Cannes 2017- Blade of Immortal -Mugen N Junin : la recensione, Takashi Miike a corto di idee

Cannes 2017, presentato fuori concorso l’ultima fatica del prolifico regista Takashi Miike che ancora una volta attinge ai manga per il suo nuovo lungometraggio Mugen No Juni, Blade of Immortal, manga conosciuto anche nel nostro paese da Comic Art e poi Planet Manga.

La storia di Blade of Immortal che Takashi Miike a scelto di portare sullo schermo ricalca completamente il manga da cui e’ tratto. Manji un abile ronin dopo avere ucciso cento samurai e’ ricercato dai soldati dello Shogun. Ma il samurai dopo l’ incredibile scontro che ha portato la carneficina e’ infestasto dal verme kessenchu, un parassita che vive in simbiosi con il suo corpo e blocca il decadimento, rigenerando qualsiasi tipo di ferita. Con questo incredibile potere durante il suo cammino Manji incontra la giovan Rin Asano, unica sopravissuta alla strage della sua famiglia per mano degli uomini di Ittoryu, che appartengono ad un dojo rivale, la ragazza chiedera’ al ronin di aiutarla nella sua vendetta.
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Il cast di tutto rispetto vede nei panni di Manji Takuya Kimura, idolo in Giappone per le teen ager, Hana Sugisaki nei panni di Rin, Sota Fukshi in quelli di Kagehisa Anotsu, Erika Toda e’ Makie Otono-Tachibana. Il regista pur rispettando quasi alla lettera lo svolgimento in manga e  infarcendo la pellicola di fantastici scontri coreografati con fiumi di sangue, come nelle sue corde, in realta’  ,per chi fosse la prima volta che vede un film di Miike potra’ senza dubbio divertire e affascinare. Al contrario chi ha seguito da tempo la carriera del regista che dal 1991 ad oggi sta battendo qualsiasi  record, sfondando di molto i cinquanta film realizzati, a riprova nel solo 2017 sono ben 3 i film diretti da lui, tutta questa profilicita’ tuttavia spesso porta a realizzare dei buoni prodotti commerciali, che pero’ perdono molto di quello che all’origine il regista aveva fatto conoscere al pubblico occidentale. Di conseguenza pur essendo ormai invitato ogni anno a numerosi festival prestigiosi,  il risultato di questa pellicola e’ di gran lunga inferiore a molti film decisamente piu’ originali del controverso autore.
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In Blade of Immortal Takashi Miike si limita a seguire la trama del manga, quasi svolgendo il compito senza sbagliare, il film condito da ottime scene di azioni, lungi dialoghi con la classica durata di oltre due ore, durata limitata per un film nipponico a dire il vero, ma in definitiva con questa pellicola non aggiunge davvero nulla di nuovo, se non quello di trovarsi ad un divertente intrattenimento, tratto da un vecchio manga vecchio letto anche in occidente. La cosa sicuramente aiutera’ la distribuzione della pellicola in tutto l’occidente, e convincera’ i produttori di Miike a proseguire nella sua insaziabile voglia di fare film, a volte capolavori, in questo caso meramente commerciali.
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