Billy Lynn – Un giorno da Eroe: la recensione, il ritorno in una Patria che non li ama
03/02/2017 di Redazione
Tratto dal romanzo di Ben Fountain, arriva al cinema Billy Lynn – Un giorno da Eroe diretto da Ang Lee. L’amaro ritorno in patria di alcuni eroi della guerra in Iraq.
La premessa è d’obbligo per questo film, che potrà risultare come un qualcosa di già visto , già fatto o comunque che arriva troppo tardi. La storia del soldato e della sua squadra di eroi, la Bravo Team che dopo un eroico comportamento in Iraq tornano per un tour promozionale, un classico dell’esercito degli Stati Uniti , un Victory Tours. Invitati personalmente da un ricco magnate Texano (interpretato da uno straordinario Steve Martin). per essere onorati durante una partita di football, con tanto di Destiny’s Child tra gli ospiti, durante il giorno del ringraziamento. In realtà il team si ritroverà ad affrontare i fantasmi di una guerra, ed a rendersi di conto di come nel loro paese l’appoggio sia solo di facciata, mentre tutti ingurgitano birra e mangiano hot dog, che vale solo qualche applauso, per aver rischiato la vita. Altre pellicole, doveroso citare The Flag our Fathers di Clint Eastwood, anche se li parlavamo di seconda guerra mondiale, aveva affrontato l’argomento.
Il libro best seller da cui è tratto il film giunge in realtà troppo tardi nel suo adattamento cinematografico. La scelta di Ang Lee che tutti ricordiamo per Brokeback Mountain, La tigre e il Dragone e il recente Vita di Pi, di adattare di nuovo un romanzo di Ben Fountain (che già lo aveva portato al successo con Vita di Pi), viene giustificata solo dal fatto che questa pellicola risulta estremamente innovativa nella sua realizzazione. Girato in in 3D ,4K con HFR 120(120 fotogrammi al secondo, ovvero cinque volte la velocità normale frequenza) con alcune innovative sequenze, che dovevano in qualche modo coinvolgere lo spettatore nei flashback dello scontro militare che attraversano i festeggiamenti della partita di football. Purtroppo tutto questo, almeno per chi vi scrive, non vi è stato modo di verificarlo, visto che sono davvero poche le strutture nel nostro paese in grado di proiettare il film con questo ultimo ritrovato tecnologico. Risultato ci troviamo a recensire un film, che come detto prima è arrivato troppo tardi, riproponendo un dramma come la guerra dell’Iraq ormai ben sepolto dagli attentati dell’Isis, tanto da far ricredere che era meglio se Americani continuavo a restare nel martoriato paese. Un vero peccato per la pellicola di Ang Lee, perché tutte le potenzialità del film che si voleva esprimere a livello tecnico, spariscono, come vedere un film di fantascienza senza effetti speciali.
Ci resta solo la storia del suo giovane protagonista Billy Lynn interpretato da Joe Alwyn, attore che inizia davvero a far parlare di sé e che promette di diventare a breve una nuova star. A fare da contraltare il navigato Vin Diesel nei panni del sergente Shroom, che ritorna a mettere la divisa dopo Salvate il soldato Ryan (anche se il risultato è sempre lo stesso…).
Gli attori ce la mettono tutta (anche una svampita Kristen Stewart nei panni della sorella del soldato) ed Ang Lee , esperimenti tecnici a parte (che ci lasciano sperare un domani di potere rivedere l’opera come era stata originariamente concepita), cerca a modo suo di raccontare una delle guerre del 21esimo secolo. Ma se forse il nostro occhio non ha potuto cogliere la qualità tecnica della pellicola, di sicuro il nostro pensiero per una guerra inutile che ha semplicemente aperto un vaso di pandora (così fu definita da un dei tanti generali che coraggiosamente ha combattuto sul campo), che ha solo seminato odio e distruzione per tanti giovani, che ancora oggi riescono con grande difficoltà a superare il trauma post-bellico. In realtà a livello cinematografico American Sniper di Eastwood aveva già detto tutto a modo suo sull’Iraq, e Billy Lynn e il suo Bravo Team sono forse le vittime cinematografiche di un film che non sarà apprezzato dal grande pubblico, ma che fra qualche anno i manuali di cinema (e sale adeguatamente attrezzate) riscopriranno a livello tecnico, e forse sarà un modo come un’altro per ricordare l’inutilità di questa guerra.
Share this article