Chicago Fire 5×16 – Recensione: la rabbia, il dolore, la vendetta
23/03/2017 di Redazione
Un altro episodio di “Chicago Fire 5” è andato in onda. La Caserma 51 è stata presa in ostaggio da una gang. Stella, Kelly, Matt, Otis, Hermann, Boden e JB. Cosa ci porta a fare il dolore? Il senso di impotenza? E quanto coraggio scaturisce nel dire no.
Il 16esimo episodio di “Chicago Fire 5” è andato in onda, e ancora una volta devo dirvelo: di questi show One Chicago, nessuno sarà mai come il primo, come Chicago Fire che riesce ad emozionarmi ad ogni singolo episodio. Ho avuto paura, sapevo che Matt non sarebbe morto, ma ho avuto paura per Hermann (maledetto genio!), per Otis, per Boden e per lei, Stella. Ma Severide era lì, per lei, per quell’amica a cui tiene, per quella persona che non lascerebbe mai sola, così come per tutta la sua famiglia. Perché questo è Kelly Severide, questo è Matt Casey, questa è la Caserma 51.
Una gang di Chicago è entrata nella Caserma 51 prendendo in ostaggio gli uomini di Boden. Ho sentito la rabbia di ognuno di loro. Quella di Matt, di Boden, di Hermann, il bisogno di fare qualcosa e la consapevolezza di non poter muovere un dito senza quella pistola puntata alla tempia. Ed è stata proprio questa la sensazione che ho provato per tutto il corso di questo episodio di Chicago Fire: rabbia. Assurda, che bruciava dentro.
Non posso dire di aver amato un solo personaggio in questo episodio, perché la verità è che ognuno di loro mi ha tenuta incollata allo schermo per questi 40 minuti. Ma non sono stati solo i vigili del fuoco della Caserma 51 ad emozionarmi, JB, quel ragazzino con quella pistola tra le mani, la sua storia, le parole di sua madre. JB voleva fare giustizia, ma credo non si rendesse nemmeno conto di cosa stesse facendo, di cosa avrebbe comportato portare quella pistola con sé.
Nel momento esatto in cui il colpo è esploso ho avuto paura, non volevo che JB morisse, non lui, non quel ragazzino per cui c’è ancora speranza, non quel ragazzino che è salito su quel camion solo per proteggere Boden, perché sua madre non dovesse piangere un altro figlio.
Ho tremato per Stella, ho pregato Kelly di salvarla, di non lasciarla sola. Ho avuto paura di dover dire addio anche a lei, per fortuna non è stato così. E nel momento esatto in cui, al termine dell’episodio, l’ho vista accanto a Kelly, non sono riuscita a staccare gli occhi da quell’immagine. Per quanto ci provi, per quanto continui a provare, non riesco ad immaginare Anna accanto a Kelly, o mentre cammina per i corridoi del Chicago Med. Sorry, ma il mio cuore è per Kidd e Severide, lo è dal primo momento, e anche se non sembra ci siano possibilità… continuerò a sperare di vederlo accadere.
E in un episodio ricco di tensione, per un attimo sono anche riuscita a sorridere… grazie ad Hermann e alla sua geniale idea di fingere di star male per poter aiutare la polizia. Che poi dico io… ma chiamate Hank Voight, ma di che stiamo parlando?! Qui manca proprio l’ABC… In ogni caso vedere Hermann su quella sedia mi ha riportato indietro e ho avuto paura di dover rivivere quei momenti di ansia che Dick ci ha gentilmente regalato nel corso di quell’indimenticabile crossover. Ma così non è stato. E Chicago Fire regala un sorriso, insieme alla paura.
Matt è rimasto ferito. Vorrei tanto sapere se esiste ancora un posto del suo corpo che sia immacolato. Quest’uomo è una calamita per i proiettili. I tenenti della Caserma 51, se non fanno gli eroi non sono contenti. Matt avrebbe perso la vita per salvare Gabby, lo avrebbe fatto per sua moglie, la sua amica, la donna che ama. Ma la verità è che lo avrebbe fatto per chiunque, perché questa è la Caserma 51, la famiglia che Boden ha costruito.
E mentre la tensione sale, Kelly salva Stella, e poi lei salva lui. Boden cerca di aiutare JB, ma è quel ragazzino che salva la vita al nostro Capo. Emozioni, rabbia, tensione, senso di impotenza e voglia di prendere quei criminali e sbatterli nella gabbia di Hank Voight, ma con il nostro sergente dentro. L’episodio arriva alla fine. La Caserma 51 è libera, una mamma piangerà sulla tomba di sua figlia per tutta la vita, ma quel ragazzo, quel ragazzo che ha salvato Boden, può ancora farcela, può cambiare direzione, può riprendere in mano la sua vita e darle un senso, proprio come avrebbe voluto sua sorella.
Ora c’è silenzio fuori dalla Caserma 51, è tutto finito, JB se la caverà, Matt sta bene, Stella torna a sorridere… e le emozioni ci accompagnano ancora.
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