La sedicenne che si suicida e accusa i genitori
27/06/2014 di Redazione
Una famiglia riservata, una giovane introversa, Rosita, una tragedia familiare sulla quale ora indagheranno i carabinieri, perché la sedicenne forlivese che si è suicidata li ha accusati di averle reso la vita impossibile.
UN PAESE SCONVOLTO – La famiglia della ragazzina suicida vive da circa vent’anni a Fratta Terme, frazione di Bertinoro, alle pendici delle prime colline di Romagna nella provincia di Forlì-Cesena. All’esterno è sempre sembrata una famiglia normale, anche se chiusa al punto da vivere come un’intromissione le indicazioni degli insegnanti che facevano notare come la ragazza apparisse troppo introversa e compressa.
UNA BRAVA STUDENTESSA – La giovane aveva ottimi voti, la media superiore al 9, e aveva appena dovuto rinunciare all’idea di trascorrere un anno di studi in Cina per l’opposizione dei genitori, maturata quando ormai le carte erano state firmate e la retta pagata, che al di là di questo o di normali rifiuti come quello di comprarle un iPhone, lei aveva denunciato come la controllassero in maniera asfissiante e avessero pretese giudicate insopportabili dalla ragazza, al punto da denunciarle pubblicamente prima di togliersi la vita. Rosita prima di buttarsi nel vuoto dal tetto della stessa scuola nella quale il fratello era impegnato nel primo giorno di maturità, ha girato un video di una quarantina di minuti, nel quale ha descritto umiliazioni, critiche troppo dure, continui divieti di uscire con gli amici. «Mia mamma e mio padre mi hanno reso la vita impossibile. Spero che ci sia giustizia per questa mia morte. Spero che i carabinieri facciano un’indagine».
INDAGINI PENOSE – Ed è quello che inevitabilmente accadrà, saranno gli inquirenti a cercare di ricostruire cosa sia accaduto nell’intimità di quella famiglia e i giudici a valutare se fatti e condotte saranno ideonei ad assumere un profilo penalmente rilevante. Fatto certo è che la giovane ha premeditato e preparato il gesto, prima di arrivare a scuola è infatti passata a consegnare nella buchetta delle lettere alcuni messaggi alle amiche più vicine, un comportamento che, insieme all’attività di animatrice di un oratorio di Forlì, smentisce le voci che le volevano drammaticamente isolata, quasi prigioniera della famiglia.
UN DRAMMA DELL’ADOLESCENZA – Una tragedia che ha scosso il piccolo paese e i compagni di scuola di Rosita, che sembra non aver retto il peso di una situazione abbastanza comune: «quale adolescente non si sente stretto dalla famiglia?» Così si è chiesto il suo insegnante di religione, solo che lei se ne è andata puntando il dito accusatore contro la famiglia, ora costretta a portare questo peso supplementare, per non dire di quello delle indagini, insieme a quello della tragedia che l’ha privata di una figlia giovanissima.