Solfatara: il vulcano che minaccia Pozzuoli
05/09/2013 di Redazione
Pozzuoli (Na): Francesco Bruno ha un modo affascinante per accogliere i partecipanti al tour del vulcano Solfatara: «Benvenuti nell’anticamera dell’inferno, qui davanti c’è il purgatorio», dice la guida indicando il fumo uscire da alcuni anfratti. Il vulcano veniva considerato dai romani come un ingresso per gli inferi, dice Bruno, che per decenni si è interessato al vulcano. L’uomo spinge un chiodo nel terreno friabile e chiede agli ospiti di infilarci il dito, la prima persona che ci prova rimane scottata «Le scottature sono un souvenir tipico di queste parti», dice Bruno al Tages Anzeiger scherzando.
UN’AREA DI CENTINAIA DI CHILOMETRI QUADRATI – Nel mezzo del cratere bolle un liquido color grigio-marrone, si tratta di una pozza di fango che ha una temperatura di 120-140 gradi e che continua a crescere. Nessuno qui però prende in considerazione l’idea che il vulcano potrebbe eruttare, anzi, le case delle vicine Napoli e pozzuoli continuano ad aumentare, anche sul bordo del cratere vi sono case plurifamiliari, un albergo e un campeggio. «I campi Flegrei sono un’area di diverse centianaia di chilometri quadrati che ribolle e sibila», ha detto Thomas Wiersberg delle centro di ricerca geologico di Postdam: «ci sono le fumarole di vapore acqueo, anidride carbonica e fonti termali. Se si guardano i Campi Flegrei con Google Earth o da un aereo, si scorge un createre enorme coperto di verde, ma il cratere della Solfatara è solo la punta dell’iceberg, il supervulcano è grande più di 150 chilometri quadrati ed è per lo più sotto’acqua.
IL VULCANO MONITORATO – 39 mila anni fa la zona venne scossa da una delle più grandi eruzioni della storia. Il vulcano infatti lanciò in aria più di 250 chilometri cubi di magma, facendo estinguere tutte le forme di vita nel raggio di 100 chilometri. L’enorme quantità di particelle di cenere nell’atmosfera ridusse la luce del sole e portò a un anno di inverno vulcanivo e a significativi cambiamenti di flora e fauna. Wirsberg ha detto di non poter prevedere se l’area sia o meno minacciata da un’eruzione, ma la zona viene monitorata da decenni con metodi di rilevazione moderni. L’anno scorso, i ricercatori hanno avviato un progetto per il quale hano perforato il vulcano per capire cosa succede sotto terra. I residenti hanno protestato contro il programma di perforazione perchè temevano che dei foti con un diametro fino a 40 centimetri arebbero potuto provocare il rilascio di gas tossici, esplosioni o addirittura un’eruzione. Wiersberg ha però detto che la camera magmatica si trova a più di 5 mila metri di profondità e le paure dei residenti sarebbero quindi da escludere. Nel futuro i ricercatori sperano di arrivare a 1,5 2 chilometri di profondità, in questo modo sperano di riuscire a capire il modo in cui si comporta il vulcano e in caso, prevedere se ci saranno eruzioni o meno.