«Silvio Berlusconi ha corrotto l’Italia»
03/06/2014 di Andrea Mollica
Silvio Berlusconi ha corrotto il nostro paese. Secondo Leoluca Orlando l’eredità peggiore dell’ex presidente del Consiglio è aver creato una cornice valoriale che negava la cultura della legalità, cristallizzando i conflitti di interesse come regola del potere, come rimarca l’attuale sindaco di Palermo in un’intervista al quotidiano svizzero TagesAnzeiger.
SILVIO BERLUSCONI E LA CORRUZIONE – Leoluca Orlando rimarca come la corruzione sia diventata un vero e proprio sistema durante il lungo periodo al potere di Silvio Berlusconi. Il sindaco di Palermo evidenzia questa posizione nel corso di una lunga intervista concessa a TagesAnzeiger, il maggior quotidiano di qualità della Svizzera. Orlando sottolinea come gli attentati non fossero più necessari alla mafia perchè nell’Italia di Berlusconi c’era una cultura politica utile alla criminalità organizzata. Essa consisteva di continui attacchi alla magistratura, con i pubblici ministeri screditati come estremisti o comunisti. «Silvio Berlusconi ha trasformato i vizi della Prima Repubblica in una cultura popolare diffusa. Prima del crollo del sistema politico del secondo dopoguerra c’erano molti conflitti di interesse. Essi però si limitavano ad un piano istituzionale, che riguardava solo i soggetti più importanti dell’Italia, come il Vaticano, o i finanziamenti di Mediobanca alle grandi imprese come la Fiat. Con Berlusconi al potere il conflitto di interesse è diventato uno sport popolare. In passato c’erano molti casi di corruzione, che però è diventata sistema con i governi del leader di Forza Italia. Berlusconi ha corrotto tutto e tutti».
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SILVIO BERLUSCONI E LA MAFIA – Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando si è sempre distinto per il suo contrasto alla criminalità organizzata, tema diffusamente dibattito nel lungo colloquio con TagesAnzeiger. Per Orlando la mafia è stata parte del sistema di potere di Berlusconi, esattamente come lo era stata nell’epoca di Andreotti e Craxi. « La mafia non è mai stata un fenomeno esterno alle istituzioni italiane sin dalla formazione dello stato nazionale, facendo parte della monarchia, del fascismo così come di diversi governi della Democrazia Cristiana. Ed è stata parte del sistema di potere di Berlusconi, che come Andreotti si era sostituito alla legge». Orlando rimarca come in questa prospettiva sia stata ancora più devastante la famosa uscita del ministro Lunardi sulla convivenza necessaria con la mafia, più che i tanti casi di vicinanza con la criminalità organizzata di diversi esponenti di Forza Italia ora sotto indagine della magistratura o già passati in giudicato, come la condanna definitiva di Marcello Dell’Utri.
IL GOVERNO RENZI E LA MAFIA – Per Leoluca Orlando Berlusconi aveva provato a identificare la mafia con le istituzioni, come già era successo durante gli anni della Prima Repubblica. La trattativa tra Stato e criminalità organizzata è infatti nata dopo la rottura del patto che legava la mafia al potere, che scatenò la guerra del 92/93, costata la vita ai magistrati Falcone e Borsellino. Adesso il governo Renzi, rimarca il sindaco di Palermo, ha promesso un forte contrasto alla corruzione così come alla criminalità organizzata. « Spero che Matteo Renzi possa instaurare una nuova cultura politica in Italia, che ripristini e diffonda la legalità. Prima chi ha combattuto l’identificazione tra mafia e Stato era considerato un matto, oppure veniva isolato». Per Leoluca Orlando la mafia è consapevole che l’attuale governo sia contro la mafia, e anche per questo i rischi di nuovi attentati criminali ci possono sempre essere.
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