Arf 2017: internet ha ucciso il fumetto da edicola?
03/06/2017 di Redazione
Ne hanno parlato all’Arf 2017 quattro grandi esponenti del fumetto sul web: Giacomo Bevilacqua, Maicol & Mirco, Labadessa e Riccardo Torti.
L’incontro, intitolato “Internet kills the edicola stars?!?”, ha visto la sala conferenze dell’Arf 2017 al completo. Nonostante il caldo e nonostante il Tottiday, il pubblico ha premiato questo festival dedicato al fumetto e giunto alla sua terza edizione. Giacomo Bevilacqua, autore di “A panda piace” e “Il suono del mondo a memoria”, sostiene l’importanza di internet nell’avere un riscontro immediato con gli utenti.
Chi mi aveva conosciuto sul web è andato in edicola o in fumetteria a comprare quello che ho pubblicato. Se sei un autore di fumetti, nel tempo dovrai dimostrare di non essere solo un autore di meme o di strisce per il web.
Secondo Bevilacqua quindi un autore a tutti gli effetti si deve rivelare nel corso degli anni. I fumettisti sono concordi nel dire che il web non porti soldi e che soltanto la pubblicazione possa dare un ritorno economico. Riccardo Torti, autore per Bonelli e papà dell’irriverente “Torti Marci”, sostiene che l’obiettivo di chiunque sia quello di uscire su carta e che il mondo dell’edicola e quello del web siano molto diversi. Il secondo non è economicamente produttivo ma può servire come un semplice trampolino di lancio.
Su Facebook è una vera e propria star il giovanissimo Mattia Labadessa, che crea delle brevi vignette con protagonista un uccello e le sue riflessioni sulla vita. Labadessa infatti ha una pagina da oltre 400mila like. Il giovane ha dichiarato che finché era poco conosciuto nessuno lo criticava, dopo invece sono arrivati commenti negativi.
Piuttosto interessante in questa conferenza dell’Arf 2017, è stato l’intervento di Maicol&Mirco, alias Micheal Rocchetti.
Internet è un mezzo come altri mezzi. Funziona per certe cose, per altre no. L’autoproduzione un tempo sopperiva ai buchi dell’editoria. Adesso sembra diventato più figo autoprodursi che far stampare all’editore. Per le case editrici, che nel 99% dei casi non sanno fare il loro lavoro, le pagine con i like sono una manna perché hanno tutto pronto.
Mentre dei lettori Maicol&Mirco pensa che siano un incidente di percorso. A lui non importa cosa pensino perché dice di disegnare per sé stesso e non per il pubblico. Però, se gli capita, preferisce leggere i commenti negativi rispetto a quelli positivi perché li trova maggiormente interessanti.
Insomma da questo incontro all’Arf 2017 si evince che internet per un fumettista può essere un buon punto di partenza. Un punto di partenza che se non viene sfruttato al meglio rimane fine a sé stesso e soprattutto non aiuta a comprare il pane ogni mattina.