Rifugiati ospitati nei centri di accoglienza venivano sfruttati per lavori agricoli. È quanto emerso da un’indagine della procura di Cosenza che ha portato stamattina ad eseguire 14 misure cautelari. L’operazione viene condotta oggi dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza.
I militari stanno eseguendo, in particolare, misure cautelari (2 custodie cautelari in carcere, 4 arresti domiciliari e 8 obblighi di dimora) emesse dal Giudice per le indagini preliminari di Cosenza, Salvatore Carpino, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di altrettante persone accusate, a vario titolo, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, abuso d’ufficio e tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Le indagini sono iniziate a settembre dell’anno scorso. Secondo gli elementi raccolti, i rifugiati, principalmente senegalesi, nigeriani e somali, venivano prelevati da due Centri di accoglienza straordinaria di Camigliatello Silano, in provincia di Cosenza, e portati a lavorare in campi di patate e fragole dell’altopiano della Sila cosentina o impiegati come pastori per badare agli animali da pascolo.
Il presidente e due responsabili della gestione di un Centro di accoglienza straordinaria sono accusati di avere illecitamente reclutato i rifugiati ospiti della struttura per essere impiegati in nero come braccianti e pastori in numerose aziende agricole. I tre indagati dovranno anche rispondere della manipolazione dei fogli presenza dei rifugiati, nel tentativo di ottenere i finanziamenti previsti dalla legge a sostegno della struttura di accoglienza. Il fenomeno ha riguardato complessivamente una trentina di migranti, che sono stati sfruttati in nero con paghe oscillanti tra i 15 e i 20 euro per una giornata lavorativa di 10 ore.
In una nota i carabinieri hanno riferito che nell’inchiesta viene contestato per la prima volta il nuovo reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
(Foto di un centro accoglienza migranti nel Torinese da archivio Ansa. Credit: ANSA / ALESSANDRO DI MARCO)