Beata Ignoranza – Recensione: Marco Giallini e Alessandro Gassman mattatori in una guerra a colpi di social
22/02/2017 di Thomas Cardinali
Massimiliano Bruno porta sul grande schermo uno scontro tra due mondi in cui Marco Giallini e Alessandro Gassman sono mattatori, la recensione in anteprima di ” Beata Ignoranza “.
Massimiliano Bruno torna con il suo sesto film in cinque anni, ma il progetto di Beata Ignoranza ha avuto una gestazione più lunga di quasi quattro anni prima di vedere la luce. Le tematiche trattate continuano a seguire il filone dei social network e della vita “in rete” in un modo che a tratti può ricordare l’incipit di Perfetti Sconosciuti, ma se Paolo Genovese in quell’occasione ha puntato su coralità e una scrittura magistrale qui Bruno deve affidarsi anima e corpo a due grandissimi interpreti come Alessandro Gassman e Marco Giallini. Soprattutto quest’ultimo si dimostra ormai uno dei migliori attori italiani in assoluto in grado di spaziare come i grandissimi della cinematografia italiana da commedia a dramma anche nello stesso film.
Beata ignoranza è un film divertente, che fa riflettere e sfrutta l’onda di denuncia di quanto la società stia diventando malata dato che il professor Filippo (Alessandro Gassman) dice ai suoi allievi di risolvere problemi matematici tramite la app. Ernesto (Marco Giallini) è invece un professore vecchio stampo escluso dal mondo che declama Foscolo e sequestra cellulari ad ogni lezione e il loro ritrovarsi da ex amici e ora nemici giurati dopo 20 anni è la scusa per lanciare il via alla narrazione. Il motivo della discordia, neanche a dirlo era stato l’amore per Marianna, una donna il cui fantasma è interpretato da Carolina Crescentini. Il suo fare capolino nella narrazione è propedeutico al racconto, così come la capacità dei due protagonisti di spiegare parlando direttamente in camera regala risate ed è una delle scelte più azzeccate registicamente.
Applausi per Teresa Romagnoli che riesce alla prima volta sullo schermo a tenere a bada due grandi nomi del cinema italiano. La sua freschezza e la sua ingenuità a volte sembrano dare quel tratto di realismo in più alla vicenda, anche se i dialoghi spesso e volentieri per carenze di sceneggiatura sono di grande banalità e sembra che il meglio arrivi sempre dalla capacità di improvvisare di Giallini. Il cast è poi forte anche della presenza di nomi come Luca Angeletti, Emanuela Fanelli, Malvina Ruggiano e Giuseppe Ragone.
Nel film si mischiano i problemi della scuola, della dipendenza da social, di maternità accidentale e di cyberbullismo e forse il problema è proprio nel grande calderone in cui Massimiliano Bruno ha voluto incastrare tutto fino a far esplodere il suo film. Non ultima c’è anche un’accusa al maschilismo ancora fortemente radicato nella nostra società, anche se in questo caso forse l’aspetto più interessante a cui ci porta l’intreccio narrativo è il non riuscire a prendere posizione per nessuna delle due parti. Se “Gli ultimi saranno ultimi” era stato lodato dalla critica e meno dal pubblico siamo però sicuri che le tematiche e questo straordinario duo faranno brillare il box-Office di Beata ignoranza e per questo perdoniamo i problemi di scrittura ad uno dei pochi registi in grado spesso di osare qualcosa in più, anche perché il film scivola via divertendo e regalando uno spettacolo più che soddisfacente.
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