Chicago Med 2×13 – Recensione: Cosa o chi detta le nostre decisioni?
12/02/2017 di Redazione
Il 13esimo episodio di “Chicago Med 2” è andato in onda. Continua a crescere il rapporto tra il Dr. Rhoodes e il Dr. Latham, Sarah cerca di trovare il suo posto mentre il fantasma di Natalie entra nella relazione tra Will e Nina.
Quando ho visto arrivare quel bambino di 8 anni con il cancro, ho immaginato come avrei trascorso gli ultimi minuti dell’episodio. E la scena era più o meno questa nella mia mente…
Ma non sempre le cose vanno come ci aspettiamo. E quel bambino ce l’ha fatta, Sarah diventerà una grande psichiatra e lo sguardo di Will quando Nina ha iniziato ad elencare tutti quelli con chi è stata in ospedale, è stato impagabile.
Chi o cosa detta le nostre azioni? Questa una delle domande che ci ha posto questo episodio di “Chicago Med“, e anche questa volta a trovare le parole giuste ci ha pensato il Dr. Charles. Sarah si sente fuori posto. Sapeva cosa avrebbe fatto da grande, poi quel pronto soccorso ha cambiato qualcosa, ma era troppo tardi. E alla fine è arrivata in psichiatria, con quell’uomo che cerca di insegnarle tutto quello che ha imparato, e che ancora gli sta insegnando la vita.
Non è necessario definire ogni cosa, ecco cosa ha spiegato il Dr. Charles a Sarah. Anche se non diamo un nome a quella voce che ogni tanto sentiamo dentro di noi, non vuol dire che non esista o che sia tanto diversa da quella che sente Grace. Sarah sta iniziando a capirlo, anche se far cadere le sue certezze è una cosa che la spaventa. Ma lei, Sarah Reese, sarà una grande psichiatra, sta imparando dal migliore.
E passiamo a Connor e il Dr. Latham. Vi ho già detto vero che amo questo rapporto? E’ completamente diverso da quello che il Dr. Rhoodes ha avuto con il Dr. Dawney, e forse proprio per questo riesco ad apprezzarlo ancora di più. Il modo in cui stanno imparando a conoscersi, il modo in cui, nonostante la paura, il Dr. Latham provi a lasciarsi andare (solo a me viene voglia di abbracciarlo?). Il Dr. Latham sta sfidando sé stesso, sta cercando di imparare, di capire, ha aperto gli occhi e adesso non vuole più richiuderli.
Inutile dirvi che quando ho visto il suo sguardo nella hall, avrei preso quella biondina a calci molto volentieri, ma tanto ci ha pensato Connor a sistemare le cose, anche lui ha imparato dal migliore.
E ancora una cosa che detta le nostre azioni, un parassita che decide cosa dobbiamo o non dobbiamo fare. La verità ci renderà liberi, ma siamo sicuri che sia sempre così? E ancora una volta, il Dr. Charles, vince su tutti. Cosa sarebbe il Chicago Med senza Daniel Charles? Speriamo di non doverlo scoprire mai.
Robyn mi è piaciuta, E’ stata dolce, tenero anche il tentativo di fare delle analisi al suo papà per conoscerlo, per sapere qualcosa di lui. Il sorriso di Robyn era quello di una bambina che si siede sulle gambe del suo papà per ascoltare tutte le storie che vuole raccontarle. Robyn non ha avuto questi momenti, anche Daniel li ha persi. Ma una seconda occasione la meritiamo tutti no?
Passiamo un secondo dalla dolce, cara, indifesa Nina che ha deciso di sconvolgere la mente del povero Will elencando tutti quelli con cui è stata in ospedale. E brava Nina, viva l’onestà. Giusto Will? E la mia espressione era più o meno questa…
Will però non è stato onesto, ha ascoltato il consiglio di Maggie (e comunque questi due amici, ci piacciono) e non ha parlato di ciò che provava per Natalie… Scusate, di ciò che prova ancora per Nat e che non riesce a dimenticare, a superare. Ma stai tranquillo Will, la strada sarà tutta in discesa. Tempo tre episodi e siete spacciati anche voi, in perfetto stile Dick Wolf.
E poi arriviamo a quell’ultima storia di questo episodio di “Chicago Med“. Un bambino di 8 anni con il cancro, che è stanco, che “voglio solo vedere cosa c’è dopo“. Natalie non lo accetta, April ancor meno. Come può un bambino di 8 anni capire cosa sia la morte, un tumore, la chemio, quella piccola possibilità di farcela a cui tanti si aggrappano ogni giorno. Poi, Nat parla con quel piccolino e mentre ascolta la sua voce, le sue parole, capisce che quel bambino sa benissimo di cosa sta parlando. Tutto ciò che vuole è solo silenzio, pace, niente più dolore.
E’ stanco, vuole andare dalla sua mamma, vuole chiudere gli occhi e non sentire più dolore. Non so cosa farei al posto di quel padre, non so cosa sia giusto fare… o forse si. Ricordate quella donna che Will voleva salvare a tutti i costi? Will aveva sbagliato, non puoi decidere per qualcun altro, nemmeno se ha 8 anni.
E mentre sono pronta a versare tutte le lacrime del mondo, Natalie e April scoprono che senza quel nuovo ciclo di chemio quel piccolino può ancora lottare, ne vale la pena adesso. “Ha ancora molta strada da fare, ma si“, ce la farà. E allora arriva un sorriso e il pensiero che, se vuole, il caro Dick ci riesce a regalarci una gioia.
Il sorriso di Robyn mentre ascolta suo padre chiude questo episodio con i ricordi del suo papà in sottofondo.
ps. Solo io voglio il Dr. Choi e Sarah Reese insieme? Dai, su…
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