Riforma appalti: ecco le nuove norme

Meno burocrazia, semplificazione delle norme, centralizzazione e riduzione delle stazioni appaltanti, più spazio alle piccole e medie imprese, stop al regime delle deroghe. Questi i punti cardine della riforma degli appalti, come ha spiegato il Sole 24 Ore, definiti dalla “Commissione Nencini” per il testo di delega da portare in Consiglio dei ministri.

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Photocredit: Lapresse

RIFORMA APPALTI, SI PUNTA SULLA SEMPLIFICAZIONE – L’impianto della riforma riprenderà la disciplina comunitaria su appalti e concessioni, tentando modifiche in un settore travolto dalle inchieste giudiziarie Expo e Mose. In particolare, nei suoi lavori la commissione ha previsto una drastica riduzione, da 600 a 200, del numero degli articoli del codice degli appalti e del suo regolamento. Sarà previsto l’adattamento della legge obiettivo sulle infrastrutture strategiche alle regole generali sugli appalti. Il quotidiano finanziario ha spiegato come saranno sempre previste le gare per assegnare lavori e concessioni, in modo da frenare il regime delle deroghe, oltre che garantire trasparenza e pubblicità adeguate alle procedure. Sarà anche prevista la riduzione degli «oneri documentali» a carico delle partecipanti alle gare.

LE NOVITÀ – Tra le novità introdotte, anche il tentativo di «migliorare le condizioni di accesso al mercato degli appalti e delle concessione pubbliche» per le Pmi, oltre che una revisione del sistema di qualificazione in base a criteri di omogeneità e trasparenza. Potrebbe essere rivisto il sistema delle Soa (società private competenti a rilasciare la certificazione richiesta, in tema di partecipazione a gare d’appalto per l’esecuzione di appalti pubblici). Si prevederà anche l’introduzione del débat public alla francese per la consultazione dei cittadini e del territorio sui progetti da realizzare.

Tra gli obiettivi della riforma anche quello di trovare strumenti finanziari innovativi e «aumentare l’appeal nei confronti dei capitali privati», ha chiarito il Sole 24 Ore.

I TEMPI DELLA RIFORMA – Le direttive comunitarie in materia prevedono l’obbligo di riformare i contratti pubblici entro il mese di aprile 2016. Dopo gli ultimi scandali corruzione, l’obiettivo è però quello di accelerare sull’adozione del nuovo codice degli appalti. Sarà però necessario ancora altro tempo prima che il testo venga consegnato al Consiglio dei ministri. «Vorrei prima ascoltare le associazioni imprenditoriali e le parti interessate alla disciplina», ha confermato Maurizio Lupi, che punta a presentare la proposta di revisione entro fine luglio. Mentre il ministero lavorerà allo scherma di decreto legislativo, sarà compito del Parlamento approvare il disegno di legge delega.

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