Chicago PD 4×21 – Recensione: “Aveva solo 14 anni”

Il 21esimo episodio della quarta stagione di Chicago PD ci porta a conoscere un nuovo detective, mentre per Erin Lindsay arriva un momento difficile da superare, senza Jay accanto. 

La quarta stagione di Chicago PD si avvicina alla sua conclusione e tutto quello a cui riesco a pensare è la distanza tra Jay ed Erin che mi spezza il cuore ogni volta. Continuo a chiedermi per quale assurdo motivo Dick Wolf ami così tanto le tragedie, i triangoli amorosi, coppie da sfasciare senza l’ombra di un lieto fine. Ma suppongo che non avrò mai la risposta a questa domanda. Una banda di rapinatori composta da ragazzini che non arrivano al 18esimo anno di età, il detective Lindsay ha sparato, non poteva fare altrimenti, e lo sguardo nei suoi occhi ha dimostrato ancora una volta che tipo di poliziotto è diventato avendo un uomo come Hank Voight accanto.
Un nuovo detective sta per entrare a far parte dell’Intelligence (non metterti comoda tesoro, Kim torna presto) e per quanto vorrei adorarla, tutto ciò a cui riesco a pensare è quanto sarebbe stato semplice restituirci Kenny Rixton, invece di presentarci riccioli d’oro. Quanto sarebbe stato bello vederlo lavorare accanto a Kevin e Adam? Ma no, chiamiamo una nuova tizia, anche piuttosto carina, che già mi da ai nervi a causa di quelle crisi sentimentali che piacciono tanto al nostro Dick. Sono la sola ad aver pensato che questo “meritevole detective” si metterà in mezzo ai Linstead o ai Burzek? Fai il bravo Dick, che stiamo giocando con il fuoco qui, e nemmeno Wallace Boden potrà salvarti.

Ma se c’è una cosa che ho amato in questo episodio di Chicago PD, nell’arrivo di Tracy, sono quelle parole dette a Trudy Platt, “sono diventata un poliziotto grazie a te“. E il mio viso si è trasformato in quello del nostro sergente. Proprio così, l’emozione è stata forte, proprio come quella della nostra splendida Trudy. Una donna unica che meriterebbe più spazio, proprio come il suo matrimonio con Mouch. Almeno una coppia non è stata distrutta, non ancora.

Poi c’è lui, Hank Voight. Non capivo all’inizio perché si stesse opponendo alla testimonianza di quel ragazzo. Poi ho ascoltato la sua voce, le sue parole, e tutto è diventato più chiaro. Kevin non avrebbe potuto mantenere la sua promessa, non avrebbe potuto proteggere quel ragazzo dietro le sbarre di una prigione. E allora, il nostro sergente, ha fatto ancora una volta il suo dovere: proteggere i cittadini della sua Chicago, proteggere chi non può farlo da solo, chi avrebbe sarebbe stato condannato a morte con le sue parole.
E allora cambia capo d’accusa Hank, ma poco importa. Quell’uomo finisce in manette, ed Hank sarà sempre dietro di lui, ad aspettare quel passo falso che gli permetterà di sbatterlo dentro a vita, non prima di averci scambiato due parole però. Ha salvato un altro ragazzino Hank Voight e non esiste un modo diverso per dirlo: nessuno sarà mai come il sergente Hank Voight!!!

Un piccolo appunto sul mio Kevin adorato che si scusa mentre prende le banconote dagli indumenti di quelle dolci signorine. Un personaggio che ho imparato ad amare, e senza il quale Chicago PD non sarebbe lo stesso, non sarebbe lo stesso per me. Perché non regaliamo a questo gigante buono una simpatica e dolce signorina? No, forse è meglio di no visti i precedenti. Finirebbe tutto in meno di trenta secondi.
Quando Kevin Atwater è arrivato nell’Intelligence, il suo posto lo meritava Kim. Adesso, non potrebbe esserci luogo migliore, unità migliore, per un grande poliziotto come lui.

E adesso arriviamo a loro. Jay, amore mio, ma stiamo ancora pensando alla vita, al passato, stiamo ancora cercando di trovare noi stessi? Quando la facciamo finita con questa boiata? Vorremmo rivedere i Linstead insieme se non è chiedere troppo, e magari prima della fine di questa stagione, e non in due case diverse. Idea geniale Jay. Come quella di restare al Molly invece di correre da Erin che non ha la forza di respirare dopo aver sparato ad un ragazzo di 14 anni. Non abbiamo la minima idea di come andrà avanti questa storia, ma quello che posso dirvi con certezza è che questa storia di Jay sposato e dei Linstead che si separano a pochi episodi dal termine della quarta stagione di Chicago PD, è proprio una cosa ridicola e senza senso.
Ho amato vederli lavorare insieme, ho amato quegli sguardi che continuano a scambiarsi, amo il modo in cui ancora (e sempre) si preoccupano l’uno dell’altra. Ma questa distanza non è più tollerabile, come gli occhi di Erin mentre vai via senza il suo Jay.

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