Dall’altra parte, settima opera del regista croato Zrinko Ogresta e prima ad essere distribuita in italia, è stata presentata oggi alla stampa romana. Il regista ed il distributore del film Paolo Minuto, hanno risposto alla stampa, parlando del film, della genesi produttiva e della strategia di distribuzione nel nostro paese, ricco di comunità croate e slave, ecco cosa ci hanno raccontato:
In Dall’altra Parte troviamo Vesna (Ksenija Marinković) un’infermiera che vive a Zagabria. Sua figlia Jadranka (Tihana Lazović) si è laureata in legge e sta per sposarsi con Bozo (Toni Šestan), “un inetto”, secondo suo fratello Vladimir (Robert Budak) , che è sposato, ha un figlio piccolo e un’amante incinta.
Vesna riceve una chiamata misteriosa a lavoro. Dall’altra parte del filo, si presenta un certo Žarko (Lazar Ristovski), che scopriamo essere suo marito. Žarko era capitano dell’Esercito Nazionale di Jugoslavia quando iniziò la guerra in Croazia (1991), e decise di stare “dall’altra parte”. Finito a L’Aia, è stato appena rilasciato. I due non si parlano da vent’anni; la telefonata inaspettata riporterà a galla il ricordo di un segreto che la donna ha cercato di nascondere per molto, troppo tempo, catapultandola di colpo in un passato doloroso. E quell’amaro passato, può creare le basi per quello che avverrà nell’oggi, può essere così ingombrante da rendere Vesna vittima (anche) del presente…
Come mai avete scelto di distribuire in Italia l’opera di Ogresta e quale sarà la strategia distributiva del film?
Paolo Minuto: Il film uscirà il 30 marzo prossimo in una decina di copie nei principali capoluoghi italiani come Roma, Firenze, Torino, Milano, Catania e poi dopo aver fatto il suo corso, periamo si possa espandere anche in altri capoluoghi di regione come successo per il nostro altro titolo “Appena apro gli occhi” che sta facendo il giro delle sale italiane da quasi dodici mesi. Puntiamo molto anche a far uscire il film in molise, a Campobasso, regione dove vi è una forte comunità slava e croata e, visto che il film verrà distribuito in versione originale con sottotitoli, contiamo molto su questo fattore, soprattutto in quelel aree dove le comunità sono molto presenti.
Il titolo in inglese è stato tradotto “On the other side” e si sa l’adattare un titolo in una lingua diversa è sempre una scommessa, perciò abbiamo deciso di rinominarlo “Dall’altra parte” proprio per far si che il doppio senso del titolo, sia quello metafisico, l’andare dall’altra parte, che quello del doppio ruolo sia attoriale sia della personalità dei protagonisti “l’altra parte” potesse emergere facendo risaltare l’intera opera di Ogresta.
Il film racconta tematiche universali che travalicano le guerre avvenute in Ex-Jugoslavia ad inizio degli anni ’90; non è tanto un opera che focalizza sul periodo storico piuttosto su ciò che è oggi aver portato sulle spalle, aver vissuto quel periodo, capire cosa è sucesso, quali erano le forze in campo, contestializzandole e attualizzandole nella Croazia contemporanea; cosa ci può dire a riguardo?
Zrinko Ogresta: Questo è il mio settimo film, ma il primo che viene distribuito in Italia, e di questo sono molto felice e volevo ringraziare Paolo (Minuto, il distributore ndr.) per il suo sforzo. In aggiunta stò già lavorando sul prossimo film e voi mi chiedete di tornare indietro…
Il mio è un film che parla della gente comune e non vuole avere nulla a che fare con la politica; nonostante io fossi croato e di origine croata, ho cercato di realizzare il film senza filtri, come una persona qualsiasi. Quando realizzai l’opera avevo paura di come potessero reagire il mio popolo e le istituzioni politiche di fronte al racconto che avevo messo in atto; ma la gente ha apprezzato il mio sforzo ed alla fine tutto è andato per il verso giusto. Proprio perchè il mio obbiettivo primario era il parlare e comprendere la gente senza dover obbligatoriamente entrare nei dettagli personali e ideologici. il messaggio che ho voluto inviare con quest’opera dunque è stato ben accolto sia dalla critica che dalla politica di entrambe le nazioni serba e croata.
L’aspetto stilistico del film è uno dei fattori chiave dell’opera; la messa in scena si basa molto su piani contrapposti che impediscono e ostruiscono parzialmente la visione. Come ha lavorato per realizzare ciò?
Zrinko Ogresta: Non è facile per un regista spiegare a parole il proprio film, quando lo si traduce in parola quasi sempre si può risultare banali.
In generale ho impostato il film in maniera molto semplice e una delle linee stilistiche principali è stato il pianosequenza: una scena, una inquadratura. Siccome ho voluto realizzare un film il più autentico possibile, ho scelto proprio il pianosequenza perchè mi permetteva di non alterare quanto ripreso in fase di montaggio. Volevo che il film risultasse il più naturale possibile. Ciò che è stato filmato appare su schermo, quello che vedete sono proprio le scene che io ho deciso di riprendere e se ci sono stati tagli alle scene essi risultano impercettibili.
Come seconda scelta ho voluto frapporre tra la scena e la macchina da presa degli ostacoli, come tende, vetri, elementi naturali, che alterassero la percezione della visione da parte dello spettatore. Il motivo principale di questa scelta è da ritrovarsi nell’intento di far vivere allo spettatore quell’incertezza e quell’anzia che la protagonista Vesna (Ksenija Marinković) sta vivendo sulla sua pelle, una donna che nasconde un enorme segreto il quale, se rivelato, potrebbe mettere lei e la sua famiglia in grossi guai.
Terzo, ho evitato di porre la telecamera nel posto giusto e nella corretta posizione all’interno della scena: così come la vita è piena di ostacoli, così volevo che essi fossero presenti davanti la mia macchina da presa.
Nella natura creativa il regista spesso racconta la storia ripetendo i dettagli diverse volte. Psicologicamente la scelta, classico metodo hollywoodiano, è molto logica; ha un senso poiché lo spettatore che va al cinema non potrà mai essere concentrato al 100% durante tutta la visione, dunque per non fargli perdere dettagli preziosi, i registi tendono a far ripetere alcune situazioni. Io in questo film non applico questo metodo preciso, perciò ci vuole una grande attenzione; se voi ora rivedeste il film, potete notare dei dettagli, delle situazioni che ad una prima visione vi erano sfuggite. Il film abbonda di piccoli dettagli, come in un mosaico; essi compongono il quadro totale dell’opera.
L’elemento stilistico chiave è la frapposizione di oggetti, elementi della scena tra lo spettatore e ciò che accade; questo pone lo spettatore in una situazione limite, pare quasi che egli stia spiando , si nasconda ove può per osservare più o meno da lontano ciò che accade, come se la donna, protagonista del film fosse “spiata” dal vicino di casa, è così o è una mia sensazione?
Zrinko Ogresta: Si, in alcune situazioni l’effetto è voluto, così come nella scena dell’ospedale ove vesna va a trovare l’amante del figlio; in quella scena è evidente il punto di vista di un terzo spettatore che “spia” ciò che sta accadendo.
Ci può dire qualcosa circa la scelta di Vesna, la protagonista principale?
Zrinko Ogresta: Vesna, ossia Ksenija Marinković è una delle migliori attrici croate in circolazione, inoltre aveva tutte le caratteristiche psicofisiche di cui avevo bisogno per il mio film. A parte questo, ho scelto lei anche perché la sua storia, il suo passato, aveva elementi in comune con ciò che aveva vissuto Vesna, la protagonista del film. Ksenija è un’attrice croata, ma di origini serbe e nel 1991 ha visto la sua famiglia emigrare a Belgrado mentre lei, coraggiosamente, è rimasta in croazia perdendo di vista i suoi familiari e affrontando momenti difficili.
Qualche informazione extra sul suo prossimo lungometraggio?
Zrinko Ogresta: In verità non l’ho ancora detto a mia moglie, voi siete stati i primi a saperlo !
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