Cannes 2017 – Wonderstruck: Recensione del film di Todd Haynes con Julianne Moore

Il secondo film in concorso a Cannes 2017 è Wonderstruck di Todd Haynes con Oakes Fegley, Julianne Moore, Michelle Williams e l’attrice sordomuta  Millicent Simmonds salutato con tanti applausi dalla critica. Ecco la nostra recensione in anteprima!

Todd Haynes sembra averci preso gusto e dopo Carol porta a Cannes 2017 un’altra trasposizione che raccoglie applausi dalla critica al termine della proiezione stampa. Wonderstruck è un buon prodotto, forse perché là sceneggiatura è stata curata dallo stesso autore dell’omonimo romanzo  Brian Selznick,   e quindi non delude le aspettative altissime sul regista in grado di  dipingere un viaggio che parla d’amore, amicizia e famiglia. 

Certo, qualcuno potrebbe obiettare su alcuni accadimenti prevedibili,  ma per chi non lo sapesse l’autore è lo stesso di “Hugo Cabret” e dimostra nuovamente di essere maestro nel raccontare storie con protagonisti dei bambini affidandosi anche in questo caso ad un grande maestro di cinema come nel caso dell’opera di Martin Scorsese. Julianne Moore torna a lavorare in Wonderstruck con Todd Haynes a 15 anni di distanza da “Lontano dal Paradiso” e i due dimostrano sin dalla prima scena della premio Oscar di non essersi dimenticati come si lavora insieme, con l’attrice in grado di stupire per la naturalezza con cui si è espressa con il linguaggio dei segni. 

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Todd Haynes è bravo in Wonderstruck a far viaggiare contemporaneamente due storie, la prima della piccola sordomuta Rose nel 1927 e poi quella Ben nel 1977 50 anni dopo. La bambina ha una malattia genetica, mentre il secondo perde l’udito in seguito ad un incidente. Poco prima però aveva trovato un indizio con il numero di una libreria di New York in cui potrebbe trovare il padre scomparso da diversi anni. Orfano già della madre  si aggrappa alla speranza di trovare il genitore di cui non sapeva nulla inizia così un viaggio che viene alternato nella narrazione con quello di Rose, triste con il padre e desiderosa di riabbracciare la madre sempre a New York per lavoro così come il padre di Ben. Entrambi vivranno delle delusioni che li porteranno a confrontarsi con una solitudine struggente.

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Gli attori bambini  Oakes Fegley, una conferma dopo “Il Drago Invisibile” realizzato con Disney, e l’esordiente assoluta sordomuta Millicent Simmonds capace di portare un tema delicatissimo come quello di questa particolare disabilità, regalano costantemente sensazioni di meraviglia continuando a mostrare  grande spontaneità davanti la macchina da presa. A fare loro da chioccia Julianne Moore in un doppio ruolo che commuoverà gli spettatori riuscendo ad essere quasi perturbante con la sua dolcezza ed intensità.

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C’è spazio anche per Michelle Williams brava a rendere importante anche un ruolo secondario.  La scelta di alternare i colori con il bianco ed il nero con un buon lavoro del direttore della fotografia Ed Lachmann è un segnale ancor più netto per rimarcare come nonostante gli anni siano passati sembra quasi che la storia debba forzatamente ripetersi in una ciclicità che sfugge al controllo umano perché Wonderstruck è soprattutto un film fatto di sentimenti.

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Essendo il film per la maggior parte muto, anche perché Todd Haynes a ragione decide di narrarlo esclusivamente dal punto di vista di Rose e Ben escludendo dunque anche i dialoghi degli altri personaggi ed affidandosi al sottotitolo, la musica non è solo accessorio ma diventa il mezzo attraverso il quale insieme all’espressività degli attori i protagonisti riescono a parlare con lo spettatore sfruttando l’emotività anche nei continui omaggi al Duca Bianco David Bowie. Wondersturck parla con le immagini e probabilmente non potremmo fare complimento maggiore al regista di quest’ottima opera.

Millicent Simmonds (Rose)
Millicent Simmonds (Rose)

All’interno di questo importante scenario emotivo Todd Haynes in Wonderstruck riesce a scrivere anche una vera e propria lettera d’amore a New York, la città in cui sembra tutti possano trovare il sogno che cercano sotto un cielo stellato, dentro quella che è una vera e propria “stanza delle meraviglie” a cielo aperto. Il film è prodotto dagli Amazon Studios e non sappiamo ancora quando uscirà in Italia, ma siamo certi che potrebbe piacere ad un pubblico ampio dato che la storia non annoia nonostante alcuni passaggi poco compatti  e viene raccontata in modo buono anche in alcune banalità su cui è facile soprassedere se chi le racconta sa farle amalgamare splendidamente con il resto.

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