Cannes 2017: Isabelle Huppert tra cinema e sessismo “Essere donna ha dei pericoli insiti”

Abbiamo incontrato Isabelle Huppert al Festival di Cannes 2017 e l’attrice ha parlato di cinema e sessismo, ecco cosa ci ha raccontato!

Il Festival di Cannes 2017 sta dando ampio risalto alle donne in particolare nel progetto Women in Talk di cui è presidente Isabelle Huppert. Abbiamo avuto l’onore e il piacere di incontrare la candidata all’Oscar per “Elle” e vincitrice a Cannes di ben due Prix per la miglior interpretazione femminile e ci ha raccontato del sogno di interpretare una parte maschile: “Sarebbe davvero la prova regina”. Parlando di cinema la straordinaria interprete spiega: “Sembra come di trovarsi dentro dentro la propria storia un’ altra storia. Lo schermo protegge e proietta nello stesso tempo“.
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Le donne sono al centro di questo percorso di incontri ed Isabelle Huppert non poteva non lodarne le doti: “Talvolta sembra ci si trovi più vicine a noi stesse ,talvolta sembra tutto finto e questo è un paradosso. Molto spesso le donne hanno interpretato ruoli da combattenti, mostrando forza e vulnerabilità , arrivando a conquistare la loro libertà”. Prosegue poi l’attrice plurivincitrice ai premi Caesar sullo spinoso argomento del sessismo: “Ho sempre cercato di non trovarmi in una posizione di subalternità, comprendo e conosco bene i pericoli insiti dell’essere donna e non ho mai sopportato di essere l’oggetto di atteggiamenti sessisti anche se sono consapevole che esiste”.

Isabelle Huppert ha anche lodato il cinema del presidente di giuria del concorso di Cannes 70: “Il suo cinema possiede una dimensione da fotoromanzo con personaggi straordinariamente partecipativi”. Poi c’è anche spazio per parlare del suo prossimo progetto che la vedrà in Cina a giugno per una lettura condivisa de  “L’amante” di Marguerite Duras: “Mi piace leggere , preferisco il Marchese di Sade, ma i cinesi hanno scelto la Duras”. Arriva poi un’importante chiusura sulla molteplicità delle vocazioni nel cinema: “Ha la capacità di farti amare o odiare le persone. Il  cinema non ha una sola vocazione , cioè quella di presentare il volto buono o cattivo delle persone, ma mostra ciò che sono le persone senza scegliere strade tutte dritte o parallele, ma  anche un po’ tortuose e meno semplici”.

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