Si è inventato una campagna abbonamenti con tanto di manifesto con la sua faccia e con il motto in dialetto «U Putenz è semb nu squadron» (Il Potenza è sempre uno squadrone). Salvatore Caiata ha preso in mano le redini della società lucana – che da anni non riesce a calcare palcoscenici importanti – per poterla portare ai fasti di un tempo, quando riuscì addirittura a raggiungere la Serie B.
Ma il suo entusiasmo passa anche attraverso la comunicazione. Nell’intervista rilasciata al termine della prima partita di campionato vinta contro la Cavese, Caiata assume in tutto e per tutto l’atteggiamento di un altro presidente che ha un’esperienza relativamente recente nel calcio. Le sue parole, il suo modo di porsi davanti al microfono e alla telecamera, i suoi atteggiamenti plateali ricordano da molto vicino, infatti, quello del collega Massimo Ferrero, numero uno della Sampdoria.
Dai campi di Serie A a quelli di Serie D la distanza è tanta. Ma presidenti come Ferrero e Caiata cercano di accorciarla. Intervistato da alcune tv locali, il dirigente del Potenza si lascia andare a un «Siii, forrrza…» che ricorda tantissimo l’esultanza del più accanito degli ultrà. Poi, porta la mano al petto e la batte forte in corrispondenza del cuore per testimoniare tutto l’affetto nei confronti della sua creatura. Infine, mette in fila una serie di frasi che faticano a stare insieme per logica: parla di progetti, ma anche di cogliere i momenti propizi, ripete «Non abbiamo fatto niente», ma si mostra orgoglioso del successo ottenuto sul campo.
Insomma, nel calcio moderno, le partite non si vincono soltanto con i giocatori buoni. Ma passano anche per i like su Facebook e – in generale – per il successo che si ottiene sui social network.
(FOTO da pagina Facebook Potenza Calcio Official)