GAY – Quando non era impegnato a mandare le persone nei gulag, Stalin sembra amasse rilassarsi sorseggiando una bevanda fresca davanti ad un fuoco scoppiettante per guardarsi disegni di nudi maschili, spesso in atteggiamenti molto provocanti, come erano i tratti di certa vecchia pornografia. E se questo, in fondo, non è un atteggiamento strano, allo stesso gran capo del Pcus piaceva pure aggiungere, di suo pugno, qualche epiteto o commento pungente. Lui lo riteneva molto divertente. Le scritte sui disegni sono state ufficialmente attribuite a Stalin, ma dopo aver analizzato le immagini, gli psicologi russi hanno sostenuto di “non aver trovato nessun espressione legata ad una latente forma di omosessualità”. Eppure, qualcuno anche tra le mura del Cremlino ha insinuato per qualche tempo “simpatie” gay per il “baffone” per antonomasia. Ma era solo propaganda capitalista. Stalin non era omosessuale
I, KIM JONG IL E IL BASKET. HE LOVES THIS GAME – Cracked.com assegna la sua pole al dittatore nordcoreano Kim Jong Il e al suo smodato amore per il basket. Il suo giocatore preferito è, naturalmente, Michael Jordan. Almeno questo si è venuto a sapere anni fa da una cronaca di un giornale nordcoreano. Secondo il giornale, arrivato per vie traverse in occidente, Kim possiede una registrazione VHS di ogni singola partita di Jordan con i Chicago Bulls. Ha anche invitato Michael in Corea del Nord per un incontro amichevole, magari un one-on-one con lui in persona. Del resto, quando il segretario di Stato all’epoca dell’amministrazione Clinton, Madeleine Albright ha visitato la Corea del Nord nel 2000, gli ha dato un pallone da basket firmato proprio da Mr. Jordan. Un bel gesto dovuto, sembra, ad un attento report della Cia. Kim ha fatto esporre il pallone nel museo nazionale ed i suoi connazionali lo devono riverire come fosse un capo di Stato straniero o una reliquia. Kim è così ossessionato dal basket che ha imposto lo sport in ogni scuola di ordine e grado. 12 ore settimanali da dedicare a “terzi tempi”, “doppi palleggi”, “piede perno” e, naturalmente alle “jam”, le schiacciate in stile “air Jordan”. Non si contano i seminari sul basket che ogni anno si tengono nel paese orientale. Nei negozi scarseggiano (almeno per i più poveri) i generi alimentari di prima necessità, eppure non mancano i palloni e si continuano a costruire campi da basket un po’ ovunque. Kim fa sul serio, lui ama questo sport ed un giorno – n’è certo – darà una dura lezione agli americani. Sul campo di gioco, naturalmente.