Santoro conferma la fine di Servizio Pubblico: «Ma il talk non è morto»
18/05/2015 di Redazione
«Finché ci sarà la televisione, ci sarà il talk. Per anni abbiamo parlato di un falso, la crisi dei talk: l’unica crisi è quella del sistema televisivo italiano». È un Michele Santoro a 360 gradi quello che accompagna Giulia Innocenzi nella conferenza stampa di presentazione del nuovo Announo. L’occasione è giusta per confermare la fine di Servizio Pubblico e fare un’analisi del genere che egli stesso ha portato alla ribalta: «Servizio Pubblico è una trasmissione che ha segnato una parte importante della storia della tv italiana e la vita di La7. È nata senza un canale di distribuzione ed è riuscita a raggiungere risultati straordinari» – spiega Santoro – «Oggi c’è una situazione di superinflazione nel settore, gli editori hanno scelto di mettere in competizione i contenitori informativi tra di loro, La7 stessa è diventata una rete dove l’innovazione ha avuto un margine assai scarso. Il mio futuro? Ho molte idee, mi auguro che a Cairo possano piacere per continuare insieme. So solo che almeno per un po’ non farò un programma da 30 puntate». La sua ultima creatura – Announo – parte giovedì 21 maggio, nuovo ciclo spalmato su quattro puntate: la prima sulla carne e sugli allevamenti intensivi, confermate anche le puntate sulle famiglie omogenitoriali e sulla dipendenza da Internet. Ospiti fissi Antonio Di Pietro e Alba Parietti che svolgeranno il ruolo di “disturbatori” dei ragazzi presenti in studio, mentre è saltato l’accordo con Selvaggia Lucarelli; confermati i The Jackal e Saverio Raimondo, così come Pablo Trincia. La Innocenzi assicura: «Saremo molto attenti ai diritti e alle storie che i media non raccontano».
#Santoro: Dopo le 4 puntate di #Announo, finisce #serviziopubblico, una trasmissione di rottura che ha fatto la storia della tv italiana
— Announo (@announola7) 18 Maggio 2015
Faccio un grande in bocca al lupo a @giuliainnocenzi e a #announo. Non sono riuscita a spostare altri impegni ma tifo per voi!
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) 18 Maggio 2015
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SANTORO: «DIVORZIO CON TRAVAGLIO? NON CI SIAMO MAI SPOSATI» – «Cairo mi sta molto simpatico. Sono stato per lui un grillo parlante ma i miei consigli non sono stati molto ascoltati. Se Announo va bene e Cairo lo vuole fare, il programma è suo. Ho moltissime idee, mi auguro che a Cairo possano piacere per continuare insieme». E ancora: «Fra me e Travaglio si è parlato di divorzio. Sbagliato e difficile: non ci eravamo mai sposati».
Sui rumors di dirigenza della web tv del Fatto: «Un futuro con la tv del Fatto Quotidiano? Dipende da dove si dirige. Devo sentirmi molto libero».
SANTORO: «I PARTITI DELLA NAZIONE MI FANNO SCHIFO» – Durante la conferenza si è parlato anche di politica e Rai. Il 18 giugno la puntata di Servizio Pubblico andrà in onda da una piazza di Firenze. «Quello della piazza di Firenze non sarà il rosso comunista ma sarà anche il rosso della Fiom e del garofano socialista». «Servizio pubblico – spiega – è nato dall’esperienza di Tutti in piedi. Vediamo se dalla piazza del 18 giugno nascerà qualcosa. Ci vogliono due forze con una chiara identità. I Partiti della Nazione mi hanno sempre fatto schifo e mi fanno schifo pure oggi». «Se Renzi vuole dare la dimostrazione che il Paese cambi, provi a cambiare la Rai».
«Cairo? Sta attento ai conti, bisogna metterlo al governo del Paese perché saprebbe fare una spending review come si deve». «Non c’è la crisi del talk, c’è la crisi del sistema televisivo italiano: non c’è più innovazione. Bisogna avere il coraggio di trovare qualcosa che non venga imitato».