Maltese – Il romanzo del commissario: La presentazione della nuova fiction con Kim Rossi Stuart
04/05/2017 di Redazione
Questa mattina è stata presentata la nuova fiction di Rai 1 con Kim Rossi Stuart, “Maltese – Il romanzo del commissario, suddivisa in quattro episodio, in onda a partire dall’8 maggio.
Un ricchissimo cast guidato dallo stesso Kim Rossi Stuart insieme alla tedesca Rike Schimid, Francesco Scianna, Antonio Milo, Enrico Lo Verso,Paolo Ricca, Marco Leonardi, Roberto Nobile, Rosario Terranova, Claudio Castrogiovanni, Francesco Colella, Pippo Pattavina, Filippo Luna, Alessandro Schiavo, la piccola star di Braccialetti Rossi Cloe Romagnoli e con la partecipazione di Valeria Solarino. Ecco alcune testimonianze dall’incontro stampa dei protagonisti della fiction, dal direttore Rai 1 a Kim Rossi Stuart che interpreta il commissario Maltese.
La direttrice di Rai Fiction Tini Andreatta è stata molto ambiziosa nel paragonare la fiction ad un prodotto HBO:
“Nell’anno in cui su HBO va in onda The Night Of la Rai propone un grande racconto di quelle dimensioni lì. Il protagonista è un eroe solitario, integro che ci racconta anche la solitudine delle scelte etiche e morali che ti invitano ad andare avanti anche quando tutto ti suggerisce di fermarti. Il riferimento è stato a grandi prodotti del passato come La Piovra. La regia è un lavoro di eleganza ed è coordinato con un lavoro di fotografia, montaggio e anche musicale di alto profilo. Non è una scelta di commento, ma quasi di temperatura e completamento della nostra narrazione”.
Andrea Fabiano direttore Rai 1, parla così della fiction sul commissario Maltese:
“Con Il Romanzo del Commissario Maltese arriveremo in termini di calendario prossimi alla settimana della legalità per questa importante ricorrenza che unisce il paese di una cultura di cui è intriso questo prodotto. Sarà un prodotto memorabile che chiuderà una stagione memorabile e ricca di soddisfazione per Rai Fiction e Rai 1 e per tutti i nostri partner”.
Continua dicendo: “Abbiamo registrato dei numeri da record, penso a Montalbano che ha toccato i livelli massimi di sempre. È un prodotto a cui teniamo tantissimo ed è classificato come grande evento con un grande sforzo di accompagnamento. È anche un prodotto che vede il ritorno di Kim Rossi Stuart e di altri grandi attori, chiudiamo una stagione importanti e ci avviciniamo al momento della legalità. La prima serata è lunedì 8 maggio alle 21:25 e sarà la prima di quattro serate in cui chiudiamo la stagione di Rai 1”.
Carlo Degli Esposti è il capo della Palomar che dopo Il Commissario Montalbano ci riprova con un prodotto diverso, ma al contempo in linea con la qualità di quelli che ci hanno regalato fino a questo momento:
“Tini ha citato la Piovra perché io mi sono fissato sul soggetto e mi piace essere filologo. Indagando avevo letto un soggetto che stava agli inizi della Piovra e non era stato più adoperato, da quel soggetto e dall’effetto con Sergio Silva abbiamo cominciato a pensare di adoperare lo stesso meccanismo con grandi scrittori per un racconto che avesse anche alla base fatti di cronaca. Da questa soggezione è nato un primo racconto. Con Tini abbiamo pensato di coinvolgere un gruppo tedesco ed è stato il prodotto di punta dell’ultimo mercato di Cannes e già abbiamo parecchie prevendite in tutto il mondo. Comincia a delinearsi un meccanismo di fruizione anche al di fuori dell’Italia di questo prodotto italiano”.
Infine conclude: “Un grande prodotto per chiudere la stagione Palomar ed è anche una responsabilità. È venuto anche meglio di come lo avevo immaginato, da Kim alla piccola Cloe che è la più giovane ed arriva da Braccialetti Rossi. Vedremo martedì mattina se è piaciuta al pubblico e se possa essere la base per prodotti sempre più moderni”.
Il regista Gianluca Maria Tavarelli, già dietro la macchina da presa per “Il Giovane Montalbano” ha invece dichiarato:
“Questa serie è stato un viaggio faticoso e proprio per questo è così toccante, siamo stati 4-5 mesi a Trapani e ci abbiamo messo tanto impegno. Abbiamo la sensazione che la televisione stia cambiando e noi facendo veramente un lavoro di squadra, sarebbe stato impossibile farla senza una totale condivisione del produttore e della Rai. Ci sono delle scelte particolari a partire dalla musica elettronica, abbiamo cercato di fare una serie ancorata che seguisse la direzione che sta prendendo la televisione. Ci siamo sentiti liberi di farlo e siamo particolarmente fieri, è stato un viaggio straordinario con Kim con cui ci siamo visti ogni giorno per mesi. Credo che si veda il lavoro profondo”.
Ecco le parole di Kim Rossi Stuart, protagonista della fiction che interpreta il ruolo del commissario Maltese:
“Io ho avuto un percorso diverso rispetto a quello che mi capita di solito, sono portato a ponderare moltissimo fino alla noia. In questo caso ci siamo accordati su un’idea di massima quando Carlo Degli Esposti mi propose di fare qualcosa per la televisione e ci siamo rivisti dopo due anni in cui ho fatto la mia prima regia. Mi sono ritrovato con questa sceneggiatura tra le mani a poche settimane dalle riprese e mi sono accorto di trovarmi di fronte a una cosa che non mi sentivo di affrontare come inizialmente mi ero ripromesso ovvero “mi vado a riposare su un set televisivo”.
No perché mi sono sentito un macigno meraviglioso di trovarmi a che fare con un essere umano che lo porta a pensare al proprio mestiere come l’occasione di portare avanti qualcosa che non molti possono fare non in base al culto del narcisismo, ma per una spinta misteriosa. Ho avuto a che fare con uomini colti, sofisticati capaci di comportamenti sofisticati che hanno fatto la scelta di combattere in prima linea e Ninni Cassarà, io ero davanti al mio computer e di fonte ad un esempio così alto e commovente e straordinario mi ha portato su un percorso liturgico”.
Inoltre afferma: “C’è molto Ninni Cassarà nelle mie aspirazioni anche fisicamente, perché era siciliano alto con gli occhi chiari. Mi sono soffermato anche su cose più istintive come alcune immagini fotografiche molto famose di Falcone, Borsellino e ho cercato di pormi qualche domanda in relazione al sorriso della celebre foto del commissario che raccontava moltissimo. Così come di Borsellino la sigaretta tanto significativa e che raccontava moltissimo, anche mia zia fumava però mi sono lasciato trasportare molto da questo tipo di suggestioni”.
Rike Schmidt è un’attrice e scrittrice tedesca alla sua prima esperienza in Italia ed interpreta la fotografa Elisa :
“Il mio personaggio è una fotografa che vuole fare luce sui fatti di Mafia con Mauro Licata per un giornale di sinistra, lei è profondamente convinta che le immagini possano mostrare la verità. L’idea del mio personaggio è che abbiamo usato le foto di Letizia Battaglia. Io che sono tedesca e soltanto un’attrice posso soltanto immaginare una vita come quella, lei ha deciso di dedicare tutta la sua vita alla lotta contro le ingiustizie e con Elisa il mio personaggio ho provato a mostrare cosa significasse fare questa scelta e per me è stato interessante. Sono molto molto grata di essere qui”.
Francesco Scianna è invece un coraggioso giornalista pronto a mettersi in gioco per la verità ed è all’inizio il fidanzato di Elisa:
“Il mio riferimento è stato Mauro Lostagno, una figura che conoscevo in minima parte rispetto a quello che mi serviva per far venire fuori al meglio Mauro Licata. Diciamo che la bellezza del personaggio è quello che ho cercato in prima battuta facendo riferimento a delle interviste di Falcone e Borsellino.
Vivevo in quella Sicilia lì, avevo 10 anni quando sono accaduti quei fatti tragici e l’elemento più impotante era un’umanità meravigliosa con una grandissima umanità da restituire. Questo è un dono che viene con te quando nasci, non puoi farne a meno a quel punto. È una cosa che ti da vita e luce, sentivo di dover restituire questa profondità nel modo di relazionarsi con l’altro.
Però è un po’ un mistero e allo stesso tempo la sfda arricchita dalla storia d’amore con Elisa e che raramente viene raccontata con tale fame. Un amore moderno, la capacità di abbracciare l’altro in tutte le possibilità. L’intelligenza di Mauro lo aiutava a superare dei taboo o degli istinti culturali. Parliamo degli anni ’70, ma della Sicilia e nel sangue abbiamo tanta cultura sicula. Magari lì non viene troppo fuori Mauro Lostagno, però studiare la sua esperienza di vita mi ha fatto guidare anche in questo Mauro Licata”.
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