Salaria bloccata, la protesta dei terremotati: «Rispettate il dolore e le promesse» | FOTO
01/04/2017 di Redazione
Terremotati in strada in diversi comuni del Centro Italia e a Roma per chiedere alle istituzioni di mantenere le promesse per la ricostruzione dopo le scosse degli ultimi mesi. A Trisungo, frazione di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, manifestanti hanno bloccato la strada statale ‘Salaria’. «La ri-scossa dei terremotati», è il titolo della manifestazione, in contemporanea con un’altra manifestazione in programma a Roma e in vari luoghi colpiti dal sisma. A Trisungo, sotto le rovine di Arquata, ci sono radunate alcune centinaia di persone. Oltre ai terremotati del luogo presenti anche quelli di Acquasanta Terme e delegazioni di Castelluccio, Cascia, Samugheo.
PROTESTA TERREMOTATI AD ARQUATA DEL TRONTO, SALARIA BLOCCATA
«Rispettate il nostro dolore e le nostre promesse», «Non molliamo», «Arquata vive», «Arquata non muore», sono alcune delle scritte su striscioni e cartelli. I manifestanti hanno portato un trattore, ma qualcuno ha collocato lungo la strada anche un tavolo con delle sedie. Sul luogo sono giunti anche polizia, carabinieri e polizia municipale.
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Al grido de «la ri-scossa dei terremotati» un gruppo di terremotati ha cominciato una manifestazione anche a Torrita, una delle frazioni di Amatrice, in provincia di Rieti. Il gruppo ha bloccato la salaria all’altezza della frazione.
PROTESTA TERREMOTATI A MONTECITORIO
Intanto alcuni membri di alcuni comitati delle zone del Centro Italia colpite dal terremoto (tra cui i gruppi ‘La terra trema, noi no’ e ‘Quelli che il terremoto’) questa mattina (minuti di trombette, fischietti e striscioni) si sono radunati a Roma in piazza Montecitorio per far sentire la propria voce chiedere un rapido intervento da parte di governo e istituzioni. «Vogliamo una risposta entro una settimana da parte del governo e dei capi dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, altrimenti non ci spostiamo più dalla Salaria e bloccheremo il Paese», hanno gridato. «Sono passati sette mesi di parole – si è poi sfogata davanti alle telecamere di SkyTg24 Francesca Mileto, tra i coordinatori dell’iniziativa che si sta svolgendo in contemporanea in altre dieci comuni del cratere – e c’è ancora gente che dice ‘bravi’, ma che cosa hanno fatto? Non hanno fatto niente. Nemmeno rispetto per i morti. Non c’è bisogno che vi mandiamo un invito. Avete rotto le p… dovete stare in mezzo al popolo».
(Foto di copertina da archivio Ansa)