Berlinale 2017: Django, Barrage e la giornata d’apertura
09/02/2017 di Redazione
La Berlinale 2017 è ai nastri di partenza e, anche quest’anno, il buon cinema la fa da padrone. Il film di apertura di questa sessantasettesima edizione è “Django”, la storia del chitarrista Django Reinhardt. Da segnalare “Barrage” con Isabelle Huppert.
Inaugurata la sessantasettesima edizione della Berlinale con un film dedicato al chitarrista Django Reinhardt. “Django” è l’appassionata biografia di un artista cheti interroga sull’etica della compravendita della sua ‘merce’. In un’epoca in cui tanti artisti hanno rifiutato l’invito del neopresidente Trump a suonare durante la cerimonia del suo insediamento, la storia di Django appare quanto mai attuale.
Convinto di poter suonare anche davanti ad un pubblico di nazisti, Reinhardt, interpretato da Reda Kateb, deve presto ricredersi. Il regista e sceneggiatore Étienne Comar, al suo esordio, pecca forse di eccesso di zelo nel sottolineare, con ogni mezzo, il messaggio, già forte di per sé. La musica di Django, leggenda del jazz che ha fatto la storia, avrebbe meritato di più. Del sogno di libertà di un artista, in questo film, resta ben poco. Il film è in concorso alla Berlinale 2017.
Nella categoria Forum segnaliamo un dramma franco/belga che vede nella regia la sua particolarità più interessante. Una madre (Lolita Chammah) cerca di ricostruire il rapporto con sua figlia, interrotto troppo presto dai problemi della prima e ulteriormente minato dalla presenza imponente di una nonna maniaca del controllo interpretata da Isabelle Huppert, candidata agli Oscar 2017 per “Elle” (diretto da Paul Verhoeven, presidente di Giuria nella categoria in competizione della Berlinale 2017). “Barrage” ha il pregio di accompagnare lo spettatore ad osservare in modo differente una vicenda altrimenti ‘già vista’ troppo di frequente.
È proprio lo sguardo della regista Laura Schroeder la peculiarità che rende interessante un film altrimenti uguale a tanti altro. I problemi, le incomprensioni e il finale dolce- amaro, con momenti anche un po’ ‘di troppo’, raccontati dalla sceneggiatura minano la completa riuscita del film. La Huppert convince come sempre, da seguire con attenzione anche la giovane interprete Thémis Pauwels.
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