Servizio Pubblico e la Telesvolta con Barbara Lezzi

SERVIZIO PUBBLICO, L’EVOLUZIONE DEI CONSUMI – Irene Tinagli applaude alla politica dei ragazzi di Perugia che investono nella qualità di ciò che mangiamo e sull’attenzione del mercato, spiegando che questo settore può generare una nuova filiera che porterà ricchezza. E queste attività hanno bisogno di un po’ di attenzione. Ma parlando delle partite Iva che vengono schiacciate dalla crisi e che meritano attenzione, il piano Renzi lascia scoperta una grande fascia di lavoratori dipendenti che hanno sofferto tanto ed hanno bisogno di aiuto, con milioni di partite Iva che lavorano come dipendenti ma che sono stati costretti ad adeguarsi, mentre l’italia non pensa a loro per quanto riguarda il sostegno perché ormai chi ha la partita Iva viene considerato un evasore.


SERVIZIO PUBBLICO, LA FORZA VERDE – E dopo l’intervento di Gianni Dragoni che ripercorre quelle che sono le proposte di Matteo Renzi snocciolando cifre, prospettive e margini di manovra rispetto al rapporto deficit-Pil, si torna a Milano, in via Paolo Sarpi, con un’intervista ad una fashion designer ed un architetto con storie di difficoltà ed amarezza figlie della crisi per un destino diverso. Si racconta la storia di due amici in convivenza forzata tra liberi professionisti, la fashion designer ed il grafico pubblicitario, con Giulio, altro protagonista, che ricorda come a Milano si vive di rapporti sociali e professionali, e quando un pubblicitario sotto la madonnina non riesce a lavorare e perde la propria rete, si sente abbandonata in quanto priva di prospettiva sociale. E dopo la zona grigia si va a Perugia, dove ragazzi dotati di partita Iva hanno un’idea di far ripartire il Paese producendo ricchezza rivalutando i prodotti tipici. Ed uno di questi ragazzi, Giovanni, enologo in Francia che ha rinunciato a 1.800 euro in Francia, dice che bisogna rimettere al centro la terra sfruttando la tradizione paesaggistica che porta alla nascita di prodotti qualitativamente elevati che possano generare turismo ed economia, per una cooperazione comune che crea reddito per tutti. In sostanza si tratta di un’economia di solidarietà che non produce ricchezza e modernità. Inoltre si producono posti di lavoro con il rinnovo di un mercato in disuso riaperto con la politica del fare contro la speculazione e l’attesa per generare reddito e libertà. E la distanza dalla politica, con la p minuscola, è la politica della riappropriazione degli spazi economici, culturali e di libertà, per un modello che va contro la grande distribuzione che impone la logica di risparmio abbassando i costi di produzione. Oppure si possono tagliare gli intermediari. Barbara Lezzi, chiamata a commentare il pulviscolo di attività che cercano il rilancio dell’economia, spiega che nei sette punti del Movimento si rilancia la sovranità alimentare ridiscutendo i contributi e gli accordi europei che impongono all’Italia d’importare l’olio dalla Grecia superando quello pugliese, arricchendo i soliti noti. Il Movimento sostiene lo sviluppo delle eccellenze alimentari mentre la politica, ed il Partito Democratico, autorizza l’Ilva ad andare avanti con le prescrizioni quando invece i ragazzi devono fare i conti con la burocrazia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SERVIZIO PUBBLICO, PROMESSE E QUESTIONI – Barbara Lezzi spiega che ciò che è gravissimo è che il commissario giunto nella Commissione Bilancio non ha dato cifre, ha parlato di pensioni, di un’una tantum di una cifra sconosciuta generata dalla politica spiegando solo che colpirà il 15 per cento delle pensioni per nuove assunzioni. E per la sanità non va a colpire le cooperative che sprecano ma si colpiscono i giorni di ricovero ed anche questa è una scelta politica. Quindi Cottarelli si muove in un percorso strettissimo e dovrebbe essere più deciso. Irene Tinagli dice che stiamo aspettando dei dettagli e dubita che nella forchetta compresa tra tre e sette miliardi con Saccomanni che parlava di cinque ma certamente a qualcosa si arriverà e la scelta politica diventerà importante perché la spending review si è scontrata con le resistenze delle parti sociali. E se davvero Renzi vuole rivoluzionare i ministeri e gli enti pubblici, allora si può agire anche sulle pensioni. La Tinagli dubita che si arrivi a sette miliardi nel 2014 ma sarà possibile arrivarci. Ma bisognerà considerare il nodo politico della questione. Parlando del taglio delle pensioni ad personam, Vaciago ricorda che la Corte Costituzionale boccerebbe qualsiasi norma che coinvolge solo una minoranza. Parlando di un aspetto politico, i 32 miliardi di spending review sono un’operazione da rivoluzione francese per persone che vengono licenziate e tagliate. Ad esempio, il taglio delle auto blu non porta ad un risparmio nella vendita delle macchine ma vale meno posti di lavoro. E se inizi la spending review ti fai tutti i nemici che perdono il reddito garantito dalla legge. Anni fa Vaciago lesse i libri di Renzi trovandoli miserevoli ed aggiunge che la ripartenza va a colpire migliaia di persone ma ci vuole coraggio. E se non fai qualcosa siamo nella logica dell’austerità. Giorgia Meloni torna al taglio delle pensioni ad personam spiegando che Fratelli D’Italia chiese una rivalutazione dei contributi per le pensioni d’oro presentando una proposta di legge sul tema bocciata dal Pd. servizio-pubblico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SERVIZIO PUBBLICO, L’EDITORIALE DI MARCO TRAVAGLIO – Marco Travaglio parla dei sogni e dei progetti in attesa della televendita pirotecnica di mercoledì, con Renzi, che si è riferito a Walt Disney, migliore di Vanna Marchi e Mastrota, con Dell’Utri che l’avrebbe assunto per Publitalia. Ma gli unici miliardi veri sono quelli di Letta mentre lui ha lanciato una serie di promesse che sminuirebbero anche una sua distribuzione di soldi in piazza. E nonostante le promesse, nessuna scadenza è stata rispettata anche se Renzi non precisa gli anni dei mesi. E parlando degli altri ministri a cui chiede di lavorare senza spot, a differenza di quanto fa lui con una serie di tweet e di promesse già lanciata dopo la fiducia del 24 febbraio. Ed allora lancia proposte coperte solo da decisioni precedenti del governo Letta. Il presidente del Consiglio è pieno di annunci ma niente provvedimenti, come ad esempio le possibilità di sforare il patto di stabilità per gli enti locali entro il 10 marzo. Dopo tre giorni niente. Stessa cosa per il jobs act. Ed il Pd intanto fa i conti tra il governo Renzi e l’economia, lettiana e dalemiana. E tra le diverse promesse, ci si perde nei miliardi e negli annunci come nel giorno della visita a Siracusa dove promise per mercoledì (ieri) il salto del patto di stabilità per il nord, non accaduto. E sul taglio Irpef ed Irap, i giornali non capiscono, si lanciano ipotesi diverse. Renzi accusa per lo stato dei conti Saccomanni che s’incazza e costringe il Presidente del Consiglio a mettere la retromarcia. Renzi da Fazio ricorda il taglio delle tasse per 10 miliardi e manifesta il suo stupore perché nessuno gli crede. Corrado Guzzanti lo prende in giro su Facebook ed il 10 marzo si parla del taglio dell’Irpef ma mancano le coperture. L’11 marzo si arriva a 20 miliardi. Ed a proposito di Guzzanti, Travaglio ricorda lo sktech di Corrado nei panni di Tremonti che faceva il gioco delle 30 carte inteso come i trenta miliardi da spostare di parte in parte. E chiudendo parlando di Walt Disney, Travaglio ricorda che oltre ai cartoni animati faceva anche grandi film, come Fantasia. servizio-pubblico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SERVIZIO PUBBLICO, LA #TELESVOLTA – Giulia Innocenzi chiede ai telespettatori di esprimere il proprio parere sulle riforme presentate da Matteo Renzi scrivendo il proprio giudizio su Twitter accompagnato dall’hashtag #telesvolta. Irene Tinagli, deputato di Scelta Civica, spiega che la decisione di Renzi è figlia della politica dei governi precedenti, dicendo che la riforma passa dallo sfruttamento del margine dello 0,4 per cento rispetto al rapporto deficit/Pil attuale del 2,6 per cento rispetto al 3 per cento. Ed a questo punto, continua la Tinagli, ci si chiede come possa il Movimento parlare di riforma lacrime e sangue quando sono i primi a parlare di sforamento del tre per cento. Renzi, invece, cerca di sfruttare ciò che può senza sforare ma senza mettere i soldi in congelatore. Ma è vero che bisogna intervenire con un rientro serio del debito con un piano serio che intervenga su privatizzazioni e dismissioni. Giacomo Vaciago, economista in collegamento da Piacenza, spiega che bisogna valutare il contesto europeo. La commissione sta scadendo e non è stata una gran commissione. La Germania intanto ha tenuto il freno a mano e bisognerà capire cosa succederà dopo le elezioni. Dimentichiamoci quindi i moniti di Bruxelles e questi commissari non meritano risposta. Tutto dipenderà dalle persone che manderemo a Bruxelles, se arriveranno persone europeiste o anti-europeiste. Parlando di soldi, la decisione di Renzi è stata trasparente proponendo numeri certi relativi ai penultimi che hanno pagato troppe tasse con una restituzione mentre gli ultimi sono fuori perché non pagano. L’economia intanto è imballata ma per colpa delle tre italie che hanno vissuto la crisi in maniera diversa, quella che aspetta la fine della crisi, quella che non l’ha sentita e quella che sta annaspando. La scommessa di Renzi è quella di far ripartire l’Italia per qualche mese generando una ripresa che scatenerà la nuova commissione, pena il distacco verso gli Stati Uniti. Giorgia Meloni dice che l’analisi di Vaciago indica la sinistra amica di Bruxelles mentre lei vorrebbe essere un’amica dell’Italia e che lei è inorridita davanti alle parole di Renzi che vuole portare il jobs act dalla Merkel per farselo approvare. E Renzi non è degno di rappresentare l’Italia con i suoi parigrado il 17 marzo, festa nazionale, segno di un Italia che non è sovrana a casa sua. Barbara Lezzi, chiamata in causa da Santoro che parla di una sfida lanciata da Renzi ai Cinque Stelle, dice che se l’Italia avesse un governo serio che va in Europa a chiedere se si vuole ancora l’Italia spiegando che il Paese ha bisogno di un taglio delle tasse serio mentre invece i sette miliardi di euro di Renzi sono una bugia, una menzogna come confermato da Cottarelli che parla di tre miliardi quando l’Europa c’impedisce di pagare i debiti mettendoci in infrazione ma senza permettere il pagamento dei debiti, che poi se avessimo fatto la spending review a febbraio avremmo avuto otto miliardi d’investimento. Allora bisogna fare un discorso serio. (si, ha detto così, e non si è capito se il Movimento appoggerebbe una persona che, a questo punto, dovrebbe battere i pugni sul tavolo). servizio-pubblico

 

 

 

 

 

 

SERVIZIO PUBBLICO, LE PROMESSE DI MATTEO RENZI – Si parte con la conferenza stampa di ieri con le riforme previste a partire dal prossimo primo maggio con il taglio delle tasse parlando di una decisione storica. Dopo queste parole parte un servizio girato a Pane Quotidiano a Milano dove persone normali e pensionati vanno a prendere pane, burro, pomodoro, tiramisu e zucchine. Una signora che faceva cinture di sicurezza ora va a prendere da mangiare con gli immigrati che portano via il loro posto di lavoro. Un altro signore la pensa allo stesso modo aggiungendo di aver rubato in un supermercato due salami ed un pesce spada surgelato. Una donna laureata e specializzata va a prendere il pane mentre un’altra ragazza di 29 anni laureata in architettura non ci va più perché ha paura di essere ripresa. Viene intervistata una donna, grafico pubblicitario, che da quattro anni non lavora più perché lavora ancora prima sulla carta e poi sul pc. Il dentista costa una follia quindi si taglia anche se si perdono denti. Il marito è medico ospedaliero e due anni fa facendo la cessione del quinto si sono trovati una decurtazione di 700 euro al mese sullo stipendio. E con la crisi c’è stata la morte del ceto medio con le persone che si sentono umiliate Si va poi da un odontoiatra che parla di un architetto di meno di quarant’anni con la dentatura di un uomo del dopoguerra. Si torna in studio con ospite la mamma di Vito, un ragazzo morto a scuola a causa di un crollo di un controsoffitto causato da un tubo di ghisa dimenticato lì dalla provincia che voleva risparmiare sullo smaltimento di un milione di euro. Si apre così il tema dell’edilizia scolastica, ripreso da Giorgia Meloni che auspica che quello che è stato detto da Renzi sia attivabile il prima possibile, contrastando coloro che l’hanno definito un venditore di pentole. Tuttavia esprime dubbi sugli 88 miliardi di euro tirati fuori quando i governi precedenti facevano fatica a trovare i soldi. Allora, continua la Meloni, o Renzi è bravissimo, con Fratelli d’Italia che voterà qualsiasi provvedimento, o allora sta bluffando in prospettiva elettorale un po’ come fatto da Cirino Pomicino, ed in quel caso starebbe prendendo una responsabilità importante. Barbara Lezzi, senatore del Movimento, chiamato a commentare sulle accuse di Grillo che parlava di nuovo ventennio concludendo il suo pensiero con un «vincere e vinceremo» un po’ contraddittorio, spiega che loro ci mettono la responsabilità spiegando che Renzi ieri ha fatto una conferenza stampa simile al contratto con gli italiani, con slide prive di coperture, con il ministro dell’economia, indicato da Bruxelles, che l’ha subito stoppato dicendo che non ci sono i decreti legge perché mancano i soldi. E l’Europa ci ha messo lo zampino, con Cottarelli chiamato a trovare 3,2 miliardi per coprire la legge di stabilità e che nel caso di fallimento scatta una clausola di salvaguardia per 20 miliardi di nuove tasse in tre anni. Ed i governi attuali hanno lavorato per una guerra tra poveri prendendosela coi lavoratori e lasciando perdere la criminalità organizzata che ha avuto la deroga della commissione antimafia sulla Terra dei Fuochi e quando il Movimento Cinque Stelle ha lamentato questo comportamento i mostri a tre e quattro teste della politica hanno alzato gli scudi. E questi 10 miliardi, se dovessero entrare a regime, potrebbero ritornare sotto forma di lacrime e sangue. Si passa a Giulia Innocenzi che in conferenza stampa chiede della copertura dei 10 miliardi coperta dai compiti a casa compiuti dai governi precedenti, con Renzi che spiega che s’interviene con i 7 miliardi della spending review (ma oggi Martina ha parlato di 3 miliardi), con il gioco del rapporto deficit-Pil ed i risparmi dei governi precedenti e di quello attuale. servizio-pubblico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SERVIZIO PUBBLICO, LA SCHEDA DI MICHELE SANTORO – Michele Santoro, prima del suo editoriale accompagnato dalla canzone Ufo Robot, parla della causa intentata da Francesca Pascale contro Servizio Pubblico per le dichiarazioni di Michelle Bonev spiegando che la redazione, e lui, si scusano per i contenuti della trasmissione già affrontati nel blog dell’attrice bulgara e che si offre di eliminare dal sito alcuni contributi considerati lesivi. Successivamente si parla di Ufo Robot, come Nicola Porro ha definito Renzi, per via di promesse che ricordano il Contratto con gli Italiani. Ed al di là delle promesse per le riforme, il tema del confronto riguarda la legge elettorale ed il rapporto con un secondo Ufo Robot, Silvio Berlusconi, nella speranza che il dualismo tra i due non porti a due legge elettorali, una per il Senato ed una per la Camera. Inoltre si spera che le riforme siano reali e non solo degli spot, perché altrimenti la svolta buona sarebbe rappresentata da un ritorno a Pontassieve.

 

 

 

 

 

SERVIZIO PUBBLICO, LA PRESENTAZIONE – Questa sera a Servizio Pubblico, il programma condotto da Michele Santoro in onda su La7 ed in streaming sul sito serviziopubblico.it si parlerà della «telesvolta» di Matteo Renzi, riprendendo l’hashtag usato ieri dal Presidente del Consiglio, #lasvoltabuona, per presentare il taglio delle tasse per i lavoratori dipendenti, per le imprese, per il rilancio della ricerca.

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SERVIZIO PUBBLICO, GLI OSPITI – Gli ospiti della trasmissione presenti insieme a Michele Santoro, Marco Travaglio, Giulia Innocenzi e Gianni Dragoni saranno la senatrice del Movimento Cinque Stelle Barbara Lezzi, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, Irene Tinagli, deputata di Scelta Civica e l’economista Giacomo Vaciago.

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