Spesso faccio sogni erotici. La maggior parte delle volte, nel sogno, non sono disabile e posso muovermi e fare tutto quello che non posso fare da sveglia
Laetitia Rebord ha 31 anni ed è malata di Atrofia muscolare spinale, una malattia neuro-degenerativa che l’ha costretta alla più totale immobilità. La donna non può muoversi autonomamente , ma non ha perso il senso del tatto, e sente ogni tocco sul suo corpo. Laetitia è vergine, lo dice senza imbarazzo. E sempre senza imbarazzo dice di voler provare il sesso almeno una volta nella vita. È consapevole che il suo grave handicap rappresenta un ostacolo alla sua vita sessuale, e ora si batte perché anche il suo paese, la Francia, legalizzi quello che è stato chiamato “sesso surrogato”.
“USO NON ETICO DEL CORPO UMANO” – Lo scorso marzo, il Comitato Etico Nazionale francese ha deciso che il sesso surrogato rappresentava “un uso non-etico del corpo umano per scopi commerciali, e che per un disabile la sessualità non può essere considerato un diritto”. Laetitia Rebord non la pensa così e ha organizzato una campagna di protesta contro il comitato etico, rivendicando il proprio diritto a provare piacere: “La gente dovrebbe capire perché stiamo chiedendo questa cosa. Non posso muovermi, non posso nemmeno masturbarmi”. Il tema è delicato, perché coinvolge una sfera profondamente intima della vita di una persona che, per poter restare in vita, deve dipendere in tutto da altre persone.
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NELLA BOLLA – Nel suo documentario, Stefania Rousselle include anche la testimonianza di Aminata Gregory, una donna francese di 66 anni che offre sesso surrogato e tecnicamente illegale. Non si definisce una prostituta. Uno dei suoi “clienti abituali” è un uomo di 49 anni affetto da atassia di Friedreich. “All’inizio della seduta, è come se entrassimo in una bolla e diventassimo una coppia normale. Ci parliamo e ci chiediamo reciprocamente delle cose. Alla fine della sessione rompiamo la bolla e tutto finisce. Serve a evitare di innamorarsi”.
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