Dario Argento: Il Maestro dell’horror a ruota libera alla presentazione de “Il Brady” romanzo di Jacques Thorens

Dario Argento, il Maestro dell’horror all’italiana ha presentato, assieme ad Emiliano Morreale e all’autore del libro, “Il Brady”, opera prima di Jacques Thorens, edita in Italia da L’ORMA .

Dario Argento autore di capolavori del cinema horror quali Profondo Rosso, Suspiria e Phenomena, è un grandissimo conoscitore ed estimatore di b-movies, gialli all’italiana e tutto il cinema underground che ha potuto visionare nella sua lunghissima carriera.
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Dopo aver letto il libro di Jacques Thorens “Le Brady” è rimasto talmente colpito dai racconti dell’autore, nonché proiezionista del cinema, da volerlo fortemente sponsorizzare in Italia. Il rinomato cinema che definire d’essai è cosa riduttiva, ha visto numerose volte Dario Argento protagonista di retrospettive in suo onore e spesso anche lui ha usufruito della struttura per presentare alcune delle sue opere più importanti, come recentemente è avvenuto per la versione restaurata di Opera.
Alla presentazione del libro al Kino, rinomato locale “cinefilo” del Pigneto, dove viene proiettato il meglio del cinema underground italiano ed internazionale, il Maestro dell’Horror è intervenuto assieme all’autore del libro. Una discussione veramente di elevato spessore cinefilo li ha visti dialogare davanti ad un pubblico interessato e competente. Dopo averli sentiti parlare di una cosa mi sono convinto: devo Assolutamente recuperare questo libro!
Ecco il resoconto della chiacchierata cinefila che ha visto un Argento davvero in formissima e senza peli sulla lingua! Noi vi riportiamo, senza filtri, ciò che abbiamo avuto il piacere di ascoltare:
Questo è il primo appuntamento, che potremo definire l’“apertura” del Rendez-Vous, il festival del cinema francese giunto alla sua 7° edizione in Italia. Questa è una serata particolar eper il Kino poiché si tratta di una presentazione in anteprima assoluta, realizzata in collaborazione con il Rendez-Vous e con l’editore L’ORMA: presenteremo il libro di Jacques Thorens, presente qui con noi questa sera, e ci parleranno di quest’opera prima dedicata ad una delle sale storiche più rinomate e celebri di Parigi che si occupa di cinema indipendente, una specie di gemellaggio “ideale” con la nostra struttura, il Kino. Tra gli ospiti di questa sera, venuti a parlarci del libro, Emiliano Morreale e Dario Argento, personalità che non credo abbia bisogno di presentazioni.
Questo posto è un luogo magico, strano; un luogo che anche il Maestro Dario Argento ha frequentato ed è un libro che attirò le attenzioni del critico Emiliano Morreale già alla sua uscita in Francia, quindi, questa sera, ci troviamo davanti due personalità che hanno conosciuto e stimano “Il Brady”, perciò buona serata a tutti.
Emiliano Morreale: Io non speravo che questo libro sarebbe tradotto in italiano; lo avevo letto un anno e mezzo fa, quando è uscito in Francia e, pensavo davvero fosse un piacere per pochi poterlo leggere; evidentemente non lo è, ed ora che è uscito in Italia ne consiglio a tutti la lettura perché è un gran divertimento, e perchè credo, soprattutto per i più giovani,racconti un mondo che non c’è più. Che cos’è il Brady, il sottotitolo del libro in francese è “Cinema dei dannati”, ed è infatti una sorta di luogo dei dannati. Il Brady è un cinema in una zona di Parigi, forse poco nota ai lettori e ai turisti italiani, dalle parti di Boulevard Strasbourg, in cui si mescolano parruccherie, prostituzione, multicultura, spaccio, non troppo dissimile forse dal Pigneto e però il Brady è molto diverso dal Kino, perché il Brady è l’ultimo cinema di “serie… non diciamo cosa”. Che cosa si faceva al Brady, che cosa si proiettava: si proiettavano i post-apocalittici di Enzo G. Castellari, il Giallo italiano, non quello dei capostipiti come il Maestro Argento, ma soprattutto quello degli epigoni, con classici del cinema ripescati da non si sa dove. Ma non ci troviamo di fronte ad un cinema d’essai, ma davanti ad un cinema frequentato da una “fauna” che va dalle marchette ai clochard che ci vanno a dormire,nel libro c’è un capitolo dedicato solamente agli “odori” del Brady, un luogo in cui incontrare un cinema di dannati, di reietti e a raccontarcelo è appunto il proiezionista Jacques Thorens, al nome su cui poi indagheremo, che un giorno viene assunto ed entra in questo mondo straordinario, dentro questo cinema. La cosa straordinaria da sottolineare è che lui lo racconta in un luogo in cui questo mondo non esiste più quasi da nessuna parte. Questo, alla fine era il mondo dei nostri pidocchietti, di certi pidocchietti che negli anni ’70 e ’80 erano abituè di questo tipo di strutture.”
Dario Argento: una specie di Grindhouse
Emiliano Morreale: “Si, sarebbe stata una cosa normale, ma questa cosa accade non negli anni ’70 e ’80 quando ciò era normale; questa cosa accade ad inizio degli anni duemila. Come scrive Jacques Thorens nel suo libro: “Come un Titanic che non smette mai di affondare, c’è ancora questo Brady”. Un locale dove questo tipo di cinematografia continua ad esistere e continuano ad esistere questo tipo di film. Poi c’è da dire che il Brady ha un proprietario molto particolare, del quale poi parleremo, ma, la cosa curiosa di questo libro è la continua alternanza fra dentro e fuori, fra questo mondo straordinario che c’è dentro la sala e il mondo comune, ma altrettanto straordinario che c’è fuori, in questa Parigi davvero inedita.
Credo che tradurre questo libro non sia stato affatto facile, e Marco La Penna ce lo potrà confermare, perchè è un libro con molto lessico gergale, e con molti titoli assurdi di film incredibili; il libro è costellato di titoli che, vai a capire a che film si riferiscono, a quale versione rimontata, francese o non, di quale film comico, di quale versione di Godzilla o quale film prodotto dalla factory di Andy Wahrlol. E un libro davvero molto curioso, e ora ne parleremo più approfonditamente con l’autore Jacques Thorens e il Maestro Dario Argento, non prima però di aver detto qualcosa sul nome dell’autore. Un nome che somiglia in maniera strana a quello di un altro personaggio che si trova a fare, non da proiezionista ma da custode di un luogo: Jacques Thorens suona come Jack Torrance che è il custode dell’ Overlook Hotel. Ecco, noi non vogliamo sapere se questo nome sia uno pseudonimo, voglio che Jacques si chiami davvero così, non importa altro perché in questo libro, lui è davvero un custode, un osservatore di un mondo strano e il paragone con L’Overlook Hotel del film di Kubrick (tratto dal racconto di Stephen King) è davvero calzante.”
Adesso che cos’è “Il Brady”, è come lo racconti tu, oppure no?
Jacques Thorens: “Si, è così ancora oggi.”
Dario Argento: “Si, ovviamente è rimasto identico, la sala è rimasta uguale. Io pochi mesi fa ci ho presentato la versione restaurata del mio film Opera e, questa sala dove tutti andavano come se fosse una specie di chiesa: “aah, questo è il Brady”… ma io lo conoscevo già il cinema, ci ero già stato quando ero studente a Parigi, ero già stato a questo misterioso Brady.
Jacques, l’autore, che poi tral’altro non è francese ma bulgaro, quindi il suo nome, ritornando a quello che diceva prima Emiliano (Morreale ndr.), è uno pseudonimo, parla molto nel libro di prostituzione, di prostitute bulgare con cui aveva fatto grandi amicizie… e poi si parla di film bellissimi, altri completamente scomparsi dalla storia della cinematografia, spariti e finiti in chissà quale mondo, altri invece sono quelli che tanto preferiti da Tarantino, anche lui recatosi al Brady, film che voleva che fossero riproiettati, ma poi lui che è un pasticcione, diceva: “faccio, faccio, andiamo, facciamo così”… e alla fine non combina niente, come fa sempre Tarantino. E poi, sono raccontati tutti quei film che un tempo erano cosiddetti di “serie b” ma che adesso sono stati rivalutati, alcuni sono anche dei piccoli capolavori, come i film di Corman, gli americani famosi, i vecchi film di Coppola, e di tanti altri registi, anche dei miei, e poi tanti altri attori sconosciuti ai più. Perché poi questo cinema è proprietà di un regista famosissimo in Francia Jean-Pierre Mocky, un regista della Nouvelle Vague, uno dei più famosi, che adesso a più di novant’anni, ne detiene ancora la proprietà e continua a proiettare, come una volta, i suoi film: siccome ad un certo punto la struttura era divisa in due sale, da una parte si proiettavano sempre i suoi film e dall’altra si svolgeva la “normale” programmazione.
E Jacques racconta come una specie di favola questo mondo del Brady, dove c’erano omosessualità continua, prostituzione,barboni che dormivano in sala. Sembra un racconto di fantascienza, invece dicono che è tutto vero, anche se io non me lo ricordo così; me lo ricordo come un cinema di periferia un po’ andante; non me lo ricordo proprio come una specie di caienna dell’inferno, con situazioni limite come al bagno dove c’erano vere e proprie ammucchiate di persone: chi si drogava, chi si inculava, chi si sentiva male, insomma succedeva di tutto e di più.”
Emiliano Morreale: “Nel libro c’è un intero capitolo dedicato ai Freaks, non quelli come quelli del film di Tod Browning: “Alla lunga gli abitué si sentivano proprio come a casa loro: esce fumo dalla sala, mi precipito a vedere che succede e trovo uno spettatore della prima fila intento ad arrostire delle salsicce su di un fornelletto da campeggio. Ma che fa, lo spenga subito! Un attimo, sono quasi pronte. Intanto un altro mesceva vino rosso vicino di poltrona.”[…]”

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