Chicago Med 2×12: la verità dietro lo specchio
04/02/2017 di Redazione

Chicago Med ci emoziona con un nuovo episodio, nuovi casi che ci insegnano ancora qualcosa, che ci aiutano a capire i protagonisti di questo show che, finalmente, interagiscono tra loro anche sul lato personale
La prima cosa a cui sono riuscita a pensare al termine dell’episodio, è stata questa: finalmente questi personaggi imparano a conoscersi, entrano in contatto l’uno con l’altro costruendo legami, proprio come sta accadendo tra Connor e il Dr. Latham.
Il nuovo episodio di Chicago Med mi ha tenuta incollata allo schermo. I casi trattati da ogni medico, il modo in cui il Dr. Latham viene fuori, un passo alla volta. Sarah Reese, la sua fragilità, la sua forza nell’accettare le proprie debolezze e il bisogno di parlare, di essere onesta “prima di tutto con sé stessa“.

In questo episodio ho visto Will Halstead, voglio dire… l’ho finalmente rivisto protagonista della storia, non un personaggio al margine. Il Dr, Halstead è rimasto intrappolato nell’insensibilità di quel nano che continua a girare per il Chicago Med cercando gloria, ma questa volta cerca di farlo sfruttando la morte di un uomo. Will non può permetterlo, non lo farebbe mai. Così, in un attimo, mi ritrovo ad asciugare le lacrime che mi bagnano il viso mentre ascolto la storia di quell’uomo che si sente solo, che vuole solo essere ricordato.

Will lo ascolta per la prima volta, e mentre osservo i suoi occhi, lo sguardo di quell’uomo, riesco solo a pensare a quanto dolore possa aver provato. Sentirsi soli fa male, Will resta fermo, impotente di fronte a quella vita che non può salvare. Quel piccolo mostriciattolo che si aggira per il Chicago Med ha regalato a quell’uomo il suo momento, l’ultimo atto prima che le telecamere si spengano per sempre.
Natalie intanto segue una donna e la sua bambina che prova ciò che provano le persone con cui entra in contatto. Sinestesia a specchio. Se io sento dolore alla parte destra del corpo, lei lo sentirà a sinistra. Immaginate cosa voglia dire sentire tutto ciò che sentono le persone che vi stanno accanto? Come si gestisce una cosa del genere? Ho visto quella madre e ho provato rabbia, poi mi sono fermata e ho aspettato. E quel momento è arrivato. Il momento in cui la negazione e la paura svaniscono, e questi medici, i loro pazienti, accettano ciò che accade e lo affrontano con forza.

Ma le cose non sempre vanno come vorremmo. Ed è il caso di Sarah Reese che ci ha ricordato due cose importanti: non puoi aiutare nessuno, se non aiuti prima te stesso; non tutte le persone vogliono essere salvate. Quel ragazzo è cresciuto in quella che il Dr. Choi chiama “la guerra di Chicago“. Ne ha viste tante lui, e non sempre può fermarsi. Ma Sarah ci ha provato, voleva farlo forse anche un po’ per sé stessa. Ma qualche volta dobbiamo arrenderci, sventolare bandiera bianca e andare avanti per la nostra strada.

E quella di Sarah la porta a quello specchio, davanti alla sua immagine riflessa, ad affrontare sé stessa. “Non sai proprio niente tu vero?“. Eccola Sarah, uno dei primi personaggi che abbiamo imparato a conoscere, con la sua forza e determinazione, le sue insicurezze e paure, quasi tutte legate a una mamma assente che preferisce mandare assegni piuttosto che chiamare sua figlia, o magari correre da lei. Sarah ha deciso, farà la terapia, il primo passo è stato fatto e non so voi, ma io non vedo l’ora di vederne di più.
Ethan Choi e Jeff Clarke hanno lavorato insieme, e mi è anche venuto un mezzo infarto quando è esploso il colpo di pistola. Due personaggi che non abbiamo quasi mai visto interagire, ma che sono riusciti a regalare una storia forte. Vi confesso una cosa: ho capito che Jeff mi piace, è la presenza di Natalie che infetta ogni cosa. Niente, quella donna non se ne scende. Comunque, Jeff sta bene, Ethan è con lui, Natalie si va a fare un giro e tutto è bene quel che finisce bene, o quasi.

E arriviamo a quest’ultimo personaggio la cui complessità ho amato fin dal primo episodio, il Dr. Latham. Amo il modo in cui sta uscendo fuori, piano, un passo alla volta. Non lo abbiamo capito all’inizio, poi si è mostrato quella sera sul tetto, mentre suonava. Poi lo abbiamo visto accanto al Dr. Charles, mentre decideva di sfidare sé stesso e le sue convinzioni. E adesso lo troviamo al Molly’s, pronto a cambiare, a provarci.

Amo il suo rapporto con Connor e il modo in cui sta crescendo. Amo entrare al Molly’s al termine di ogni episodio, e la grandezza di Will, la forza di Ethan, le insicurezze di Sarah, tutto ciò che si nasconde dietro ogni personaggio.
Un attimo ancora…
- Per nostra fortuna oggi April non era protagonista. Una gioia, almeno una.
- Scusate ma Nina? Si sono presi una pausa e non lo sappiamo? Menzionatela almeno…
- Ma la Goodwin ha qualche utilità? Cerchiamo di non tornare al solito gioco “il mondo è in guerra per colpa di Halstead” che ha decisamente stancato.
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