Come Diventare Grandi Nonostante i Genitori: I ragazzi di Alex e Co, Nunziante, Lucini, Margherita Buy e Giovanna Mezzogiorno presentano il film

Il cast di “Come Diventare Grandi Nonostante i Genitori”, lo sceneggiatore Gennaro Nunziante, il regista Luca Lucini e le guest star Margherita Buy e Giovanna Mezzogiorno hanno presentato il nuovo film Disney.

Nella cornice della Casa del Cinema di Roma Luca Lucini e Gennaro Nunziante hanno presentato alla stampa il loro nuovo film “Come Diventare Grandi Nonostante i Genitori”, che può contare oltre alle guest star Margherita Buy e Giovanna Mezzogiorno, soprattutto sui popolarissimi interpreti della serie Alex e Co. Eleonora Gaggero, Saul Nanni, Federico Russo e Beatrice Vendramin e le new entry Emanuele Misuraca e Chiara Primavesi. Grande assente all’evento di presentazione Leonardo Cecchi che è Alex, il protagonista della saga. Scopri cosa ci hanno raccontato sul loro nuovo film!
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Gennaro come sei riuscito a realizzare e a dare il ritmo giusto a questa commedia?

Gennaro Nunziante: “Perché mi hanno pagato in anticipo e io e mia moglie avevamo questo trullo (risate). Mi sono divertito molto a pasticciare il marchio Disney, mi sono divertito a buttargli dentro una serie di cose più europee. Siamo abituati a vedere che i ragazzi vincono perché sono belli e boni, qui non è così. Il cinema nasconde la parte sentimentale, ma io sono padre e questa è forse la parte più bella”.

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Luca Lucini è stato un regista in grado di enfatizzare l’eleganza di questi personaggi. Come hai lavorato sia con le signore che i meravigliosi giovani interpreti?

Luca Lucini: “Il lavoro mi divertiva perché era una sfida non facile, questo genere di film non esiste. La partenza era fare un film di altissima qualità. Io ho iniziato a mettermi veramente in gioco quando Gennaro mi ha coinvolto emotivamente nel progetto, ha riscritto tre volte la sceneggiatura. Devo dire che ci ho ritrovato nel suo modo di scrivere l’ironia e il mix fortissimo per Disney. Uno dei primi film che aveva fatto era Pinocchio, questa cosa mi ha colpito nel modo di scrivere di Gennaro e ho visto subito i personaggi e il loro rapporto con i genitori. Questa amicizia che ha interpretato alla grande. Devo dire che tutti ci hanno messo qualcosa di loro, una parte di cuore e anima. I ragazzi non hanno più niente da dimostrare e si sono dedicati a questo progetto. Io sono contento del risultato di questa sfida, non ci sono tanti prodotti italiani così”.

 

Giovanna Mezzogiorno: “Sono tornata due anni fa con il film di Ivano De Matteo, ma non era leggero. Mi piaceva essere all’interno di un film leggero ma la parte mia e di Matthew è quella più malinconica. Non posso neanche immaginare cosa sia la perdita di un figlio. Non volevamo fare un personaggio triste con Luca, anzi abbiamo provato a farla tenera a tenere su il marito che fa più fatica ad uscire dal dramma. Mi affascina il mondo degli adolescenti, che non conosco. Conosco quello dei bambini e degli adulti, questi ragazzi sono dei grandi professionisti, umili, simpatici. Sono stata poco sul set ma c’era una bella atmosfera sul set e una freschezza diversa rispetto a me che ho 42 anni. Mi fanno tenerezza perché sono molto più avanti rispetto a quando io avevo la loro età. Già soltanto i social network e il cellulare che non avevo ha creato un oceano di differenza rispetto a me. Io ero una pupazzetta, però hanno ancora un lato infantile e tenerissimo. Sono stata contenta di avere a che fare con loro. Non conosco quell’età”.

Voi interpretate un po’ voi stessi. Sono stati importanti i no che avete ricevuto se ne avete ricevuti?

Federico Russo: “Tutti noi abbiamo dei genitori che ci hanno seguito e sono presenti in sala. L’importanza dei no è stata tanta e le giuste misure mi sono servite tanto adesso”.

Saul Nanni: “I no servono nella vita, se hai dei sogni sentire dei no ti aiuta specie ai primi provini. Mia madre mi incitava a continuare, i no servono ad avere più grinta”.
Emanuele Misuraca: “I no servono tantissimo, lui con i provini e io con il pianoforte. Ne ho presi tanti, ma aiutano ad andare avanti e migliorare”.
Eleonora Gaggero: “Io sono la più piccola, ma è vero i no aiutano molto a crescere anche i consigli dei miei colleghi. Quelli della mia famiglia mi hanno aiutato, ma anche i genitori del film con cui abbiamo stretto un bel rapporto”.
Chiara Primavesi: “Io ho ricevuto i no per la recitazione, i miei genitori me lo dissero per paura ma ora mi sostengono. Credo che i no servano per andare avanti e ad avere forza”.

Mi incuriosisce molto come in un progetto di questo tipo sul marchio della serie televisiva è stato evitato, come mai? Come ha ricamato Gennaro Nunziante intorno al rapporto tra i ragazzi l’insieme del film?

Piero Crispino: “Io sono anche il produttore della serie, quando la Disney ci ha chiesto di fare un film ci abbiamo pensato molto. La prima persona che ho chiamato è Gennaro Nunziante, lui è uno dei più grandi sceneggiatori italiani. Ho chiamato lui e siamo amici da tanti anni, ha fatto un grandissimo lavoro. Il film all’inizio sembra un film per bambini e nella parte finale finisce per esserlo per adulti. È impossibile che un adulto non venga travolto da questo finale, non abbiamo voluto giocare sul facile con un marchio fortissimo in questo momento in Italia. Siamo un po’ matti a non sfruttare il marchio, ma volevamo dire a tutti che è un film per tutti”.

 

Gennaro Nunziante: “Il cinema non ha niente a che fare con una serie tv, già li ci sono degli eccessi molto forti se avete visto quella Disney. Noi abbiamo un altro linguaggio. Per tutte le donne in sala Mourinho voleva giocare con due ali larghe all’Inter, poi ha capito e ha cambiato modulo così come abbiamo fatto noi. I ragazzi dovevano diventare le persone reali e questa è l’Italia. L’America di Disney mette i soldi e noi le idee, se fosse il contrario sarebbe un casino. L’elemento più importante nasce da una mia esigenza con il rapporto ironico con mia moglie verso i ragazzi, ma c’è l’ipocrisia di base di accettare l’incapacità. Invece poi tutto arriva e abbiamo giocato su questo. Io l’anno scorso ho perso un mio carissimo amico che per 25 anni mi ha massacrato, si chiama Marco Rufino, anche se ci siamo visti di rado vivendo io a Bari e lui a Perugia. Quando l’ho salutato per l’ultima volta ho capito cos’è l’amicizia. Una persona che per 25 anni mi ha detto sempre tutto, ho scritto questo film per lui”.

buyVolevo chiedere a Margherita Buy se condivide questo progetto educativo?

Gennaro Nunziante: “A lei le fa schifo, ve lo dico io”.
Margherita Buy: “L’ho fatto proprio per quello. Volevo fare di nuovo un film con Luca, poi ho vissuto per 12 anni della mia vita attaccata a Disney Channel e volevo farlo, partecipare a questo mondo. Volevo fare la Preside, l’avevo già fatto ma è veramente cattiva. Qualcuno ha detto anche sexy (risate ndr). Il discorso del no è una cosa molto bella, il colpo di scena è interessante. Con mia figlia dico troppi si sbagliando, ma ho ricevuto molti no. Per me che ho una figlia è un discorso giusto. Avete un appuntamento per andare a mangiare? (rivolta scocciata alla stampa che chiacchiera ndr). Mi divertiva entrare nel loro mondo anche se con finzione, è sempre un confronto. Mia figlia si beccherà un sacco di no”.
Giovanna Mezzogiorno: “Ho avuto una madre tollerante e un padre molto severo. Io andavo molto male a scuola, era tragico. Ho iniziato ad uscire di casa a 19 anni e questo crea un forte scompenso sul momento per l’adolescente. Si crea della tensione, una rottura di palle continua. Però poi hai una forte base, io sono andata via molto piccola dall’Italia per le tournée. Io sono l’ultima persona al mondo che può dare consigli, auguro tutti i successi possibili a questi ragazzi ma credo sia importante non solo aver ricevuto dei no ma anche dirli. Conta tanto dire no nel lavoro, i no che ricevi ti danno un’etica nel lavoro che è fondamentale”.

È stato più difficile scrivere per la Disney o Checco Zalone?

Gennaro Nunziante: “È difficile scrivere e basta, poi l’importante è che ti pagano. È la verità, fa male dirlo ma è così. La scrittura non è qualcosa che puoi fare a comando con determinati parametri. Una fiction non sarei mai in grado. Ora vi faccio capire che nonostante la quinta elementare conosco “il fondo è sempre lo stesso” diceva Roland Barthes. Anche Picasso aveva sempre lo stesso gioco, la scrittura è un qualcosa che sai fare Perché è tuo. Non credo che uno possa snaturarsi. Se la sleghi dalla tua vita diventa una cosaccia”.

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Volevo sapere cosa pensavano dei genitori moderni che tendono a sminuire gli insegnanti?

Margherita Buy: “Non ne penso bene, delle volte ci sono dei professori che vanno criticati ma già che i genitori intervengono è buono perché già se stai attento va bene. Io ho mandato mia figlia ad una scuola inglese, capisco pochissimo e non li so sgridare. Non faccio testo”.
Giovanna Mezzogiorno: “Io non ho l’esperienza di Margherita, sono ancora alla materna. Pensando al futuro, ma anche un po’ al presente, quando un insegnante critica tuo figlio critica un po’ te. Ci vuole una via di mezzo, vigilare tantissimo. Io ho avuto una pessima esperienza a scuola con dei professori non empatici, questi possono fare dei danni terribili. I genitori devono vigilare senza proteggere perché il figlio deve auto proteggersi. Bisogna anche avere fiducia in chi affidiamo la carriera scolastico, quello diventa un altro mega danno. I genitori che fanno la rissa ai colloqui con gli insegnanti non è costruttivo”.

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