Se lo scopamico si chiama “frequentante”

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Il Corriere della Sera ci racconta oggi le caratteristiche dei “frequentanti”, una nuova “categoria sociale” di coppie le cui caratteristiche, però, sembrano identiche a quelle dello “scopamico” o dei “friends-with-benefits”:



Chi non ha scopamico si consola così, guarda le immagini

 



Sono l’esercito dei «frequentanti». Niente più «ragazzo», «fidanzato », «compagno», oggi si dice così: «Frequentanti». Storie di amori autonomi e indipendenti, di passioni che si moltiplicano e viaggiano in parallelo, di trasgressioni che s’incrociano finché si può. «Meglio liberi che imprigionati », dicono. Ma cosa si cela dietro queste certezze? Sintomatici segnali di paura a legarsi? Nuove fragilità affettive? Oppure ambizioni di una società liberata da regole e tabù, verso un’avanguardia aperta e poligama?

Poi ci sono le storie:



Daniela Cammisano ha 22 anni, studia Lettere. Come tanti coetanei, non tollera la relazione di coppia. Gira naïve tra le vie della sua Catania, un giorno con un «frequentante» un giorno con un altro. Non ne ha tanti perché, dice, «sono comunque affetti importanti». «Detesto dover rendere conto di ogni cosa a qualcuno. Mi bastano l’affetto e l’attrazione fisica». Eccetto qualche complicazione causa impreviste gelosie, la scelta sembra funzionale all’epoca moderna. Solo che autonomia e indipendenza, in un attimo, possono tramutarsi in solitudine. «Più la persona mi piace, più si allontana da me. E viceversa. Come fare? ».

Amletici dubbi e contraddizioni, che provocano godimenti e piaceri ma anche sofferenze e stati depressivi:

C’è un’altra ragazza, arriva dalla Valtellina. Non vuol dire il suo nome. Rara bellezza, all’età di 28 anni vanta un «bottino» di oltre cento uomini. Ripensa al suo passato, alle trasgressioni in luoghi pubblici (dai tetti dei palazzi ai campi di beach volley), ai volti a cui non riesce più a dare un nome. «Sono pentita di ognuno di loro» giura. Tuttavia, il sesso non può trascurarlo. «È l’unico momento in cuimi sento libera». La voce si fa tenue, quasi sopraffatta dal pudore. È la moltiplicazione dei rapporti sessuali, vissuti come «gli unici momenti per conoscersi davvero». Perché dei tanti uomini conosciuti, ha capito che «pochissimi hanno un rapporto sereno con il sesso». Prima volta a 13 anni, a 18 ha avuto il primo orgasmo. Con il genere maschile ha sempre scelto la strategia aggressiva. Quando le piaceva qualcuno, lo portava a casa. E, dopo il rapporto, gli chiamava un taxi.

Poi pensi a Carolina, 25enne vergine per scelta, e al suo ragazzo, Giorgio, che l’aspetta. Oppure all’universo della coppia. Coppie reali o virtuali?

Vedi Mattia e Giulia, due 29enni milanesi, investment banker a Lugano lui, tecnico delle luci al Teatro Ringhiera lei. Si conoscono da oltre dieci anni, sono fidanzati da quattro. Amici in comune, una marea. Modi per incontrarsi o contattarsi, infiniti. Tuttavia, c’è stato bisogno di Facebook. «Io vivevo a Pisa —racconta Giulia—lui era in viaggio in Sudamerica. Appena entrata nel social network, ci siamo scritti. Tornato in Italia è passato da Pisa: ci è rimasto per dieci giorni… Scoccia ammetterlo ma senza Facebook forse non staremmo insieme». Un episodio di «normalità», dove Internet diventa come una lettera o un telefono cellulare. Diverso il caso di chi online s’incontra per scelta, come fosse in un caffè o in un locale notturno. «I miei coetanei usano la rete come la discoteca. Tutto troppo in fretta, tutto troppo facile».

Francesca Pipino, 25 anni, ragazza del Vercellese, critica l’uso dei siti Internet, nonostante l’amore l’abbia scoperto proprio su un portale d’incontri:

«Ero entrata solo per chattare. Ho dato confidenza a Roberto, vent’anni più grande, solo perché era anche lui di Crescentino. Ma prima d’incontrarlo ho aspettato tre mesi. Non mi fidavo». Roberto era invaghito di lei, si ricordava di averla già vista in paese, ha tenuto duro. Alla fine lei ha «ceduto». Ora i due, superate le resistenze familiari, hanno una piccola bimba, Asia, un anno e mezzo. Davide, 24, ed Elisa, 23, invece sono insieme