Roberto Speranza spacca il Pd sulle nomine dei tg Rai: «Nemmeno Berlusconi è arrivato a tanto»

03/08/2016 di Redazione

Le nomine dei nuovi direttori dei tg Rai fanno discutere. Secondo Roberto Speranza, intervistato dall’Huffington Post, «l’estromissione di Bianca Berlinguer» ha «il profumo di un tentativo di normalizzazione dell’informazione che ci fa somigliare a chi abbiamo sempre criticato».

Un Renzi quindi sempre più simile a Berlusconi.

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Formalmente però le nomine le fanno i vertici di viale Mazzini e Renzi ha dichiarato che se ne tiene fuori. Perché lei lo considera un problema del Pd?
“Beh, se è per questo formalmente le nomine le fa sempre l’azienda. Ma questi vertici sono stati scelti dal governo, c’è un rapporto di fiducia. Difficile giocare a nascondino. Si lascia purtroppo il dubbio che si sia dinanzi ad un’azione punitiva verso chi ha coltivato con autorevolezza gli spazi di autonomia che il servizio pubblico dovrebbe sempre garantire”.

 

Ovviamente si riferisce al tg3 e a Bianca Berlinguer.
“Bianca Berlinguer è una professionista che stimo e rispetto. Ma il punto per me non è mai una singola personalità. È il messaggio di fondo che si lascia intendere. La sua estromissione fatta in questo modo, con questa accelerazione agostana e senza un piano delle news ancora chiaro, ha il profumo di una normalizzazione del Tg3 che nemmeno Silvio Berlusconi era mai arrivato a fare”.

Quindi, sulla Rai Renzi peggio di Berlusconi?

“Mi auguro di essere smentito nelle prossime ore. Ma guardi mi ha molto colpito che nel giorno in cui padre Jacques veniva sgozzato barbaramente in una chiesa a Rouen, la collega Alessia Rotta, che è responsabile informazione nella segreteria del Pd, ha trovato il tempo di fare un tweet contro il tg3 reo di non aver dato sufficiente risalto alla chiusura del cantiere della Salerno-Reggio Calabria. Ma può il Pd fare una cosa del genere? Può il Pd dare pagelle su come si fa un telegiornale o una trasmissione? Questi non siamo noi, stiamo andando fuori dalla nostra cultura politica”.

(in copertina Roberto Speranza. Immagine di: Giornalettismo)

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