«Sospendere i vaccini? Un rischio per la salute dei bimbi»

La Societa’ Italiana di pediatria preventiva e sociale interviene in merito alla recente proposta del Movimento 5 Stelle sulla sospensione dell’obbligo vaccinale per l’eta’ evolutiva in Lombardia: pur inserendosi in un percorso gia’ avviato da parte di diverse societa’ scientifiche, la Sipps ritiene che la proposta rappresenti un rischio potenzialmente grave per la salute dei nostri bambini e adolescenti.


LA SOCIETA’ ITALIANA DI PEDIATRIA E I VACCINI
– “Se da un lato e’ corretto sostenere una scelta consapevole e responsabile da parte delle famiglie in merito alla vaccinazioni, lasciando loro la facolta’ di decidere se proteggere o no i propri figli da malattie potenzialmente gravissime- afferma Gianni Bona, Direttore della clinica pediatrica dell’Universita’ del Piemonte orientale presso l’azienda ospedaliero-universitaria maggiore della Carita’ di Novara e vicepresidente della Sipps- non va mai tuttavia dimenticato che le vaccinazioni sono divenute ormai una procedura di sanita’ pubblica. Le vaccinazioni contribuiscono in modo determinante alla protezione dell’intera collettivita’: oltre a tutelare la salute dei singoli individui, infatti, esse impediscono la circolazione e la diffusione degli agenti infettivi”. Questo fenomeno, denominato ‘immunita’ di gregge’, si innesca quando viene superato un livello soglia, specifico per ogni vaccino sulla base della tipologia e della contagiosita’ di ciascuna malattia, per cui risulta provvista di anticorpi una quota molto elevata della popolazione (solitamente intorno al 90%).

VACCINI: UN DIRITTO E UN DOVERE – “Proprio perche’ le vaccinazioni sono al tempo stesso un diritto per i cittadini che ne fruiscono, ma anche un dovere nei confronti della collettivita’- precisa Luciana Nicolosi, responsabile gruppo di lavoro vaccini e vaccinazioni della Societa’ italiana di pediatria preventiva e sociale – la Sipps, come altre societa’ scientifiche, ritiene che il superamento dell’obbligo vaccinale sia ormai maturo, ma questo passaggio non puo’ assolutamente prescindere da una comunicazione puntuale e capillare alla popolazione, unitamente a un monitoraggio epidemiologico accurato dell’andamento delle infezioni prevenibili con i vaccini disponibili, come e’ avvenuto in Veneto, l’unica Regione che ha sancito la caduta dell’obbligo”. Se oggi l’Italia presenta una bassissima incidenza per numerose delle malattie infettive prevenibili, e’ proprio grazie alle elevate coperture vaccinali raggiunte e al loro perdurare ad alti livelli nel tempo: una sospensione dell’obbligo vaccinale con una riduzione inevitabile delle coperture vaccinali porterebbe ad una ripresa delle infezioni non prevenute, come e’ accaduto in anni recenti in Paesi come l’ex Unione sovietica per la difterite o l’Albania per la poliomielite. “Spesso- conclude Piercarlo Salari, pediatra di consultorio a Milano e componente Sipps- si dimentica che l’obiettivo della strategia vaccinale e’ proprio quello di creare le condizioni per cui le stesse vaccinazioni non siano piu’ necessarie. Questo, pero’, sara’ possibile soltanto quando si giungera’ all’interruzione della diffusione degli agenti infettivi, come e’ accaduto per il vaiolo negli anni ’70. La vera conquista sociale, dunque, non e’ la sospensione dell’obbligo vaccinale ma l’eradicazione dei patogeni piu’ temibili per la societa'”. (DIRE)

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