Anche i dittatori ed i più pericolosi criminali hanno bisogno di rilassarsi un poco. Cosa c’è meglio che coltivare un salutare hobby?
VI, HITLER ED I PERSONAGGI DISNEY – Cominciamo questo nostro countdown con Adolf Hitler. Tutti sanno che il fuhrer era un artista o almeno amava farsi considerava come tale. Si dilettava a dipingere, specie panorami, e si ha prova certa dell’esistenza di alcuni suoi disegni. Molti meno invece sanno che tra i suoi hobby c’era anche il disegno di personaggi della Disney. La scoperta è recente, del 2008 per la precisione. Si tratta di due dei sette nani e dello schizzo ancora incompleto di Pinocchio. Hitler sembra fosse un vero e proprio fan dei personaggi Disney, si racconta che possedesse persino una copia personale di Biancaneve che considerava come uno dei più grandi film mai creati. Il suo amore per tutto ciò che Disney creava era noto persino a Goebbels, il quale più tardi lo annoterà nel suo diario.
V, OSAMA BIN LADEN E I SUOI COLPI DI VOLLEY – Osama Bin Laden non ha mai fatto mistero di odiare l’America ed
IV, UNO SCRITTORE DI ROMANZI ROSA. SADDAM HUSSEIN – Il passatempo dell’ex dittatore iracheno era invece la scrittura, in particola la scrittura di romanzi d’appendice a sfondo storico. Il più celebre tra questi è sicuramente Zabibah e il re, pubblicato persino in occidente. Saddam si firmò con un originalissimo pseudonimo: “S”. Zabibah e il re – secondo l’autore – è una sorta di romanzo
III, AL CAPONE, CANZONI D’AMMORE, CHIACCHIERE E DISTINTIVO – sul gradino più basso del podio predisposto da cracked.com troviamo il gran capo della mafia americana d’inizio Novecento. Alfonso Capone, detto Al. Anche lui aveva un hobby. Essendo un italiano, anzi un napoletano, non poteva essere altrimenti che il canto. Sì al Capone, nei suoi ritagli di tempo libero… scriveva canzoni d’amore. Dite quello che volete su Al Capone, ma è stato indiscutibilmente un duro. Forse è stato il più famoso criminale del mondo di tutti i tempi. Spietato, sanguinario ed arrogante. Un uomo senza sentimento, con decine di omicidi sulla coscienza. Ed invece pure Al, da qualche parte, aveva un cuore ed uno spirito romantico e sognatore. Sembra si dilettasse anche a suonare chitarra e banjo. Si ha prova certa di almeno una sua canzone scritta e pubblicata (ma sembra siano molte di più) come quella intitolata “Madonna Mia”, essenzialmente una straziante ode alla sua amata moglie. Parole d’amore che trasudano sentimento da ogni poro, che mal si conciliano all’immagine di pericoloso e sanguinario boss mafioso che ha ucciso, con le sue nude mani, un rivale già in tenera età.
II, A STALIN PIACEVANO I NUDI MASCHILI, MA NON ERA GAY – Quando non era impegnato a mandare le persone nei gulag, Stalin sembra amasse rilassarsi sorseggiando una bevanda fresca davanti ad un fuoco scoppiettante per guardarsi disegni di nudi maschili, spesso in atteggiamenti molto provocanti, come erano i tratti di certa vecchia pornografia. E se questo, in fondo, non è un atteggiamento strano, allo stesso gran capo de
I, KIM JONG IL E IL BASKET. HE LOVES THIS GAME – Cracked.com assegna la sua pole al dittatore nordcoreano Kim Jong Il e al suo smodato amore per il basket. Il suo giocatore preferito è, naturalmente, Michael Jordan. Almeno questo si è venuto a sapere anni fa da una cronaca di un giornale nordcoreano. Secondo il giornale, arrivato per vie traverse in occidente, Kim possiede una registrazione VHS di ogni singola partita di Jordan con i Chicago Bulls. Ha anche invitato Michael in Corea del Nord per un incontro amichevole, magari un one-on-one con lui in persona. Del resto, quando il segretario di Stato all’epoca dell’amministrazione Clinton, Madeleine Albright ha visitato la Corea del Nord nel 2000, gli ha dato un pallone da basket firmato proprio da Mr. Jordan. Un bel gesto dovuto, sembra, ad un attento report della Cia. Kim ha fatto esporre il pallone nel museo nazionale ed i suoi connazionali lo devono riverire come fosse un capo di Stato straniero o una reliquia. Kim è così ossessionato dal basket che ha imposto lo sport in ogni scuola di ordine e grado. 12 ore settimanali da dedicare a “terzi tempi”, “doppi palleggi”, “piede perno” e, naturalmente alle “jam”, le schiacciate in stile “air Jordan”. Non si contano i seminari sul basket che ogni anno si tengono nel paese orientale. Nei negozi scarseggiano (almeno per i più poveri) i generi alimentari di prima necessità, eppure non mancano i palloni e si continuano a costruire campi da basket un po’ ovunque. Kim fa sul serio, lui ama questo sport ed un giorno – n’è certo – darà una dura lezione agli americani. Sul campo di gioco, naturalmente.