Secondo le ultime notizie provenienti da Montecitorio, il M5S sta valutando di occupare l’emiciclo della Camera, dove è in corso la seduta fiume sul ddl riforme costituzionali. Secondo quanto riporta Il Cittadino i grillini sono «in fermento, stiamo valutando. Vediamo cosa accade al Comitato dei nove e poi decidiamo se occupare o meno». Roberta Lombardi aggiunge: «Dal Pd ci hanno fatto una proposta irricevibile. Pausa dalle 20.30 alle 21.30, poi lavori fino a mezzanotte. Nella notte, pausa tecnica. In sintesi, vogliono mangiare e dormire. Ma se desiderano la seduta fiume, gliela serviamo sul piatto».
Dopo quello sui parlamentari, l’Aula della Camera l’emendamento di Scelta Civica, a firma di Mariano Rabino, volto alla corrispondenza del vitalizio dei consiglieri regionali ai contributi da essi effettivamente versati nel corso del loro mandato. L’emendamento è stato respinto con 302 no e 70 voti a favore. Anche in questo caso i Cinque Stelle non hanno preso parte alla votazione.
SONO STATO ESPULSO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI INSIEME A CARLA RUOCCO E ALFONSO BONAFEDE PER AVER GRIDATO LA PAROLA… http://t.co/5jD47W9H4r
— AlessandroDiBattista (@ale_dibattista) 12 Febbraio 2015
«Alla Camera si stanno picchiando sulla riforma della Costituzione, ma chi se ne frega». Così Matteo Salvini ai microfoni di Radio Padania. In questa occasione il segretario del Carroccio ha specificato che l’obiettivo è quello di «pagare meno tasse e lasciare più soldi nelle tasche degli imprenditori. Le proposte non mancano, come la flat tax»
Marina Sereni, presidente di turno alla Camera dei Deputati, preannuncia una pausa tecnica dopo la votazione dell’articolo 36 compreso rispondendo al gruppo M5s che, durante le votazioni pomeridiane in aula alla Camera sul ddl riforme, ha chiesto quando sarà convocato il nuovo Comitato della Commissione Affari costituzionali che era stato annunciato: «Dalle informazioni che ho il Comitato dei nove ora è in grado di esprimere pareri fino all’articolo 36 compreso e poi chiedere un aggiornamento o sospensione per la preparazione degli articoli successivi fino al 41. Ci sarà una pausa tecnica utile per tutti per riprendere il dialogo politico tra le forze che siedono in parlamento». Attualmente l’aula sta votando gli emendamenti e i sub emendamenti all’articolo 35.
I deputati del Movimento 5 Stelle chiedono la parola prima di ogni votazione. I lavori vanno notevolmente a rilento. Raffaella Lombardi si rivolge alla Presidente riguardo al richiamo ai regolamenti chiudendo il suo intervento con un «E che cazz…».
Alessandro Di Battista chiede al Presidente in turno la produzione di un precedente che attesti quanto accaduto oggi alla Camera, con il solo Ivan Scalfarotto presente per il Governo anche se dichiarato in missione. Gianluca Pini (Lega Nord) si accoda chiedendo la decadenza del collega Scalfarotto, intervenuto in discussione.
Un po’ strumentale la questione “deputati in missione”. Però, che diamine, solo Scalfarotto per l’intero Governo… #opencamera
— Adriano Biondi (@adrianobiondi) 12 Febbraio 2015
Alfonso Bonafede del Movimento 5 Stelle chiede la sospensione della seduta per determinate tramite la Giunta per il Regolamento le condizioni della questione legata alla missione di Ivan Scalfarotto, Pd, considerata decaduta. Bonafede chiede l’intervento di Laura Boldrini, come specificato dalla Presidente in turno. Scalfarotto, intervenendo sulla questione, non è più in missione, almeno questa è l’accusa con Davide Crippa (M5S) che chiede un intervento circa la posizione del deputato Pd.
Renato Brunetta su Twitter commenta così lo stallo alla Camera sul ddl riforme con una battuta: «Caos governo e maggioranza in Aula alla Camera sulla riforma costituzionale: da seduta fiume a seduta palude»
Caos governo e maggioranza in Aula alla Camera sulla riforma costituzionale: da seduta fiume a seduta palude @matteorenzi @meb — Renato Brunetta (@renatobrunetta) 12 Febbraio 2015
Mentre proseguono le votazioni sugli emendamenti del ddl Boschi, all’interno del Pd si cerca un confronto dopo le “minacce” della minoranza dem di votare le proprie proposte di modifica al di là delle indicazioni dei vertici del gruppo, a causa della «rigidità» della maggioranza.
Dopo le tensioni tra presidenza e M5S, si prosegue con i pareri di Fiano (Pd, relatore di maggioranza) e dei relatori di minoranza sugli emendamenti e i sub-emendamenti.
«Non possiamo sottoporre all’Aula richieste di sospensione durante la seduta fiume. La presidenza può solo concedere sospensioni tecniche, come è stato fatto. La presidenza non ha nulla in contrario a concederle quando ci siano le ragionevoli prospettive di una finalità. Non è questo il caso in questa fase», ha replicato Marina Sereni (Pd), vice-presidente della Camera.
Restano critiche le opposizioni. Anche Daniele Capezzone (Forza Italia, ma “dissidente fittiano”) ha attaccato, protestando contro la “seduta fiume”: «Non ha senso, non ci sono precedenti»
«Vi chiediamo una sospensione di quattro ore per dipanare il punto cardine della partecipazione dei cittadini alla vita politica inserendola nella Costituzione. Se non ce la date credo che ce la prenderemo», ha attaccato Davide Crippa del M5S. Critico il relatore di maggioranza Fiano (Pd) via Twitter:
Movimento 5 Stelle dichiara che o la Presidenza da la sospensione dell’aula oppure loro se la prendono. 5 in Democrazia. #opencamera — Emanuele Fiano (@emanuelefiano) 12 Febbraio 2015
L’assemblea di Montecitorio ha ripreso a votare gli emendamenti al provvedimento. Si riparte dall’esame dell’articolo 34 sui poteri sostitutivi del governo.
Saltata la trattativa tra M5S e Pd sugli emendamenti, il relatore di maggioranza Fiano (Pd) ha rilanciato: “Avanti con la seduta fiume”.
Niente accordo con i 5 stelle, riprende la seduta fiume alla Camera fino alla fine delle votazioni sugli emendamenti #Hicmanebimusoptime. — Emanuele Fiano (@emanuelefiano) 12 Febbraio 2015
#RiformaCostituzionale Il Pd non ci vuole ascoltare. Sul referendum senza quorum è ancora un no. Se cambiano idea siamo qui. — Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) 12 Febbraio 2015
Non c’è l’accordo M5S-governo: «Se il Pd non dirà sì a tutti e tre gli emendamenti al ddl riforme messi dal gruppo sul tavolo della trattativa sarà ancora ostruzionismo». Lo ha deciso l’assemblea M5S prima che della ripresa dei lavori dell’Aula. I parlamentari pentastellati insistono quindi sull’emendamento relativo ai referendum senza quorum. «Siamo passati da 10 emendamenti a tre, ma dal Pd non c’è stata l’apertura richiesta sulla democrazia diretta, nonostante questa pausa», ha annunciato la capogruppo M5S. «Avevamo chiesto i referendum a zero quorum, la possibilità per il Parlamento di sollevare questioni alla Consulta e certezza nell’esame di leggi di iniziativa popolare. Strumenti di democrazia dal basso che potevano essere accettati. Ci hanno detto di no. Basta», ha concluso Dadone.
Critiche nei confronti del governo anche da parte della minoranza Pd. «Abbiamo chiesto poche modifiche, ma finora abbiamo soltanto ricevuto dei “no”», si è lamentato il bersaniano Zoggia, auspicando «responsabilità» da parte della maggioranza. «Altrimenti è evidente che ognuno sarà libero di votare e che nell’Aula emergeranno le divergenze all’interno del partito», ha attaccato. Simile il commento di Alfredo D’Attorre, altro dissidente interno, che ha denunciato come il Pd non si sia riunito per confrontarsi. «Nonostante la fine del Nazareno, resta lo stesso atteggiamento di rigidità. Senza aperture andremo avanti e voteremo i nostri emendamenti in Aula», ha attaccato, di fronte ai cronisti.
«Il referendum senza quorum è una richiesta avanzata dal Movimento 5 Stelle, ma non è al momento sul tavolo della trattativa». La ministra per le Riforme Maria Elena Boschi esclude che sia possibile una convergenza tra maggioranza e pentastellati su una delle tre richieste avanzate dal M5S. Sarebbero invece state accettate altre due proposte, ovvero quella che rende possibile un ricorso alla Corte Costituzionale per una minoranza parlamentare e la discussione obbligatoria delle proposte di legge di iniziativa popolare, entro una certa data. Il M5S è ancora in assemblea per decidere come comportarsi in Aula.
Slitta dalla 15 alle 16 la ripresa dell’Aula della Camera sulle riforme costituzionali, in modo da consentire ai deputati del Movimento 5 Stelle di riunirsi in assemblea. A riferirlo ai cronisti è il deputato pentastellato Danilo Toninelli, relatore di minoranza del ddl. «La maggioranza ha aperto ad alcune modifiche da noi proposte. Potremmo decidere di ritirare i subemendamenti, pur restando fermamente contrari alla riforme. Ma sulla linea decide l’assemblea», ha precisato.
L’obiettivo del governo è l’approvazione entro la seduta di oggi degli articoli del disegno di legge dal 34 al 21, per poi continuare con quelli dal 10 al 20 nella seduta di domani. Possibile, come ha annunciato il relatore Fiano, che la maggioranza apra ad alcuni emendamenti delle opposizioni. Ci sarebbe l’accordo su quello relativo alla parità di genere all’art. 35 («La legge della Repubblica stabilisce altresì i principi fondamentali per promuovere l’equilibrio di genere tra uomini e donne nella rappresentanza»). Non ci sarebbe invece alcuna intesa tra Pd e Lega/Fi sul tema delle macroregioni.
I lavori in Aula a Montecitorio saranno sospesi per due ore. Riprenderanno alle 15, per consentire al “Comitato dei Nove” (composto dai relatori e dai rappresentanti dei gruppi nella Commissione) di riunirsi: «Faremo delle valutazioni su alcuni emendamenti sui quali è possibile la modifica del parere del relatore», ha spiegato il relatore Emanuele Fiano (Pd). In mattinata è stato approvato con 295 sì, 88 no e 15 astenuti l’articolo 33 del disegno di legge Boschi, che modifica l’articolo 119 della Carta costituzionale. Riguarda l’autonomia finanziaria degli enti territoriali: si prevede l’autonomia finanziaria di entrata e spesa di Comuni, Città metropolitane e Regioni, nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci. Gli enti devono concorrere ad assicurare il rispetto dei vincoli economici e finanziari che derivano dall’ordinamento dell’Unione europea.
I deputati del Movimento Cinque Stelle sono presenti a Montecitorio, ma hanno deciso di non prendere parte alle votazioni in aula sugli emendamenti alle riforme. Ad annunciarlo è stata la capogruppo Fabiana Dadone, motivando la decisione con la volontà di «non avallare le decisioni assunte nella notte sulla seduta fiume».
#Pd non vuole dialogare con #M5S http://t.co/QMjhqjpK21 @Corriereit @repubblicait @fattoquotidiano @la_stampa @HuffPostItalia @_DAGOSPIA_ — Fabiana Dadone (@DadoneFabiana) 12 Febbraio 2015
Dadone ha contestato il “no” del Pd a tre emendamenti targati M5S. «Il primo per rendere obbligatorio l’esame delle proposte di legge di iniziativa popolare. Il secondo era sui referendum senza quorum. Il terzo era per consentire il ricorso davanti alla Consulta sugli atti approvati dalla Camera. Non stiamo chiedendo niente di incredibile», ha attaccato.
#RiformaCostituzionale Dopo la notturna il Pd dorme ancora. Mancato il numero legale. E pensare che le riforme sono loro. Che vergogna! — Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) 12 Febbraio 2015
Non c’è ancora un accordo tra le forze parlamentari: «Stiamo lavorando positivamente, non possiamo anticipare l’esito di un confronto che è in corso», ha spiegato il vicesegretario dem, Lorenzo Guerini.