Roma, cosa sta succedendo a Farmacap
04/02/2015 di Tommaso Caldarelli
Roma, cosa sta succedendo a Farmacap?
La vicenda dell’Azienda Speciale delle farmacie di Roma Capitale sta iniziando ad agitare la stampa locale, l’Aula Giulio Cesare, le forze di maggioranza che sostengono il sindaco Ignazio Marino e quelle di opposizione che sono pronti a fare della vicenda delle municipalizzate il prossimo banco di sfida alla gestione del sindaco chirurgo, dopo l’approvazione della delibera sulle unioni civili. La vertenza, impegnando una municipalizzata di un grande comune italiano, potrebbe anche fare scuola a livello nazionale.
ROMA, COSA E’ FARMACAP E COSA STA SUCCEDENDO – Il dossier più completo sulla situazione di Farmacap è stato composto dai Radicali Romani e pubblicato su OpenCampidoglio. Farmacap è l’azienda speciale del Campidoglio che gestisce le 43 farmacie direttamente di proprietà del comune. Particolarmente importante è il notare che molte delle farmacie gestite direttamente da Farmacap si trovano in zone periferiche della città; secondo i Radicali però “molte sono collocate in zone nelle quali sono presenti numerosissime farmacie private nel giro di poche centinaia di metri”. Ecco la mappa, elaborata sempre da OpenCampidoglio.
Sia come sia, il principale problema di Farmacap è il rosso fisso e strutturale certificato dai documenti ufficiali di bilancio: 15 milioni di euro di perdite fino al 2013, consistenti prevalentemente in crediti verso le Asl (e dunque verso la Regione Lazio) piuttosto difficili da esigere per questioni burocratiche; perdite ripianate con un aumento di capitale direttamente proveniente dal bilancio di Roma Capitale nello stesso anno, ma da lì, ancora 3,1 milioni di euro di perdite nel 2013, altri 5 milioni nel 2014 e, continua il Corriere della Sera, “una previsione per il 2015 di nuovi e consistenti” rossi.
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LA GIUNTA: “VENDIAMO FARMACAP” – La Legge di Stabilità 2014, e la linea della giunta sostenuta sopratutto dall’assessora al Bilancio, la “sindachessa” Silvia Scozzese, impone la liquidazione pura e semplice di qualsiasi società pubblica che abbia necessità di essere ripianata per quattro anni di fila. Il piano dell’amministrazione sembra chiaro: scrive il Messaggero nella Cronaca di Roma che la strada è la “messa in liquidazione, poi dismissione, quindi vendita”. Per dirla con il capogruppo del Pd Fabrizio Panecaldo: “Faremo il possibile per salvare il salvabile”, sopratutto a livello occupazionale. Ma all’interno del Partito Democratico i malumori non mancano: Francesco d’Ausilio, ex capogruppo del partito, sostiene una soluzione intermedia. “Aspettiamo il pareggio di bilancio nel 2015, poi facciamo entrare i privati come partner”, ovvero trasformiamo Farmacap in una Spa pura e semplice. Un’ipotesi ventilata dall’opposizione con Mino Dinoi del gruppo Movimento Cantiere Italia che aveva proposto ieri una delibera che andava in questa direzione (“c’è un problema di governance, di responsabilità e di visione politica di cosa vogliamo fare delle municipalizzate”, afferma Dinoi) che però la maggioranza ha votato per rinviare in Commissione nell’attesa di chiarire importanti nodi al proprio interno.
MALUMORI NELLA MAGGIORANZA – Già, perché è dal lato sinistro della coalizione che arrivano i malumori più forti: “Qualcuno non pensasse di farci arrivare all’ultimo minuto del bilancio per poi metterci davanti a una scelta obbligata. Chiediamo alla giunta di spacchettare e fare dossier su ogni partecipata che si vuole dismettere perché non si può fare un unico calderone, serve un’operazione di verità. Alla giunta chiedo: vi sembra sensato privatizzare le farmacie in periferia? E se ce lo chiede il governo sbaglia. Questi presidi medici, dopo una eventuale vendita da quei posti andranno via. Non ci stiamo ad abbandonare dei presidi socio-sanitari togliendoli alla periferia. Chiediamo di aprire un tavolo con l’assessore Scozzese”; così Gianluca Peciola, capogruppo di Sinistra, Ecologia e Libertà, che chiede che la partita delle dismissioni venga affrontata “caso per caso”. Esponenti di Sel hanno partecipato ad una conferenza stampa con i lavoratori di Farmacap, insieme al gruppo del Movimento Cinque Stelle di Roma Capitale, particolarmente attivo nel seguire la vertenza.
In particolare i consiglieri grillini annunciano di aver già presentato presso la Procura della Repubblica delle segnalazioni.
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L’OPPOSIZIONE: “TURBATIVA D’ASTA?” – “La ‘prova provata’ che Farmacap può fare utili sta nel fatto che i privati bussano alla porta per prendersi una fetta di mercato e in Aula faremo i nomi”, afferma Virginia Raggi del Movimento Cinque Stelle: “Abbiamo depositato un esposto alla Procura della Repubblica sulla base di alcune mire speculative che sono state poste in essere su Farmacap”.
Per la precisione, confermano al telefono esponenti del Movimento in Aula Giulio Cesare, “sappiamo di gruppi di farmacisti e di grossisti che si sarebbero già interessati a Farmacap. Ovviamente ci rimettiamo al magistrato, ma a noi sembra che ci siano elementi per ipotizzare la turbativa d’asta“. Sul fronte della protesta, chiaramente, i lavoratori.
La prossima settimana, il 10 febbraio, saranno in piazza sotto il Campidoglio per far sentire la loro voce. E oggi hanno ribadito il loro no alla privatizzazione o alla dismissione, lanciando le loro proposte sul futuro dell’azienda: rilanciare Farmacap trasformandola in un ente fornitore, puntando all’integrazione socio-sanitaria con servizi di prossimità quali assistenza agli anziani, sostegno psicologico e autodiagnostica. Fino a pensare di farle diventare delle Case della Salute.
Così su Repubblica: la bomba delle municipalizzate è dunque pronta a scoppiare sotto la scrivania del sindaco Ignazio Marino.