Cars 3, l’incontro con il regista, produttore e i talent italiani al doppiaggio

A Roma è stato presentato alla stampa il nuovo lungometraggio d’animazione Disney•Pixar Cars 3, che arriverà nelle sale italiane il 14 settembre, anche in 3D. Il regista Brian Fee e il produttore Kevin Reher hanno parlato del film insieme al voice cast italiano.

Cars 3 arriverà nelle sale soltanto a settembre, ma a Roma si è svolta l’attività stampa di presentazione in occasione del press tour europeo che ha visto protagonisti il regista Brian Fee, già storyboard artist dei primi due capitoli, e del produttore Kevin Reher.  I due cineasti hanno spiegato cosa c’è dietro la storia di Cars 3, un modo originale di vedere la storia ed affrontare un momento delicatissimo nella vita del protagonista Saetta McQueen. I segreti di come nasce un film Pixar, con ben 5 anni di lavoro e anche dei divertenti retroscena sul lavoro con Lewis Hamilton. Ecco cosa ci hanno raccontato.

Cars 3 mi è sembrato un film completamente basato sulla motivazione a raggiungere i propri obiettivi, ma anche capire quando ritirarsi. Che ne pensate?

Bryan Fee: “Il film parla di cambiamento, quello che ho portato in termine d’esperienza è il mio essere padre. Ora che ho due figlie e due ragazzine il mio atteggiamento cambia. Il loro benessere e il loro successo è quello che mi preoccupa”.
Kevin Reher: “Sono 24 anni che sono alla Pixar quindi il pensionamento mi suona vicino”.

Il concetto di fallimento e sconfitta si percepisce ma non arriva fino in fondo in Cars 3, c’è spazio per la cultura sportiva della sconfitta? Quali film sportivi vi hanno condizionato?

Bryan Fee: “Il discorso del fallimento è comunque parte del tema nel nostro film, nel momento in cui siamo felici e contenti è quello che per noi è un successo. Saetta dà la chance a qualcun altro questo lo rende vincente emotivamente. John Lassater dice che c’è sempre una fase in ogni film dove è il peggior film mai realizzato. Noi impieghiamo 5 anni a realizzare un film per cercare il modo migliore di raccontare, lui dice ddi sbagliare rapidamente e di farlo il prima possibile”.

Kevin Reher: “Noi abbiamo guardato tantissime corse Nascar, Rush, i film di Rocky, Fast and Furious, Karate Kid, il nostro sceneggiatore ha scritto anche Secretair”.
IMG_0701Quale studio avete fatto per le location di Cars 3, c’è una grande corrispondenza tra le location della Florida e quelle animate.

Bryan Fee: “Le location sono tutte ispirate su luoghi veri, location in cui hanno avuto luogo vere corse Nascar. La spiaggia dove si vanno ad allenare è quella dove è stata tenuta la prima corsa Nascar sulla sabbia, o anche il circuito Thomasville è basato su vari circuiti magari anche in disuso. Anche gli alberi ed i tipi sono specifici”.

Quali sono le sfide dietro il processo creativo di un film come questo?

Kevin Reher: “Con i sequel c’è sempre la sfida di non ripetersi e far dire al pubblico queste cose le ho già vista. La grande sfida è inventare nuove avventure, se guardiamo le discrezioni dei personaggi scegliamo una decina di attori e il regista fa una selezione di tre attori. Di questa terzina scegliamo il preferito e senza dirlo li portiamo a John Lassater che sceglie.Nella versione americana siamo stati fortunati perché abbiamo ricevuto tutti si per il film”.
Bryan Fee: “Quello che cerchiamo è una qualità extra che rende il personaggio un qualcosa in più, lo migliori. Soprattutto per i personaggi secondari è necessario trovare la voce perfetta che lo renda interessante perché non c’è tempo di antefatti”.

In Cars 3 vediamo Doc Hudson, cioè Paul Newman. Come siete arrivati alla decisione definitiva di riportare in vita una leggenda scomparsa da molto tempo?

Kevin Reher: “Abbiamo cercato per il personaggio di Doc Hudson che fossero molto simili. Avevamo ore e ore di registrato in cui parlava delle corse e queste cose qui poi abbiamo fatto la trascrizione e di adattare i dialoghi alla trascrizione che avevamo ricavato dalla voce di Paul Newman”.
Bryan Fee: “Volevamo che ci fosse veramente la presenza di Doc quando abbiamo deciso di fare questa storia e mostrare come questo rapporto fosse andato avanti dopo il primo Cars e come McQueen si trova senza mentore e lui deve fungere da mentore per qualcun altro. L’incidente di Doc che gli ricorda moltissimo il suo incidente è una delle sue peggiori paure”.
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Storia bellissima in Cars 3 con temi particolari come il cambio generazionale che esulano da quelli per bambini, come accoglieranno loro la storia?

Bryan Fee: “Io ho due figlie, una di 11 e una di 8 anni e nel corso degli anni ho avuto modo di osservarle. I bambini hanno paura di fallire nel fare le cose e poi tendono a distinguere tra cose per maschietti o femminucce, se credono sia per gli altri non le vogliono fare. Erano convinte che la chitarra era uno strumento da maschi. Con il personaggio di Kruz volevamo far capire che tutto è possibile e non ci si deve fermare. Anche uno degli sceneggiatori che ha una figlia ha voluto mettere questo tema nel film. I bambini risponderanno e reagiranno a quello che succede a McQueen”.

Con l’introduzione di un nuovo personaggio la strada resta aperta ad un quarto capitolo di Cars?

Kevin Reher: “Io amo la Ferrari, vorrei una Giulia è molto sexy. Il discorso del sequel come ogni film è che se ci sono idee ci si può lavorare, se la hai tu mandamela. Non si sa mai, ci potrebbe essere un Cars 4.
Bryan Fee: “A noi piacciono le macchine e le gare, è una lettera d’amore alle automobili ma anche a coloro che nn le amano. Noi mettiamo tutti i riferimenti perché è un omaggio e una nosta passione”.

Perché non avete usato Vettel anche in originale invece di Lewis Hamilton?

Kevin Reher: “Innanzitutto Lewis Hamilton si è divertito talmente tanto a fare Cars 2 che ci ha telefonato, Vettel non ci ha telefonato. Le ricerche per Cars 2 sono state molto interessante e piacevoli sul Lago di Como e alla Ferrari. Lui voleva partecipare e quando abbiamo detto che non avevamo la Formula 1 ha scelto di fare il computer. Lui si mangiava l’insalata a pranzo e io la pizza, la guardava con desiderio e ha detto che doveva perdere 5 kg perché più magro sono io più possono aggiungere 5kg di tecnologia”.

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