Robin Williams ha lasciato in beneficenza i propri diritti d’immagine

Robin Williams ha lasciato in eredità la propria immagine a un’associazione di beneficenza, che per 25 anni a partire da oggi, potrà disporre dell’uso dei diritti d’immagine dell’attore.La notizia è stata resa nota ieri, dopo che i famigliari dell’attore si sono ritrovati in un’aula del tribunale di San Francisco per decidere come spartirsi i beni personali appartenuti all’attore, come gioielli e memorabilia vari.

Foto: ANDREJ ISAKOVIC/AFP/Getty Images
Foto: ANDREJ ISAKOVIC/AFP/Getty Images

NIENTE PUBBLICITÀ CON ROBIN WILLIAMS –

Come fa notare The Hollywood Reporter, la notizia dei bisticci dei famigliari di Williams, morto suicida l’11 agosto 2014, ha fatto passare in secondo piano quella che è una vera e propria decisione storica: mai prima di oggi un personaggio famoso aveva deciso di destinare in beneficenza i propri diritti d’immagine, che l’attore ha deciso di considerare un bene al pari di immobili e denaro, disponendone nel proprio testamento. È probabile, sottolinea ancora il sito di gossip americano, che in futuro molte altre celebrità seguiranno il suo esempio:

Williams ha lasciato in eredità il diritti sul proprio nome, firma, fotografie e simili alla Windfall Foundation, un’organizzazione di beneficenza creata dai rappresentanti legali dello stesso Williams. Ci sono due clausole molto importanti: la prima è che la fondazione limita l’uso dell’immagine di Williams per 25 anni a partire dalla sua morte. Questo significa che l’immagine dell’autore non comparirà da nessuna parte fino all’11 agosto 2039. In secondo luogo, questa disposizione impedisce fin d’ora a un regista di inserire digitalmente un ologramma di Robin Williams in uno dei suoi film, solo per fare un esempio.

UN FATTO DI PRIVACY? –

«È interessante il fatto della restrizione dei diritti d’immagine per 25 anni – ha osservato Laura Zwicker, consulente fiscale alla Greenberg Glusker – Non ho mai visto nulla del genere prima d’ora: ho visto restrizioni sulle condizioni di utilizzo, ad esempio non far comparire l’immagine accanto a determinati brand, ma mai così. Probabilmente è stato fatto anche per un fatto di privacy». Oppure, molto probabilmente, i rappresentanti legali di Williams hanno voluto rispettare la volontà dell’attore ed evitare che venisse “resuscitato digitalmente” e fatto comparire in film e spot pubblicitari.

 

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BENEFICENZA E TASSE –

Oltretutto, la Windall Foundation ha dato mandato di destinare gli eventuali introiti dei diritti di immagine di Robin Williams a diverse associazioni – da Medici Senza Frontiere a Make-a-Wish – in modo da poter legalmente detrarre le donazioni nella dichiarazione dei redditi. Una mossa, questa, che sistema anche una questione puramente fiscale, a differenza di quanto era accaduto dopo la morte di Michael Jackson: in seguito alla scomparsa del “Re del pop”, infatti, il Fisco statunitense aveva calcolato che la sua immagine valeva circa 500 milioni di dollari e ne ha reclamati circa 200 milioni di tasse, iniziando un procedimento giudiziario tuttora in corso. Con questa disposizione, Williams non solo ha fatto in modo di poter controllare lo sfruttamento della propria immagine anche dopo la sua morte ma, di fatto, ha anche riconosciuto il valore monetario “da morta” di una celebrità, cercando quindi di “smorzare” il potere del Fisco in questo campo.

(Photocredit copertina: Ryan Pierse/Getty Images Entertainment)

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