Cannes 2017: Good Time, Robert Pattinson presenta il film in cui regala la miglior prova della carriera
25/05/2017 di Thomas Cardinali
Al Festival di Cannes 2017 è stato presentato in concorso per la Palma D’Oro ” Good Time” con un sorprendente Robert Pattinson davvero eccellente, ecco il nostro incontro con il cast!
Per questo film hai ricevuto le valutazioni/recensioni critiche migliori della tua carriera. Dove vorresti che si dirigesse il tuo lavoro a partire da qui, quale direzione vorresti che prendesse la tua carriera da questo punto in poi?
Robert Pattinson: Quando ho accettato il ruolo dissi che mi sarei prestato a tutto quello che mi avrebbero chiesto di fare, a livello attoriale, e loro mi hanno “sfruttato” pienamente. Mi presentai ai casting con un accento del Denver per non far sentire la sua parlata inglese) Ho anche i prossimi film per prendere delle decisioni più precise in merito alla mia carriera, al momento sono molto felice e soddisfatto, comunque.
Sono stati tutti molto convincenti e credibili nei loro ruoli, qual è stato il processo di preparazione per questi ultimi? Come hai lavorato sull’accento Robert?
Robert Pattinson: Il copione, in realtà, è stato personificato e incarnato diverse volte prima di arrivare al risultato interpretativo finale. Tanto tempo è stato dedicato affinché nulla del copione risultasse forzato. Anche la presenza dei fotografi e dei paparazzi sul set, inoltre, ha contribuito perché tutti cercavano quasi di sparire e di non farsi riconoscere e questo si è riversato nell’interpretazione del mio personaggio. Anche il trucco è stato un fattore determinante in questo: quando giravamo per strada o in metropolitana non venivo riconosciuto, neppure con la telecamera a pochi passi da me.
Ben Safdie: Nel 2010 ho intepretato un personaggio simile a questo […] il processo di preparazione al ruolo è stato comunque speciale e preceduto da mesi di scambi di email con Josh e Robert.
Taliah, come hai vissuto questa nuova esperienza?
Taliah Webster: Il personaggio che ho interpretato è molto simile a me, quindi ci sono stati elementi che mi hanno aiutata a raggiungere il risultato che volevo ottenere… tutto è stato semplificato da questa somiglianza col personaggio.
Ben Safdie: In realtà è ancora più difficile interpretare te stesso, un personaggio che ti somiglia molto perché per farlo devi avere una forte autocoscienza.
Come avete scelto la colonna sonora?
Joshua Safdie: La musica per il cinema non esiste: volevamo qualcosa che si fondesse perfettamente con le emozioni del film. Vorrei tanto essere una persona che si occupa di musica, ma in realtà non so nemmeno cantare, quindi cercavo di spiegare che cosa desideravamo nel mio linguaggio, a modo mia.
Ben Safdie: Non puoi semplicemente attaccare la musica e poi metterci su le immagini, gli elementi devono lavorare insieme e, una volta che li hai uniti, è impossibile dividerli.
Il film risulta essere molto organico, specialmente per quanto riguarda la fotografia.
Joshua Safdie: A livello visivo abbiamo rischiato molto perché è stato un lavoro aggressivo e difficile, di circa 18 ore al giorno. Tutta questa energia è poi confluita nella fotografia.
Ben Safdie Abbiamo osato con i colori, eravamo aperti all’uso cromatico anche in senso non naturalistico.
Buddy vuoi parlarci del tuo personaggio?
Buddy Duress: Il mio personaggio fondamentalmente è un criminale. Ha la forma mentis del criminale, uan struttura mentale che rimane intatta in qualsiasi luogo egli sia: casa, strada, prigione. Non gli importa un cazzo di niente e vive al momento. Un po’ anch’io vivo in quel modo e ho cercato di utilizzare questo per l’interpretazione del personaggio.
Robert c’è qualcosa del tuo personaggio col quale ti identifichi?
Robert Pattinson: “Non saprei, a parte il fatto che è molto maniacale? (ride) La maniacalità?
Entrambi siete dei registi molto giovani, è la prima volta che presentate un film indie a Cannes. Come ci si sente?
Joshua Safdie: Facciamo questo lavoro da quando avevamo circa 6 anni e ogni film, alla fine, è l’apice di ciò che hai fatto sin dall’inizio.
Ben Safdie: Abbiamo lavorato duramente. Non ho realizzato fino a ieri, quando si è acceso lo schermo… e ciò avvenuto con una lentezza tale che sembrava mi stesse quasi aprendo in due. Una bella sensazione.
Joshua Safdie: Il festival di Cannes ha dei vari steps nei quali ti mostrano “le divinità del cinema”, quelli di cui cerchi di seguire le orme, diciamo. La sera precedente alla prima del nostro film c’era questo piano montage con tutti i registi e io pensavo “io non ho idea, la mia prossima cosa da fare potrebbe essere la morte, quindi…” (ride)
Robert, tu hai voluto lavorare con Josh e Benny, cosa ti è piaciuto dei loro film?
Robert Pattinson: L’energia, autentica, selvaggia e quasi incontrollabile. Non saprei, mi piacevano molto; poi li ho incontrati e sono sempre stati molto disponibili con me. Appena mi è arrivato il copione ho realizzato che era uno dei migliori che avessi mai letto. Sin dall’inizio ero coinvolto.