American Gods: intervista allo showrunner sull’episodio più controverso finora

Il sesto episodio di American Gods non ci è andato giù leggero e ha esplorato l’elemento più controverso dell’essere americano. 

Il dibattito è stato illustrato nella serie di Starz in due differenti modi: la morte shock di Gesù ad inizio puntata e la bellica città di Vulcan in Virginia, emblema della America violenta. Entrambi i momenti sono abbastanza estremi, echi di un’America moderna ed attuale. Ecco un’intervista rilascia ad EW.
Coming in America questa settimana è stato molto importante. Quando lo avete girato? E come è cambiato il vostro atteggiamento in relazione a questa scena con il passare del tempo?
Michale Green: È cambiato un po’ a dire il vero. Volevamo raccontare questa storia da tanto, ma abbiamo cambiato il nostro modo di sentirla per due ragioni. La prima è che è diventata molto più tagliente dopo le elezioni, la seconda è che ci siamo resi conto che ciò che pensavamo stessimo gonfiando sullo schermo, è realtà; ci sono persone che uccidono gli immigrati pensando a loro stessi come difensori. Siamo rimasti terrorizzati da ciò che abbiamo scoperto fosse vero. È l’unico Coming in America che, anche in conseguenza delle elezioni, manca di fascino o humor. Abbiamo fatto in modo che il sangue che vedete sullo schermo non fosse il solito “candy blood”, questo sangue fa male a vedersi, perché è una perversione del sogno americano vedere queste persone cacciate come animali.
C’è un messaggio che sperate possa passare da questa sequenza?
Green: Empatia. È difficile immaginare che chiunque pensi che uccidere e cacciare messicani sia giusto guardi questo show. Ma se l’hanno fatto, speriamo possano prendersi un momento per rifletterci su e provare a mettersi nei panni di queste persone. Siamo in tempi in cui le persone vogliono esternare i propri problem e danno la colpa ad altre culture, ad altri gruppi etnici. L’America ha eletto qualcuno che ha fatto di queste paure la sua campagna presidenziale, è una tragedia. In questo paese abbiamo uno strano rapporto con l’empatia ora come ora, quindi se una sequenza come questa può fare qualcosa, dovrebbe essere in grado di aiutare le persone a ritrovare quell’empatia.
In questo episodio vediamo l’America di Vulcan. Qual’è stata la vostra decisione nel rappresentare questa città?
Green: Ci siamo impegnati tanto affinché la città avesse un aspetto personale. Volevamo la nostra piccola cittadina isolata, con le sue leggi e le sue regole. Volevamo esplorare come la “cultura della pistola” fa parte di tantissime persone, perché è così. Volevamo criticare quelle persone che, a prescindere dalla posizione politica, credono che le proprie risposte siano sempre precisi e giuste, così non hanno dubbi su loro stessi, non ascoltano, non hanno empatia. Sono convinti di sapere quale sia la “vera America”. La gente si innervosisce quando si rende conto di essere nel torto, hanno paura di aver sbagliato.Non cambiano idea nemmeno quando hanno delle prove concrete dinanzi a loro.
American Gods
Mi è piaciuto il modo in cui non avete codificato Vulcan come eroe o cattivo. 
Green: Ci siamo fatti ispirare da un astronauta, per il modo in cui doveva apparire e per la voce che doveva avere. Maurice Minnifield dal Northern Exposure. Una persona rispettata e ricca ed anche il capo della fabbrica  che da lavoro a tutti. Quindi per diverse ragioni lo venerano. Mangiano e vivono grazie alla sua paga e gli hanno dato tutta la loro fedeltà. Una città che è completamente sua, distante dal resto del mondo.Una volta arrivati lì, i colori cambiano e ogni cosa appare unica e singolare. Se Czernobog e le sorelle Zorya possiedono un appartamento, lui possiede una città intera.
Cosa significa vedere una divinità ucciderne un’altra?
Green: Penso che lo scopriremo. E penso anche che ciò che dovremmo tenere a mente è, stiamo vedendo un dio morire e ciò significa che gli dei possono morire. Ci sono differenti tipi di morti per loro, ma non sono immuni. Non significa questo che l’idea di Vulcan sia perduta, d’altronde è ancora su Wikipedia. Ma quella manifestazione non esiste più. E per creature di ego concretizzato come quelle di American Gods, è abbastanza importante.
Cosa significa, allora, che questa città ancora crede in lui?
Green: Quello che è voglio dire è che c’è una città di persone che sentiranno davvero questa perdita e saranno interessati nel vendicarlo. Ricordiamo che esiste una cassa piena di proiettili maledetti.
Un’ultima domanda. Salim si è unito al gruppo di Sweeney e Laura, territorio inesplorato per i lettori. Qual’è la cosa che preferisci dell’aver portato Salim in questo viaggio in American Gods? 
Green: Amiamo il personaggio di Salim, e amiamo Omid Abtahi. Ci sono molte cose divertenti che avverranno lungo la strada. Prima di tutto, Salim è l’unico persona veramente religiosa che abbiamo incontrato finora. È un musulmano praticante, e non crede che la sua sessualità lo porti fuori dal giusto cammino. Ha combattuto una lotta contro quello che la sua sessualità significa per alcuni aspetti della sua religione ed è rimasto un credente. Una dinamica molto interessante. L’altra cosa divertente è che è probabilmente l’unica persona che sia mai davvero stata simpatica a Laura. Stanno entrambi inseguendo qualcosa che hanno toccato solo una volta e che hanno paura di perdere. Sono entrambi preoccupati di essere diventati il tipo di persona alla ricerca di qualcuno, e nessuno di loro si sente a proprio agio nel cercare la felicità in una relazione o un’altra persona. Ed entrambi hanno ancora qualcosa da dire. Il loro opposto è ovviamente Mad Sweeney, che non ha gentilezza da regalare a chicchessia.

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