Elser – 13 Minuti che non cambiarono la Storia: la recensione, l’attentato ad Adolf Hitler nel 1939

Tramesso in prima visione per la prima volta in occasione della giornata della memoria del 27 gennaio 2017, su  Rai2, Elser – 13 minuti che non cambiarono la storia ci racconta la vera storia di Georg Elser  e del suo tentativo di fermare Adolf Hitler.

Elser – 13 minuti che non cambiarono la storia, racconta dell’attentato nel novembre 1939, a poco più di un mese dallo scoppio della seconda guerra mondiale con l’invasione della Polonia, nei confronti di Adolf Hitler.
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Diretto da Oliver Hirschbiegel (che ricordiamo per La Caduta – gli ultimi giorni di Hitler 2004) racconta la vera storia di Georg Elser, un carpentiere che nel novembre 1939, in occasione di un importante discorso che Hitler avrebbe tenuto nella birreria Burgerbraukeller di Monaco, piazzò una carica di dinamite in una colonna. L’obiettivo era fermare la guerra scatenata da Adolf Hitler.
Il Fuhrer scampò all’attento proprio per quei 13 minuti fatali che avrebbero potuto cambiare il corso della storia. Il film interpretato da Christian Friedel nei panni di Georg Elser, ricostruisce dal momento dell’attentato in una serie di flashback la storia di un pacifista convinto, una persona normale che da solo poteva cambiare le sorti dell’intero pianeta. Infatti  dopo che venne arrestato, quando pensava o sperava di aver ucciso Adolf Hitler, il film ci porta all’interno della vita di Elser, un protestante praticante, che amava le donne. Aveva avuto prima un figlio da  Mathilde Niederman che non sposò e in seguito abbandonò, poi si innamorò di Elsa (interpretata da Katarina Schuttler) una donna sposata con figli, creando anche un certo scandalo all’epoca.
Il regista riesce perfettamente alternando i momenti drammatici della tortura dove la Gestapo non credeva che lui da solo aveva realizzato l’attentato, è che solamente il caso aveva voluto non fosse portato a termine, convinti di un complotto più grande come ne era convinto il Fuhrer, assieme ai momenti della vita passata, fatto di amori, balli e semplici gite con gli amici, dove Elser cantava e suonava per tutti. La pellicola ci mostra al tempo stesso  l’ascesa del partito Nazista nel piccolo paese di Elser, lui simpatizzante comunista, ma che in realtà non partecipava a nessuna azione, che in breve nel corso degli anni vedendo come la sua Germania non fosse più un paese libero si imbarcò in una impresa impossibile progettando minuziosamente l’attentato in piena solitudine. Alla fine venne imprigionato in un campo di concentramento come “prigioniero in custodia speciale”  fino al 9 aprile 1945 dove venne giustiziato nel campo di Dachau,  ad un solo mese dalla fine della guerra. Per i nazisti che tennero in vita Elser, non riuscirono mai ad accettare il fatto che da solo aveva potuto realizzare l’attentato, la lungimiranza della visione di Elser, che poi si cercò di replicare nel fallito attentato da parte degli alti ufficiali tedeschi nel 1944 resta ancora oggi un’argomento da analizzare appieno.  I nazisti volevano in realtà al termine del loro trionfo bellico processare Elser come parte di un complotto ordito dagli inglesi, vittoria che non si realizzò fece decidere ad Hitler di liquidare quello scomodo tedesco. Al cinema questa storia era già stata realizzata da Klaus Maria Brandauer con Seven Minutes (titolo italiano l’Orologiaio, 1989) una coproduzione fra Stati Uniti, Germania ed Austria,  film  diretto dallo stesso Branduaer che interpretava i  panni di Elser.
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Tuttavia il film di  Oliver Hirschbiegel, si discosta molto dal film di Brandauer, dove si accentuava la parte dell’attentato e i sette (o 13) minuti rappresentavano il tempo che aveva permesso ad  Adolf Hitler di salvarsi. In Elser – 13 minuti che non cambiarono la storia, si dedica molto più spazio alla figura di Georg Elser, una persona normale che voleva semplicemente salvare la sua Germania dall’annientamento, normale come quelli che seguirono fino alla fine Adolf Hitler nella sua lucida follia.
Esistono oggi varie targhe e monumenti in suo ricordo, a Berlino un monumento sito in Wilhelmstrasse 91 dove  pubblichiamo la foto più recente della pagina Facebook dedicata al monumento. La pagina contiene solo “21 mi piace” compreso il nostro, la storia spesso dimentica i suoi eroi. Nel Talmud si recita “chi salva una vita salva il mondo”, resterà sempre una domanda aperta se non ci fossero stati  quei fatali 13 minuti. Oggi Georg Elser è finalmente ricordato come uno degli eroi della resistenza tedesca, ma probabilmente è stato  uno dei pochi a comprendere fin dall’inizio la follia nella quale la sua nazione si era lanciata abbracciando il nazionalsocialismo. Un piccolo imbianchino che voleva fare il pittore distrusse la Germania, mentre   un semplice falegname che aveva fatto anche l’orologiaio, ma che voleva diventare un bravo musicista tentò di salvarla.
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