Roberto Deiana: l’allenatore di pallamano accusato di aver abusato di due sue atlete

Accusato da due sue atlete della squadra di pallamano femminile e rinviato a giudizio per abusi sessuali su minorenni. Le vicende giudiziarie che vedono protagonista Roberto Deiana, allenatore della squadra femminile di pallamano Handball Athletic Club di Nuoro, iniziano la scorsa estate con un avviso di garanzia nei suoi confronti. Su Deiana pesano accuse gravi: aver abusato sessualmente di due ragazze che giovavano nella sua squadra. Ma lui rigetta ogni accusa e, all’ANSA, racconta la sua verità.

roberto deiana accuse 1

L’ALLENATORE ACCUSATO DA DUE ATLETE – Roberto Deiana è un volto noto della pallamano italiana: oltre ad essere un importante allenatore sportivo a Nuoro, ha anche portato allo scudetto le squadre femminili di Sassari e Verona, è Ct della Nazionale femminile giovanile, selezionatore della nazionale femminile di pallamano e coordinatore regionale degli allenatori. Nell’estate del 2013, però, su di lui piovono le accuse da parte di due ragazze che, tra il 2011 e il 2012, avevano giocato nella sua squadra. Le due atlete – una straniera che all’epoca viveva a Nuoro e giocava nella squadra under 16, e l’altra sarda in forza in una squadra di Sassari – hanno raccontato alle forze dell’ordine che, durante due diverse trasferte, l’allenatore avrebbe tentato un approccio di natura sessuale: in un primo caso avrebbe invitato una giocatrice nella sua camera d’albergo con la scusa di vedere alcuni filmati e l’avrebbe poi palpeggiata. In un’altra trasferta, poi, avrebbe tentato di molestare una seconda ragazza, sempre invitandola in camera. Il primo episodio contestato all’allenatore sarebbe accaduto durante una trasferta in Abruzzo, infatti la prima Procura a procedere è stata quella di Teramo che ha poi trasmesso per competenza gli atti alla Procura di Nuoro.

«È LA VENDETTA DI UNA MIA ATLETA» – Deiana, tuttavia, fornisce una versione molto differente dell’accaduto: non ci sarebbe stato né un tentativo di abuso né avance, ma soltanto una ritorsione da parte di una ragazza allontanata dalla squadra: «È una vendetta da parte di una ragazza che ho allontanato dal campo perché non rispettava le regole – spiega il coach Deiana all’ANSA – L’ho aiutata finché ho potuto, poi i suoi comportamenti non erano più adeguati a quelle che sono le regole ferree di un’atleta». Ieri l’allenatore ha voluto incontrare anche i genitori dei ragazzi dell’Handball club nuorese, circa 100 atleti di otto squadre in varie categorie. «Sono il Roberto che avete sempre conosciuto – ha detto ai genitori – Mi difenderò in sede legale perché voglio uscirne pulito come pulita è la mia coscienza su questi fatti».

I GENITORI DIFENDONO IL COACH – Alla riunione erano presenti una quarantina di genitori che si sono stretti attorno all’allenatore: «Siamo fiduciosi nella difesa di Roberto – hanno spiegato – Noi continuiamo a considerarlo il principale attore sportivo e, non solo, per i nostri figli. È un allenatore che da 20 anni ha portato i ragazzi di Nuoro ai massimi livelli agonistici senza mai risparmiarsi. Di lui conosciamo la ferrea disciplina ma anche la bontà e la generosità. L’attività sportiva non si deve fermare nemmeno per un minuto».

 

LEGGI ANCHE: Alessandra Mussolini, il marito indagato per le baby squillo e le “vendette” sui social

 

 

«NON GLI SI PUÒ RIMPROVERARE NULLA» – E sull’innocenza di Deiana è pronta a garantire anche Domenica Satta, capitano dell’Handball club Nuorese, da 15 anni in campo con varie squadre della seria A e anche in Nazionale. La Satta, 35 anni, conosce bene Deiana: con lui ha avuto anche un rapporto sentimentale e all’agenzia sottolinea il carattere integerrimo dell’allenatore: «Sul fatto che Roberto sia estraneo a questi fatti sono pronta a buttarmi nel fuoco; tutto gli può essere rimproverato, nulla però sulla sua correttezza – dice l’atleta – Ma se Roberto fosse un molestatore di ragazzine le pare che le due ragazze fossero le uniche con cui ci ha provato? Sono 20 anni che fa questo mestiere: il problema sarebbe venuto fuori prima. A Roberto gli si può dire che è un bonaccione in senso buono, ma è uno che non si è mai risparmiato per i suoi atleti mettendoci anche tanto tempo e denaro. Per questo oggi noi atlete della società non accettiamo queste accuse su di lui: il processo dovrà fare il suo corso, ma noi abbiamo assoluta fiducia nella sua innocenza». Intanto, attestati di stima di solidarietà continuano ad arrivare sui social network da tutta Italia. «Conosco Roberto e conosco la collega che è stata allontanata dalla squadra per motivi disciplinari – dice ancora Satta – Roberto aveva investito tanto su di lei aveva visto un grande talento sportivo, ma i suoi comportamenti non erano all’altezza del suo talento».

«DURANTE LE TRASFERTE USAVAMO IL SUO COMPUTER» –  Sul fronte dell’inchiesta, spuntano registrazioni, messaggi via chat e sms. «Non ci sarà niente di tutto questo – conclude Domenica Satta – durante le trasferte tutte le atlete usavano il suo computer senza che lui ci vedesse niente di strano. Ecco questo lo voglio dire: Roberto per certi aspetti è un bonaccione, per lui il male non esiste». Secondo Francesco Lai, avvocato di Deiana, la prima udienza del processo potrebbe essere fissata per maggio e il legale non ha dubbi che nel corso del procedimento verrà stabilità l’estraneità ai fatti dell’allenatore: «Roberto per raggiungere alti traguardi pretende l’osservazione ferrea delle regole e forse questo non gli è stato perdonato – ha sottolineato l’avvocato Lai – Mi lascia perplesso il fatto che l’atleta che giocava nella sua squadra ha continuato a giocare con lui per diverso tempo dopo i fatti che dice siano accaduti. In questa vicenda ci sono molti lati oscuri che nel processo, sono sicuro, verranno chiariti».

(Photocredit copertina: Getty Images, immagine di repertorio)

Share this article