American Gods 1×04 – Recensione: vita e morte di Laura Moon

Un episodio di American Gods completamente dedicato a Laura Moon, moglie defunta di Shadow  e adesso morto vivente in cerca di uno scopo. 

Dopo una pausa la scorsa settimana, ecco tornare l’appuntamento con le recensioni di American Gods e lo stesso show questa settimana decide di prendersi una pausa dal viaggio on the road di Wednesday e Shadow per dedicarsi invece a Laura Moon. In Git Gone scopriamo la vita di Laura, l’incontro con Shadow e le scelte che li hanno portati uno in galera e l’altra al cimitero.
American Gods
Una puntata molto interessante, innanzitutto perché ci mostra la stessa storia ma da un’altra prospettiva e poi perché esplora un personaggio che nel libro di Neil Gaiman non viene mai approfondito abbastanza. Laura Moon sulla pagina stampata rimane comunque un personaggio a margine, senza voler fare spoiler, con il quale non si riesce ad entrare in sintonia perché, appunto, il quadro non è completo. La puntata quindi rappresenta un’interessantissima aggiunta che da un lato per motivi tecnici permette di “allungare il brodo” di questa prima stagione, dall’ altro regala a noi lettori e non solo un approfondimento sul personaggio di Laura.

Shadow: You could be a world-class thief. No one suspects anybody who looks like you.
Laura: And what do I look like?
Shadow: That you get anything you wanted just by asking for it.

La puntata a ben vedere potrebbe essere divisa in tre parti, come la vita di Laura: prologo, intermezzo, epilogo o se vogliamo un pre Shadow, durante Shadow e post Shadow. Ma la morte, nel caso di Laura Moon sembra non rappresentare una conclusione ma invece un nuovo inizio, con grande “gioia” di Anubis. Nel prologo vediamo la vita di Laura poco prima che conoscesse Shadow, una vita monotona ed alienante come mazziere in un casinò che, ironicamente, è a tema egizio. Di Laura non ci viene fornito un ulteriore background a parte questo ma è facile intuire che la sua vita non sia mai stata piena di grandi emozioni o felicità tanto che prova ad uccidersi con l’insetticida che da il titolo all’episodio.

Già in questa prima parte ci rendiamo conto di chi sia Laura. Una donna insoddisfatta con lo sguardo da ragazzina ma il cuore pesante, incapace di sorprendersi o sorridere davvero.

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I had Robbie buried with his penis shoved up his ass. I’m a vulgar woman. Anger and grief have made me a vulgar woman.
L’intermezzo è l’incontro con Shadow, la loro vita insieme, la rapina mal riuscita ed il tradimento. Tutta una serie di elementi che per chiunque altro risulterebbe accattivanti e la buona base per una storia di passione ed infedeltà, ma non nel caso di Laura Moon. Laura vive tutto quello che le accadde con raccapricciante impassibilità, Emily Browning riesce a portare sullo schermo quel “non-me-ne-frega-niente-di-niente”, appena accennato, nel libro in maniera magistrale.
Un personaggio di ghiaccio che contrasta con il fuoco di Shadow. Una donna che non riesce a trovare la felicità nelle piccole cose, nell’amore incondizionato di suo marito ma neppure nel brivido del tradimento. Non si commuove nemmeno di fronte alla morte del gatto Dummy! Laura si comporta come una macchina in tutte le parti della sua vita: cinica e annoiata. Il resto della storia lo conosciamo, Laura muore e Shadow al funerale lascia sulla sua tomba la moneta di Mad Sweeney, di cui abbiamo scoperto l’enorme valore nello scorso episodio.
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Anubis: In life, you believed in nothing. You will go to nothing. You will be done. There will be darkness.
Laura: And peace?
Anubis: There will be darkness.
La resa dei conti arriva per tutti e più che mai nel mondo di American Gods dove le antiche divinità non vedono l’ora di riacquistare un po’ di potere. Così Laura si ritrova al cospetto del Signor Jaquil aka Anubis, in modo che il suo cuore venga pesato a confronto con una piuma, una sfida impari come ci tiene a precisare la stessa Laura. Ora non mi è chiaro come mai Laura si trovasse insieme ad Anubis, dato che la cultura egiziana non sembra fare parte della sua vita se escludiamo il casinò e se questo fosse dovuto al suo lavorare al casinò, onestamente mi pare un po’ forzato.
Laura riesce a evitare il Nulla (lettori sapete questo cosa vuol dire) e viene riportata indietro grazie alla moneta di Sweeney. La ragazza, tornata dal regno dei morti, affronta la resurrezione con la stessa impassibilità con la quale ha vissuto. Oh una luce gialla luminosa, seguiamola! Oh guarda ho una forza sovrumana che mi permette di fare esplodere le persone, *alzata di spallucce*. Ehi mi è caduto un braccio e vomito formaldeide, tutto regolare! 

Una caratterizzazione assolutamente grottesca e splatter, mentre sullo sfondo sgorgano litri di sangue. Il tutto però non risulta eccessivo ma funzionale ad una storia che dall’inizio alla fine rimane onesta nel suo essere insieme gore e tragicomica. 

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Il paradosso è che adesso da morta, Laura sembra provare un affetto sincero e profondo per Shadow. Quell’amore che in vita non è riuscita a dargli. E ora? Ora ci ricolleghiamo a quanto visto nell’episodio 3 quando abbiamo lasciato Laura nella stanza di motel di Shadow Moon. Cosa avverrà nel prossimo episodio è un po’ un mistero dato che a parte  l’introduzione di Mr. World non ci sono altri riferimenti palesi al libro.
Ps: Abbiamo scoperto chi abbia salvato Shadow nel primo episodio. Una sorpresa o una conferma?

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