Chicago PD 4×18 – Recensione: un pianoforte, un padre ed Hank Voight

Il 18esimo episodio di “Chicago PD 4” è andato in onda. Abbiamo conosciuto la sorella di Kim, abbiamo sorriso grazie ad Adam, abbiamo visto quanto siano lontani Jay ed Erin e la grandezza di Hank Voight ci ha emozionati ancora una volta. 

Questo 18esimo episodio di “Chicago PD 4” è riuscito ad emozionarmi nei suoi ultimi minuti, mi ha fatto sorridere grazie ad Adam, ha scatenato in me una rabbia incontrollabile nel vedere Jay ed Erin lontani come non lo sono mai stati.
E allora partiamo proprio da loro, Erin e Jay. Hank è rimasto a guardare tutto il tempo, in silenzio. Ha osservato il dolore sul viso di Erin, di quella donna che ha accolto in casa sua crescendola come una figlia, e poi ha parlato.

Non ho aspettato altro per tutto il corso dell’episodio, Hank che parlasse con Jay per quel maledetto “ti amo, ma ti lascio” che proprio non se ne scende. Il sergente Voight ha chiarito la situazione con poche parole: o riuscite a risolvere i vostri problemi e lavorare insieme, o siete fuori.
Li aveva avvertiti sin dall’inizio Hank, aveva avvertito Jay di cosa sarebbe accaduto se le cose fossero andate male. E, forse, tutto sarebbe andato per il verso giusto se Dick Wolf non avesse deciso di cambiare spacciatore e propinarci questa storia ridicola del matrimonio di Jay. La cosa che mi fa più rabbia? Le parole di Jay al termine dell’episodio di Chicago PD. Hai mentito, e se non fossi stato scoperto, avresti continuato a farlo. Erin ti aveva chiesto di restare, sei voluto andare via, e adesso cosa vuoi? Sorrisi e pacche sulla spalla? Vuoi il tuo spazio? Prenditelo, ma che sia bello grande.
E dopo Adam Ruzek, ecco il nuovo idiota della situazione: Jay Halstead deve ritrovare sé stesso. Ci pensavi prima di chiederle di aprirsi, di farti entrare nella sua vita, prima di chiederle di convivere sapendo che le stavi mentendo. Una story line più ridicola non la potevi creare Dick. Applausi per te.

Per fortuna ci sono loro, Adam e Kim. E come già detto, qualcuno dovrà spiegarmi perché questi due personaggi non possono riavvicinarsi senza che Jay ed Erin si sfascino. Comunque… la sorella di Kim ha fatto il suo ingresso, ha fatto spuntare un sorriso sul viso della nostra Trudy e ha bacchettato Adam facendomi ridere come se non ci fosse un domani. Esilarante il viso di Jay alle sue parole e “adorabile” Adam nel tentativo (miseramente fallito) di avvicinarsi alla sorella della sua ex fidanzata. Un sorriso ci voleva proprio in questo episodio. Quasi dimenticavo, si stanno impegnando ben poco a nascondere la pancia di Marina Squerciati, praticamente si vede in ogni inquadratura.

E passiamo al caso di questo episodio di Chicago PD, una bambina di 9 anni violentata dal padre. Questo mondo smetterà mai di disgustarci? Quando avrei voluto che non si girasse quel padre che non merita di essere chiamato tale, quanto avrei voluto che Hank lo sbattesse con la faccia a terra. Quanto avrei voluto vederlo chiuso nella gabbia.
E come Erin è riuscita a toccare le corde giuste per far parlare quella ragazza, allo stesso modo Hank Voight è riuscito a toccare le corde del mio cuore in quegli ultimi minuti. Un padre che non può vedere e ascoltare sua figlia mentre suona il piano. E’ in prigione, non potrà vederla crescere, non per il momento almeno. Ma guardando Kevin, quei video, ascoltando le parole di quella bambina, Hank sente di dover e poter fare qualcosa.

E allora prende una giacca, porta quel papà dalla sua bambina, le lacrime non possono fermarsi e mentre sentiamo suonare, il ricordo di Justin torna nella nostra mente e in quella del sergente Hank Voight. Di quest’uomo dal cuore d’oro, questo padre che ha perso quello che sarà per sempre il suo bambino. Nessuno sarà mai come Hank Voight.
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