Better Call Saul 3: Recensione “Mabel” (03×01)

Better Call Saul 3 arriva finalmente nelle case di tutti gli appassionati, lasciando una grande impronta ed un forte impatto emotivo vista anche la conclusione della stagione antecedente.

In questi mesi le voci e le notizie ufficiali per quanto riguarda questa produzione sono state davvero tante, tra il ritorno di Gus Fring e Bryan Cranston che irrompe sul set, le aspettative e le illusioni del grande pubblico sono salite alle stelle, e questi ultimi sono stati accontentati e sorpresi in maniera egregia ed elegante.
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“Mabel” si apre con il finale che ha chiuso la seconda stagione, dove Chuck (il fratello di Jim) ha incastrato il protagonista tramite una registrazione dove quest’ultimo dichiara di aver barato sotto giuramento durante un udienza in tribunale, così da aumentare ancora una volta la rabbia, il dolore e l’odio che attraversa i due fratelli.
Mentre il rapporto e lo studio legale aperto con la sua collega e pseudo ragazza Kim, non vanno comunque a gonfie vele visto anche l’astio che separa i due personaggi, dopo gli eventi e le gesta compiute da Jim, che a Kim non sono andate totalmente giù, la situazione cresce sempre di più, sopratutto con gli eventi che hanno coinvolto Mike.
La situazione con Hector Salamanca, i gemelli e Tuco non è delle migliori, infatti Mike dopo il tentativo di eliminare a modo suo il problema che lo sovrasta, riscontra delle complicazioni che lo portano a ricorrere a metodi pericolosi, violenti e rischiosi. Questo evento scorre in maniera diretta e veloce, anche se la fine di tutto sarà rivelata nel corso degli episodi successivi.
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Vince Gilligan ripropone un prodotto di qualità, sia a livello registica che per quanto riguarda la sceneggiatura, infatti oltre alle riprese eccezionali del regista in questione che hanno fatto scuola in questi anni, ci troviamo di fronte ad un vero prodotto che stuzzica non solo la mente ma anche gli occhi, tanto da far rimanere spalancati questi ultimi a chiunque guarda la puntata. Una bellezza sia visiva che tecnica.
I tempi vuoti e silenziosi che caratterizzano le scene dove è presente Mike sono da antologia, infatti i pochi dialoghi che caratterizzano questo personaggio sono abbinati a lunghi silenzi e scene “vuote” che trasmettono allo spettatore gli stessi sentimenti del personaggio in questione. Una gioia per gli appassionati.

Il livello tecnico e scritturale di questa prima puntata conferma quanto visto nelle stagioni precedenti, ovvero che quest’ultima non vive all’ombra di Breaking Bad, anche se uno spin-off infatti questa produzione detta legge e si fa spazio con le sue forza con la sua qualità e le sue dinamiche che distaccano alla grande la serie che la precede, regalando al pubblico nuove capacità recitative, nuovi personaggi e nuovi spunti interessanti.

Ricordate di seguire Better Call Saul Italia e Breaking Bad Italia.

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