Rifiuti Roma, lo strano appalto che “blocca” la raccolta
10/04/2015 di Tommaso Caldarelli
Rifiuti Roma, perché la città è sempre più sporca? Perché l’Ama non riesce a svuotare i cassonetti? I motivi sono tanti, ma fra questi c’è anche il pasticcio dell’appalto per i pezzi di ricambio dei mezzi della municipalizzata dell’ambiente: bandito, poi assegnato provvisoriamente e poi ritirato, ora sotto ricorso. Col risultato che l’azienda del comune di Roma non riesce a far uscire mezzi per le strade della città in quantità sufficiente per gestire la pulizia della Capitale.
RIFIUTI ROMA, ECCO PERCHE’ L’AMA NON RIESCE A RACCOGLIERLI
Nella cronaca di Roma del Messaggero l’intera storia. Per i pezzi di ricambio dei suoi mezzi l’Ama ha bandito un “maxi appalto” da quasi 7 milioni di euro che però ora è stato impugnato davanti all’Antitrust, dopo che l’assegnazione è stata revocata dalla stessa municipalizzata.
A rivolgersi all’Authority è stata la Emmeci Motori, una delle aziende leader a livello nazionale per i ricambi degli autoveicoli, nonché vincitrice, insieme a un’altra ditta, la Romana Diesel, del vecchio bando triennale assegnato da Ama per i ricambi, quello scaduto a ottobre scorso. Proprio la Emmeci, da sola, si era aggiudicata il nuovo appalto, diviso in due lotti da 3,45 milioni l’uno. L’assegnazione «provvisoria» però non si è mai tramutata in definitiva, dal momento che Ama, dopo una serie di accertamenti, ha deciso di escludere la ditta vincitrice. Il motivo? Avrebbe vinto il bando offrendo sia ricambi originali (della Iveco) sia «equivalenti», cioè con la stessa qualità certificata degli originali, ma non prodotti dalla casa madre. Solo così, secondo la Emmeci, si può formulare un’offerta più vantaggiosa per l’Ama.
Chiaramente, entrambi i litiganti sostengono la loro tesi con le proprie ragioni; per la municipalizzata l’offerta della ditta non rispetta i capitolati di gara, per la ditta la municipalizzata non tiene conto di innovazioni legislative che andrebbero nella direzione proprio della vincitrice dell’appalto.
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L’AMA, IL PASTICCIO DELL’APPALTO E I MEZZI FERMI
Il problema è che di mezzo ci va la città.
In attesa del parere dei giudici amministrativi e dell’Authority, il maxi-appalto rimane bloccato. Tanto che, dopo 4 mesi di stallo, due settimane fa l’Ama è stata costretta a chiedere una fornitura extra (tecnicamente il «quinto d’obbligo») alle ditte vincitrici della gara scaduta, pur di fare fronte alla necessità di ricambi. Ma la nuova fornitura rischia di essere sufficiente per un’altro mese. Poi, se la gara rimanesse sospesa, la manutenzione rischia di andare in tilt.
Secondo il Messaggero, per la mancanza della fornitura dei pezzi di ricambio ben il 40% dei mezzi Ama ha difficoltà a circolare, nonostante dalle ditte aggiudicatarie del precedente appalto sia stato preteso il cosiddetto “quinto d’obbligo”, ovvero una fornitura straordinaria in mancanza di nuova aggiudicazione.