Roma, disastro Ama: ecco perché i rifiuti invadono le strade
29/07/2015 di Redazione
Chiusura della discarica di malagrotta. Parentopoli del periodo Alemanno. Sono i due terremoti che hanno messo in ginocchio public utility del Comune di Roma che si occupa della raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Ma la municipalizzata Ama (Azienda Municipale Ambiente) deve fare i conti anche con l’assenteismo e i guasti ai mezzi.
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ROMA, RIFIUTI IN STRADA: 40% DEI MEZZI GUASTI –
A saltare il turno di lavoro sarebbero in media un netturbino du sette, mentre risulterebbe guasto addirittura il 40% dei camion. Lo spiega un’inchiesta di Repubblica realizzata da Corrado Zunino e Cecilia Gentile:
La municipalizzata romana ha subito due recenti terremoti, che ne hanno compromesso un’efficienza mai allo zenit. La novità logistica è stata la chiusura della discarica di Malagrotta, il buco dell’immondizia più grande d’Europa gestito per 38 anni da Manlio Cerroni, ora, superati gli ottanta, costretto a rispondere di una lunga serie di reati da monopolista del rifiuto. Ma il terremoto che ha squassato l’Ama è stata la parentopoli del periodo Alemanno sindaco-Panzironi amministratore, e il processo che ne è seguito. Dal 4 giugno 2009 al 7 settembre 2010 – anni di piena crisi economica, di dimagrimento a forza della cosa pubblica – l’Ama ha assunto in quattro tranche altri 1.087 uomini: 443 autisti, 624 operatori ecologici, venti interratori-seppellitori. Per 841 la procura ha ipotizzato il falso o l’abuso. Lo scorso 27 maggio Franco Panzironi, già ad a 350 milioni l’anno, è stato condannato a 5 anni e 3 mesi. Con lui l’ex direttore del personale, l’ex presidente della commissione esaminatrice, l’ex capo del settore legale. Sono tutti usciti dall’azienda pubblica.
Non è facile, però, ricostruire sulle macerie dei processi. Anche perché il lungo viaggio per il rientro dal debito con le banche (l’esercizio 2013 si è chiuso con un utile di 741 mila euro) si è realizzato risparmiando su manodopera e mezzi. La stessa azienda ha rivelato ad aprile che il 40 per cento delle macchine era ferma in rimessa, così anche un quarto delle spazzatrici. Ancora oggi le assenze riguardano – tutti i giorni – un lavoratore su sette.
ROMA, RIFIUTI IN STRADA: IMPIANTI ANCORA INSUFFICIENTI –
L’Ama, che (dati del 2013) si trova a servire circa 3milioni e 300mila persone e ha il compito di pulire oltre 3.3oo km di strade, vive il periodo più difficile della sua storia (l’azienda fu fondata nel 1985). La fase di transizione odierna dovrebbe condurre la municipalizzata verso una quotidianità di recupero e riciclo. Scrivono ancora Zunino e Gentile su Repubblica:
Con Malagrotta chiusa, oggi bisogna affidare gran parte dei rifiuti della capitale all’esterno. In Emilia, in Lombardia, in Friuli, nel resto del Lazio. Al primo intoppo della macchina che distribuisce spazzatura romana al resto d’Italia la capitale va in crisi. I sei impianti che Ama controlla hanno bisogno di una forte revisione per entrare in una modernità europea. Maccarese, l’unico per il compost, riesce a trattarne 30 mila tonnellate l’anno: i romani ne producono 100 mila. Anche Rocca Cencia dovrebbe trattare i rifuti, ma spesso li ammassa sul piazzale d’ingresso perché non c’è più spazio dove metterli. Sorgerà qui l’ecodistretto, la prima città dei rifiuti che chiuderà sul posto il ciclo. Sarà pronto tra due anni, però.
(Foto: ansa / Claudio Peri)