I raid aerei russi sulla Siria avrebbero già causato circa 400 vittime tra i civili. Una buona parte di essi sarebbero bambini. A fare un primo bilancio degli ultimi mesi di bombardamenti è al-Jazeera, che cita i dati diffusi dal Syrian Observatory for Human Rights, l’osservatorio siriano per i diritti umani con base nel Regno Unito.
Dal 30 settembre 2015 – giorno in cui i raid russi sono ufficialmente iniziati a al 20 novembre sarebbero 403 i civili uccisi, tra cui 97 bambini. Non solo: è notizia di oggi, riportata dall’ANSA, che l’aviazione russa avrebbe sganciato bombe al fosforo bianco in zone abitate da civili. Questo sarebbe avvenuto nel nord-ovest del paese, lontano dalle zone di controllo dell’ISIS.
A denunciarlo è la Syrian Network for Human Rights, Rete Siriana per i Diritti Umani: le bombe al fosforo bianco sarebbero state usate in otto bombardamenti avvenuti lo scorso 12 ottobre nella regione di Idlib, tra i distretti di Ariha e Maarrat an Numan, nel villaggio di Bayanin. Nei raid sarebbe stato colpito anche un panificio e tre civili, di cui due bambini, sono morti negli attacchi. Secondo la Rete Siriana per i Diritti Umani dall’inizio dei raid russi sulla Siria i civili uccisi sarebbero già 526, 137 dei quali bambini.
Dall’inizio dei raid di Mosca sulla Siria, gli aerei russi hanno già compiuto 141 incursioni, colpendo 472 obiettivi ad Aleppo, Damasco, Idlib, Latakia, Hama, Raqqa, Homs e le province di Deir Az Zor. La Russia ha spiegato che l’obiettivo delle operazioni militari in Siria è quello di rispondere a una precisa richiesta del presidente Assad. Quest’ultimo, in una recente intervista per l’emittente televisiva cinese Phoenix, ha spiegato che la situazione in Siria «è molto migliorata dopo l’intervento russo» e che quella che sta avvenendo nel paese non è una guerra civile «ma una guerra contro i gruppi di terroristi supportati dagli stati esteri».
(Photocredit copertina: SAMEER AL-DOUMY/AFP/Getty Images)